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IL LIBRO

Dio è meritocratico e ama chi lotta per la fede

Ettore Gotti Tedeschi, economista, già direttore dello Ior, pubblica un nuovo titolo provocatorio: Dio è meritocratico. E si riferisce alla meritocrazia della fede. In un periodo storico in cui la Chiesa è messa a dura prova dal suo nemico pluri-millenario, l'eresia gnostica, Dio apprezzerà chi si batte per la fede.

Cultura 05_06_2017
La copertina del libro

Francesco Giubilei, classe 1992, è un giovane editore che, con l’imprenditore Giorgio Regnani, ha fondato la casa editrice Giubilei Regnani, di taglio conservative. Ad essa Ettore Gotti Tedeschi ha affidato la sua ultima fatica letteraria, Dio è meritocratico (pp. 380, €. 17).

Gotti Tedeschi, firma de La Nuova Bussola Quotidiana, non è nuovo a titoli provocatori. In questo caso – ma è possibile si tratti solo di una coincidenza - la mente corre a quanto ha detto papa Francesco ai lavoratori di Genova: «La tanto osannata meritocrazia, una parola bella perché usa il merito, sta diventando una legittimazione etica della diseguaglianza». Affermazione condivisibile, appunto perché generica. Ma se ci sposta di piano, ecco l’ex presidente dello Ior ricordarci che se c’è un posto in cui non c’è eguaglianza che tenga è il Cielo. Nel cui Regno si va solo ed esclusivamente per merito. Naturalmente, questo Leitmotiv non è il solo nelle quasi quattrocento pagine del libro di Gotti Tedeschi. Che consta di tre parti.

Nella prima l’autore analizza in modo approfondito il triplice attacco portato alla Chiesa attuale dalla gnosi, l’antichissima eresia che, come la fenice, continuamente risorge dalle sue ceneri per presentarsi con maschera sempre nuova, ma dietro a cui sta un volto sempre uguale. Nel secolo appena trascorso assunse l’aspetto del nazismo (brevemente) e del comunismo (lungamente), che Augusto Del Noce definiva non a caso «movimenti gnostici di massa». Lo schema è il solito: un gruppo di autoelettisi «illuminati» pretende di condurre –per amore o per forza- l’umanità al suo «vero» bene. Oggi i grandi burattinai, seminascosti dietro le quinte, programmano e impongono il relativismo, filosofico e morale, ma anche una precisa agenda sessuale e biblici movimenti di popoli, allo scopo di creare l’«uomo nuovo» secondo lo schema anticipato da Huxley nel suo romanzo utopico (ma non troppo, a quanto pare) Brave New World. Questo apocalittico programma ha un ostacolo ben preciso: la Chiesa cattolica. Perciò – dice Gotti Tedeschi - occorre ridurla a ragione.

Il primo attacco viene dall’interno: la teologia progressista che, mettendo in discussione dogmi e dottrina, smussa gli angoli e rende la Chiesa “liquida” e, perciò, più disponibile all’addomesticamento. Il secondo attacco è esterno: il laicismo virulento e corrosivo che non dorme mai. Il terzo viene dalla complicità inconsapevole di ciascuno: la coscienza mal formata che disorienta e impedisce una giusta reazione. Nella seconda parte del libro l’autore si sofferma sul «mistero» della rinuncia di Benedetto XVI, rinuncia singolare, che ha portato all’inedita coesistenza di due papi, uno «emerito» e uno «in carica», con tutto quel che di ambiguo ne è conseguito e ne consegue. Ed è sotto gli occhi di tutti: due pontificati consecutivi, uno la cui strategia è opposta a quella dell’altro. Nella terza parte si affronta di petto il sottile andazzo di disgiungere la dottrina dalla prassi, il riferimento a una pretesa «realtà» da anteporre a tutto, un primato della pastorale sulla dottrina che nasconde, in verità, la rinuncia all’evangelizzazione.

Perché un economista si occupa di tutto questo? Perché è convinto che è vero economista «chi conosce i veri  bisogni dell’uomo, creatura di Dio». Così, propone, con questo libro, «una specie di manuale per salvare e valorizzare  la fede  cattolica nel mondo globale». Il Dio «meritocratico» apprezzerà «i meriti di chi sa lottare per conquistare, mantenere e diffondere la fede in momenti in cui chi ha fede è dileggiato e perseguitato,  a volte persino all’interno della Chiesa stessa».