De Crescenzo contro il riarmo apre l’era del social-populismo
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La tiktoker convoca i suoi follower alla manifestazione dei 5 Stelle e non fa mistero di aspirare al Senato. L'irruzione degli influencer in un dibattito politico sempre più virtuale rischia però di confondere visibilità e legittimazione a scapito delle competenze.

È certamente un segno dei tempi. Gli influencer irrompono anche sulla scena politica, condizionandola e provocando un vero e proprio cortocircuito tra viralità dei social e rappresentanza della volontà popolare. Il caso di Rita De Crescenzo, influencer che ha lanciato un appello ai suoi due milioni di follower per partecipare alla manifestazione di oggi a Roma contro il riarmo, promossa dal Movimento 5 Stelle, è emblematico della metamorfosi che hanno subìto i meccanismi di mobilitazione popolare con l’avvento dei nuovi strumenti di comunicazione digitale.
Questa volta la De Crescenzo non ha lanciato un messaggio frivolo, come i precedenti (si ricordi l’adunata di Roccaraso, in Abruzzo). Il suo invito di queste ore, enfatizzato dalla promessa di trasporti gratuiti e dalla presenza di sportivi famosi, è prettamente politico e ha scatenato un acceso dibattito.
Da un lato, c'è chi accusa il Movimento 5 Stelle, e in particolare il suo leader Giuseppe Conte, di “assoldare” influencer per raccogliere consensi, dall'altro la De Crescenzo è accusata di superficialità e di non avere le competenze necessarie per trattare temi politici complessi. In risposta alle accuse, la tiktoker ha difeso la propria libertà di opinione, dichiarando che la sua partecipazione alla manifestazione è motivata dalla preoccupazione per il futuro, in particolare per la sicurezza dei suoi figli, e che nessuno può condizionare le sue scelte.
Gli influencer, con la loro capacità di raggiungere vasti pubblici in breve tempo, stanno diventando sempre più protagonisti di una politica che si fa su piattaforme digitali. Se da un lato questa visibilità permette una forma di “democratizzazione” dell'informazione e della partecipazione, dall'altro c'è il rischio che la politica si riduca a una mera questione di numeri, dove il consenso viene guadagnato attraverso la visibilità mediatica piuttosto che tramite un dibattito profondo e articolato sui temi.
Il linguaggio utilizzato da De Crescenzo è emblematico di questa tendenza. Il tono informale e diretto, tipico delle piattaforme social, si mescola con l’impegno politico, creando una comunicazione che a volte rischia di essere poco chiara o banalizzata.
Ma, se da un lato il populismo social è spesso accusato di semplificare eccessivamente le questioni, dall’altro non si può negare che esso stia modificando radicalmente le modalità di selezione della classe dirigente e di costruzione del consenso.
In questo scenario, gli influencer non solo promuovono cause politiche, ma, come nel caso di De Crescenzo, si fanno anche portavoce di movimenti o iniziative politiche, amplificando la loro portata e, a volte, condizionando l’opinione pubblica. Il rischio di questa dinamica è che la politica si riduca a una competizione tra influencer e non tra idee, alimentando un populismo che si nutre di emozioni, slogan e visibilità, piuttosto che di un confronto serio e sostanziale sui temi cruciali per il futuro del Paese.
Nel caso di Rita De Crescenzo non è difficile immaginare un futuro in cui la stessa influencer, forte della sua popolarità e del suo seguito, decida di entrare direttamente in politica. Anzi, la diretta interessata ha già fatto sapere che vorrebbe imitare Cicciolina e farsi eleggere al Senato. Dopotutto, la politica tradizionale è sempre più a corto di figure che riescano a comunicare efficacemente con i giovani e con le masse, e l'appeal degli influencer potrebbe sembrare la soluzione ideale per colmare questo vuoto. Ma cosa accadrebbe se un'influencer come De Crescenzo dovesse davvero entrare in politica? Riuscirebbe a tradurre la sua popolarità in un consenso politico duraturo, o sarebbe destinata a soccombere sotto il peso della superficialità che spesso caratterizza la politica 2.0?
Il cortocircuito tra viralità social e rappresentanza politica è dunque ormai evidente. Gli influencer, con il loro enorme seguito, hanno il potere di mobilitare le masse e influenzare il dibattito pubblico, ma questo non sempre si traduce in una vera e propria legittimazione politica. Il confine tra partecipazione genuina e strumentalizzazione del consenso diventa sempre più sottile, e il rischio di un populismo basato sull'apparenza e sulla spettacolarizzazione della politica è sempre più concreto. Ma, al tempo stesso, la capacità degli influencer di raggiungere ampie fette di popolazione, in particolare tra i più giovani, non può essere ignorata. La politica è cambiata, e il ruolo degli influencer potrebbe essere sempre più centrale nella definizione delle agende politiche future.
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