Disciplinare e dottrinale: i motivi dello "spacchettamento" Cdf
«La Disciplinare è un vero e proprio organismo giudicante, mentre la Dottrinale è piuttosto una struttura di approfondimento e di riflessione, come è più tipico della Congregazione». Don Davide Cito, professore di diritto penale canonico, spiega alla Bussola le notività introdotte dal motu proprio Fidem Servare che spacchetta in due la Congregazione per la dottrina della fede.
Pochi giorni fa è stato pubblicato il Motu Proprio “Fidem servare” con il quale Papa Francesco ha modificato la struttura interna della Congregazione per la Dottrina della Fede, separandola in due sezioni: Dottrinale e Disciplinare. La Nuova Bussola Quotidiana ha intervistato don Davide Cito, professore straordinario di Diritto penale canonico presso le Pontificie Università della Santa Croce e Lateranense nonché consultore del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, per spiegare in quale chiave vanno interpretate le novità decise dal Pontefice regnante.
Quale obiettivo si pone il Motu Proprio “Fidem servare”?
Lo stesso titolo del Motu Proprio indica che la finalità è la modifica della struttura interna della Congregazione per la Dottrina della Fede. Quindi, cambia il modo in cui è organizzata e non i suoi compiti che restano quelli già previsti nella “Pastor Bonus” di San Giovanni Paolo II. Certamente, ciò che c’è da notare è che l’esperienza maturata in questi anni ha dettato l’esigenza di darle un’impostazione più adatta all’espletamento delle funzioni che le sono proprie.
Si riferisce all’aumento dei casi di abusi sessuali sui minori e altri delicta graviora di cui la Congregazione si è dovuta occupare?
Non c’è dubbio che all’interno delle funzioni proprie già disegnate dalla “Pastor Bonus” abbia assunto in questi ultimi anni un’importanza decisiva tutto l’aspetto disciplinare ed in modo particolare i processi legati agli abusi. Teniamo conto che nell’attività svolta in questi ultimi nove anni dalla Congregazione per la Dottrina della Fede sono stati esaminati più di 6000 casi. E’ stato inevitabile, quindi, un allargamento della Sezione Disciplinare che, non a caso, oggi dispone di ben diciassette ufficiali che vi lavorano a tempo pieno.
Quindi, il troppo lavoro della Disciplinare ha determinato la necessità di dotarla di una struttura autonoma?
Sì, credo che la gestione da parte della Disciplinare di una mole di lavoro così in crescita abbia richiesto di fare in modo che questa situazione non finisse per risultare preponderante rispetto a tutte le restanti funzioni della Congregazione. E quindi la suddivisione in due parti della struttura, con due segretari propri, aiuterà la Sezione Dottrinale a svolgere le sue funzioni senza essere soverchiata da quelle della Disciplinare. Una separazione unita nella persona del prefetto, con due segretari e due strutture un po’ differenti, con quella della Sezione Disciplinare funzionale ad un’attività divenuta sempre più rilevante ma che non deve oscurare tutto il resto. Anche perché il motivo profondo per cui la Congregazione esiste è la tutela della fede che non è solo di tipo negativo ma anche promozionale, di sviluppo dottrinale, di approfondimento proprio perché può contare su organismi che da tutto il mondo e da esperienze ecclesiali diverse possono favorire quest’intelligenza della fede. Far crescere l’intelligenza e la trasmissione della fede al servizio dell’evangelizzazione è lo scopo primario, non solo contestando gli errori, ma soprattutto con l’approfondimento. Dal punto di vista organizzativo credo che con queste modifiche si possa fare in maniera più ordinata.
Dunque con il “Fidem servare” non c’è stata alcuna distribuzione di funzioni tra una Sezione e l’altra?
È rimasto tutto uguale. Ma si è fatto incorporare nella Dottrinale tutto ciò che non è disciplinare, mentre si è fatto della Disciplinare una struttura a sé. Scorrendo il profilo delle Sezioni com’era fino ad oggi, si vede che era come se la Disciplinare fosse una grande divisione unica, mentre la Dottrinale era l’altra grande divisione con una serie di sottodivisioni. Adesso sono come due ambiti autonomi.
Con una battuta: possiamo dire che la Disciplinare ha fatto carriera?
Ha un peso che prima non aveva. In effetti, oggi la gente conosce la Congregazione per la Dottrina della Fede soprattutto per questo, non la conosce per altre cose. E questo non è giusto perché la profondità della fede è lo strumento migliore per prevenire i guai. E ci si arriva soprattutto mediante la formazione e la conoscenza.
In conclusione, crede che questa divisione sarà efficace per affrontare le non facili sfide che, da un lato, arrivano sul fronte della difesa della dottrina della fede da opinioni problematiche e, dall’altro, nella gestione dello scandalo abusi?
Questa nuova organizzazione interna punta ad una funzionalità maggiore rispettando le specifiche competenze di queste due grandi Sezioni. La finalità è quella di una migliore armonia, separando due ambiti che hanno esigenze differenti. La Disciplinare è un vero e proprio organismo giudicante, mentre la Dottrinale è piuttosto una struttura di approfondimento e di riflessione, come è più tipico della Congregazione.