Diocesi di Roma, Francesco depenna il settore Centro
Il documento riorganizza i confini pastorali della Città Eterna. E già fa discutere.
La vera bellezza: sembra il titolo di un film di Paolo Sorrentino, invece è il motuproprio datato 1° ottobre con cui Papa Francesco riorganizza i confini pastorali della Città Eterna. Il testo è pubblicato sul sito della diocesi di Roma, ma non ancora (al momento in cui scriviamo) su quello della Santa Sede.
La novità più eclatante è la scomparsa del settore Centro, assorbito dagli altri quattro: Nord, Sud, Est, Ovest, che rimangono affidati ciascuno a un vescovo ausiliare. «In questo orizzonte – scrive il Papa – non ci sono più un centro isolato e una periferia divisa in compartimenti separati, ma, in una visione dinamica che prevede non muri ma ponti, la Diocesi di Roma sarà concepita come un unico centro che si espande attraverso i quattro punti cardinali. In questa prospettiva, il venir meno dei confini del Settore Centro non significa affatto chiuderlo, come potrebbe sembrare in apparenza, bensì aprirlo. Desidero, infatti, che con questa decisione sia esaltata la specificità pastorale del centro storico di Roma in un’identità diocesana».
I titoli dei paragrafi in cui è suddiviso il motuproprio riprendono le parole chiave del pontificato di Francesco: 1.Il tempo è superiore allo spazio; 2.La realtà è più importante dell’idea; 3.L’unità prevale sul conflitto; 4.Il tutto è superiore alla parte, con invito finale a «gettare ponti» anziché «erigere muri». L'annuncio della scomparsa del settore Centro però ha già suscitato malumori: Franca Giansoldati su Il Messaggero descrive lo «sbigottimento generale» durante un incontro a Santa Croce in Gerusalemme e raccoglie lo sfogo di un parroco romano che parla di «autentica batosta», tanto più perché piovuta all'improvviso, «a pochi mesi dal giubileo», «alimentando malessere, disagio e smarrimento considerando soprattutto i problemi pratici che comporterà per la gestione delle iniziative sul territorio». E nel frattempo, la diocesi di Roma rimane senza cardinal vicario.