Dietro ai suoi passi
Ogni anno, la Settimana Santa ci rilancia nella vita con la consapevolezza che nel marasma che sconvolge il mondo il punto di partenza è seguire Gesù Cristo, crocefisso e risorto, procedere sulla via della nostra personale conversione.
L’avventura della vita non cessa di mantenersi interessante e coinvolgente. La monotonia non arriva ad appiattire l’anima. Nemmeno la gioia è soltanto gioia, ferita com’è da punte di contraddizione. E nemmeno il dolore o il disagio hanno strada libera, poiché il sole sorge ogni giorno. In superficie, avvertiamo un contrasto vivissimo tra la ‘gioia del Vangelo’ da una parte, e il rovesciamento dei valori della vita dall’altro.
Da una parte abbiamo sotto gli occhi Papa Francesco e le folle che lo acclamano come Gesù nell’entrata a Gerusalemme la domenica delle Palme. Papa Francesco è un albero piantato sul terreno saldo e fertile della preghiera, che lo accompagna fin dalle prime ore del mattino; percorre in lungo e in largo piazza San Pietro e le periferie del mondo per abbracciare, sorridere, richiamare, suggerire, invitare. Il piccolo seme del Vangelo diventa la più grande e ospitale delle piante: gli uccelli del cielo si posano sui suoi rami e gli uomini trovano ristoro sotto la sua ombra.
Dall’altra parte, il mondo sembra franare sotto il peso dell’ingiustizia e della insignificanza. La gente muore di fame e di guerra tra le contese della politica e gli intrighi dell’economia, e i giovani appaiono svuotati nell’ignoranza e dispersi nel non lavoro; la società si sgretola nelle mille ipotesi di libertà che tolgono fiato alla vita. Si innalzano punte di reazione per denunciare gli scandali dei politici, rilanciare progetti di restaurazione dei valori, convocare crociate contro le leggi che dissolvono famiglia e vita. Nobili e persino doverosi tentativi per arginare l’avanzata del nulla; con l’effetto – almeno – di non spegnere il giudizio e di tener desta una alternativa reale.
In questo marasma, Cristo dov’è? Mentre si solleva la burrasca, Cristo dorme a poppa della barca. Si riscuote quando gli apostoli lo rimbrottano che non gli importa se affondano; li guarda e dice: “Uomini di poca fede!”. E noi? Ci limiteremo ad affilare la spada con la quale Pietro ha tagliato l’orecchio al servo del sommo sacerdote, accorso con i soldati per catturare Gesù? Invocheremo le dodici legioni di Angeli? Il punto di partenza è un altro. Anzi, lo stesso. Ricominciare da Uno, ricominciare da Gesù!
Gesù ha beneficato ampiamente il suo popolo, che poi l’ha acclamato stendendo i mantelli sulla strada e sventolando i rami degli alberi: un riconoscimento immediato e spontaneo al Figlio di Davide, il Salvatore. Tuttavia, Gesù ha ancora un altro modo per vincere il male e attrarre il cuore degli uomini. Egli dona interamente se stesso, spogliato sulla Croce e affidato al Padre. Percorre la via della morte e vince le forze degli inferi con la potenza dell’amore, allargando a tutti gli uomini la misericordia delle sue piaghe gloriose.
Camminare dietro i Suoi passi significa domandare lo Spirito del Risorto per procedere sulla via della nostra personale conversione; voltarsi verso di Lui e mettersi in ginocchio ai suoi piedi, come la Maddalena chiamata per nome, che va ad annunciare il Risorto ai discepoli chiusi e impauriti; come Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro e lo trovano vuoto; come Tommaso che grida: “Mio Signore e mio Dio”.
Gli apostoli e le donne, dapprima travolti e dispersi, si ritrovano uniti con Maria nel riconoscimento del Signore Gesù, il Crocifisso che è risorto. Invadono il mondo con la decisione e l’entusiasmo della fede, con l’esperienza di una vita evangelicamente felice, con la libertà di amare e di donare la novità umana del Vangelo. Una semente di vita nuova viene sparsa nel terreno del mondo, irrorata dalla grazia dello Spirito del Signore risorto. Ogni anno la Settimana Santa ci rilancia in missione con il dono della compagnia di Cristo, crocifisso e risorto, che salva gli uomini.