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IL LIBRO

Di famiglia ce n' è una sola (e anche di mamma)

E' il suo libro d'esordio, ma con La famiglia è una sola Giuliano Guzzo va subito a segno. Un libro utile a capire perché oggi la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna è attaccata su più fronti: dalla lobby omosessualista e dall’indifferentismo di chi sostiene la bontà delle unioni di fatto.

Cultura 19_09_2014
La copertina del libro di Giuliano Guzzo

Qualcuno si potrà chiedere che c’entra un centravanti di razza con un giovane scrittore, ma non c’è niente di meglio, per presentare Giuliano Guzzo, che paragonarlo ad un bomber da trenta gol stagionali, di quelli che al primo pallone buono la buttano dentro. E così è per La famiglia è una sola (ed. Gondolin, con prefazione di Eugenia Roccella): col suo primo libro, Guzzo va subito a segno contro l’avversario. Anzi, contro gli avversari, perché oggi la famiglia naturale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna è attaccata su più fronti: da quello assediato dalla lobby omosessualista, forse attualmente il più minacciato, a quello aggredito dall’indifferentismo di chi sostiene la bontà della convivenza (sposarsi o no non ha importanza, basta volersi bene), a quello antico e sempre nuovo insidiato dal divorzismo (bene il matrimonio, ma quando non funziona più meglio farla finita il prima possibile, senza intralci).

Quello di Guzzo non è un testo frutto solo dell’urgenza di fissare alcuni punti fermi in un tema così dibattuto ai giorni nostri, ma, sempre per usare una metafora calcistica, anche di un costante allenamento e di una capacità di capire in anticipo dove farsi trovare al momento giusto, altra dote dei grandi bomber. Testimonianza ne siano le innumerevoli voci bibliografiche, dimostrazione di applicazione e approfondimento su una questione così determinante.  L’autore parte immediatamente ponendosi (e ponendoci) una domanda: famiglia o famiglie? Siamo pronti, cioè, a difendere l’unicità insostituibile del vincolo matrimoniale quale motore socio-economico? O piuttosto vogliamo allinearci ai luoghi comuni che fanno prevalere il sentimentalismo sul concetto di famiglia, diluendone l’essenza con la pretesa di rendere famiglia qualsiasi forma di unione? «Relativismo familiare» viene chiamato da Guzzo questo pericolo, che rischia di avere – e in buona parte già ha – conseguenze nefaste sul piano sociale, culturale e politico. 

In un’epoca come quella attuale, smaccatamente anticristiana e specificatamente anticattolica, nel testo si coglie con lucidità un altro aspetto assai significativo del dibattito odierno: il tentativo di far passare il concetto di famiglia naturale come prodotto della fede cattolica. Roba da buttare, quindi, retaggio anacronistico di cui liberarsi una volta per tutte. Ferma restando l’importanza del carattere sacramentale impresso nell’unione sponsale tra un uomo e una donna che si promettono eterna fedeltà di fronte a Dio, Guzzo nel suo testo mostra come il rapporto monogamico basato sulla differenza tra maschio e femmina e sulla conseguente distinzione dei ruoli e dei compiti non sia affatto un’invenzione di Cristo o dei suoi vicari succedutisi fino ad oggi. Addirittura di una famiglia – babbo, mamma, due figli – si trovano resti fossili risalenti a 4600 anni fa. E poi, passando dalle civiltà greca e romana arriviamo ai giorni nostri, che, si abbia o meno l’onestà intellettuale di ammetterlo, sono teatro di una crisi spirituale ed economica alla cui radice c’è anche la crisi dell’istituto familiare. 

Nel testo si nega fermamente anche l’idea che la convivenza more uxorio possa essere equiparabile al matrimonio: tanto numerosi i benefici di quest’ultimo – che Guzzo non manca di documentare, statistiche alla mano – quanto fallimentare è l’esperimento sociale di promozione di legami labili e dai contorni estremamente sfumati. Come detto, il libro dedica spazio – un intero capitolo – anche alla questione del cosiddetto matrimonio omosessuale, non limitandosi a respingerne con forza il presunto valore sociale, ma approfondendone anche gli aspetti legati alla fredda ma illuminante statistica. «Il grande flop», così si definisce nel libro, è testimoniato dai numeri, che parlano chiaramente: agli omosessuali importa poco o niente sposarsi e le nozze gay non sono solo reclamate come “diritto civile”, ma costituiscono un feticcio utile alla promozione del comportamento omosessuale, dietro al quale si nascondono interessi economici (sono state fatte valutazioni dell’indotto generato dall’approvazione delle unioni gay, che Guzzo non manca di citare).

Il testo, infine, esamina divorzio e ideologia del gender, armi costantemente puntate contro la famiglia, con particolare attenzione agli aspetti legati al bene dei figli, prime e indifese vittime ogni volta che si nega la necessità di avere un padre e una madre che alimentano il loro rapporto di un amore fedele “finché morte non li separi”. «Senza famiglia non c’è futuro», conclude Guzzo, lasciando ai lettori un utile strumento per difendersi e ripartire in contropiede, consci del periodo difficile che ci è dato di vivere ma fiduciosi che la famiglia naturale tornerà al centro della società umana, poiché, appunto, quella è la sua natura unica, inimitabile e incancellabile.