Denunciato in India un centro di preghiera cattolico
Il centro è accusato di violare la legge che proibisce le cosiddette “conversioni forzate”, un’accusa infondata, in questo come in tutti gli altri casi
I nazionalisti indù non danno tregua ai cristiani. Nei giorni scorsi hanno preso di mira il centro di preghiera Ishwar Dham di padre Vinnet Pereira, un sacerdote cattolico che opera nel distretto di Mau, nell’Uttar Pradesh, uno degli stati dell’India in cui i radicali indù sono più attivi perché è governato dal partito nazionalista Bjp, lo stesso che governa l’intero paese. Come spesso succede, hanno approfittato della legge che vieta le “conversioni forzate”, in vigore in questo e in altri stati indiani, e il 1° settembre hanno sporto denuncia contro il centro per attività di conversione. “La polizia mi ha convocato il 2 settembre – ha raccontato all’agenzia di stampa AsiaNews padre Pereira – mi accusano di fare proseliti tra persone innocenti e vulnerabili. In questi giorni sono state lanciate pietre contro il centro di preghiera e sono stati girati dei video diffusi sui social media con l'accusa di attività di conversione”. La legge contro le conversioni forzate dovrebbe perseguire chi con inganno o intimidazione induce qualcuno a convertirsi al Cristianesimo o all’Islam. Di fatto viene usata per perseguitare le minoranze religiose accusandole falsamente di farlo e diffondere diffidenza, risentimento e astio nei loro confronti. “Ishwar Dham è una casa di preghiera, aperta a tutti – assicura padre Pereira – le persone vengono per trovare conforto nella predicazione e nel culto, qui trovano solidarietà. Non converto nessuno, annuncio solo la Buona Notizia dell’amore di Gesù per ciascuno che attrae le persone, particolarmente i poveri e gli emarginati che subiscono discriminazioni e oppressioni nella loro vita. A Ishwar Dam non si svolgono assolutamente attività di conversione: conosciamo la legge statale e non ne abbiamo violato alcuna clausola”.