Ddl Zan: per i cristiani la parola di Dio vale ancora?
Le leggi che negano la sessualità non possono evitare che la natura si ritorca poi contro se stessa. Pare un’enorme “rinuncia” a credere in ciò che da secoli ha sempre caratterizzato lo Spirito Cristiano.
È incredibile constatare come in questi ultimi anni le modalità della politica abbiano seguito pedissequamente le teorie e i dogmi del marketing commerciale! Gli studiosi di pubblicità, in fin dei conti, poggiano tutto il loro agire sulla teoria della persuasione stimolando la “ricerca delle emozioni/motivazioni” per convincere le persone a recepire nuovi bisogni artificiali! La loro logica di fatto è questa: “Noi non vendiamo prodotti… ma compriamo clienti”.
È risaputo che esistono tre livelli di coscienza: il conscio: quella zona dove l’agire della persona è molto chiaro, limpido e consapevole!; il subconscio: quella zona più opaca degli istinti, delle cattiverie, delle simpatie e degli impulsi di pancia rispondenti a quei sentimenti un po’ confusi che dopo una litigata, o un momento di rabbia, possono farci dire alla persona interessata: “Scusami, non volevo dirti quelle cose!”; l’inconscio: la zona più profonda e meno sottoposta al controllo consapevole, orientato e filtrato, dove gli istinti più profondi determinano molte scelte decisionali riguardanti, soprattutto, la sessualità, l’autoaffermazione e l’impulsività in genere.
Dentro questa visione psicologica è stata inglobata la silenziosa ma costante diffusione di un ritornello apparentemente innocuo ma che mira, in modo sottile, a destrutturare la persona e le cose, il ritornello della “Bellezza delle DIFFERENZE”. Vedi la grande discussione odierna su tutte le prime pagine dei giornali: il Ddl Zaz, che pare essere diventato l’unica emergenza sociale di primaria importanza nell’attuale situazione storica.
Grazie a questo ritornello si è diffusa la tendenza a cancellare ogni differenza credendo, così, di approdare ad una libertà definitiva e senza limiti, tendente ad incrementare l’espansione di tutte le potenzialità psicologiche e biologiche della persona…niente di più ingannevole e fallace di questa chimera. Infatti, a breve o lungo termine, la natura decontestualizzata da sé stessa si ritorcerà proprio contro chi ha favorito la sua destrutturazione.
Dal mio punto di vista, religioso, pare di assistere ad un’enorme débâcle etica più o meno conscia, una sorta di “rinuncia” al credere in ciò che da secoli ha sempre caratterizzato lo Spirito Cristiano: il coraggio di essere “fervente lievito all’interno della massa!”. Il dono della fede non “teorizza” la parola di Dio (almeno così io ho sempre pensato) ma cerca di renderla “pratica” nella vita quotidiana.
Ho sempre creduto che la PAROLA DI DIO sia così potente da mutarne, in chi l’accoglie, i valori…capovolgere il modo di pensare e invertire l’ottica personale d’approccio al mondo reale (es: se sono un ladro, non rubo più…se sono superbo cerco l’umiltà…se sono un lussurioso mirerò al rispetto del mio e dall’altrui corpo, se sono un bugiardo seriale perseguirò la verità ecc.).
E invece guarda qui, assisto al capovolgimento della vita del cristiano: la conversione non è più contemplata nell’evangelizzazione…sbigottita e impotente assisto alla sua graduale sostituzione in favore della presunzione di babilonesca memoria (icona del disastro fallimentare dell’auto-delirio umano per antonomasia: - noi toccheremo il cielo!)
Non siete d’accordo? Bene. Voglio, però, chiarire e difendere uno spazio che ritengo, nella mia vita, un valore fondamentale senza essere colpevolizzata per pensarla in tale modo e la possibilità di vivere in una prospettiva che, per alcuni, può apparire non politicamente corretta! Per me è naturale e spontaneo non adeguarmi alla mentalità della massa e non vivere secondo ciò che questa – la massa – ritiene e considera dominante nella cultura del “qui e ora” (la moda!).
Da "retrograda", penso che il cristiano (quello non per tradizione ma per scelta) debba avere l’audacia di discernere, di prendere posizione, la consapevolezza di dover ribaltare la propria vita - sia individuale sia sociale - in positivo, non adeguandosi alla mentalità di questo mondo (San paolo docet) pur senza odiare o discriminare nessuno e non conformandosi all’andazzo comune ben sapendo che un giorno, quando Qualcuno chiuderà la parabola della sua esistenza beh, da buon cristiano dovrà, a quel Qualcuno, renderne conto!
Da suora, ho sempre creduto che il corpo della persona non fosse, per l’individuo stesso un condizionamento bensì la condizione stessa del suo esistere. E come ripeto, a parabola terrena terminata, non ci sarà nessuna medicina o scienza col potere di resuscitare il corpo. E’ allora che capiremo, per chi è credente, che questo benedetto corpo aveva anche una sua componente spirituale, quasi totalmente ignorata oggi.
E’ difficile il tentativo di sottrarre la gestione della propria corporeità a schemi ideologici e culturali sempre più diffusi e propinati da altri (lo scienziato di turno) in un crescendo di stereotipi sociali moderni ed attuali (che spesso si rivelano “il tutto e il contrario di tutto”). Tanto che il nostro “essere” e il nostro “esistere” non solo viene condizionato ma, in molti casi, addirittura modificato in nome dell’“ognuno è sempre libero di fare ciò che vuole!”
Troppo spesso la persona oggi è vista solo in funzione di quell’esasperata tendenza che mira a massificare le scelte e decisioni della società nel più estremo ed espansivo erotismo che non esclude, però, la mercificazione delle persone: basti pensare all’utero in affitto! (naturalmente non esente dall’elargizione di “sonoro contante”). Un missionario mi ha riferito così: “Nei paesi poveri, i ricchi…prima hanno depredato il territorio con le loro coltivazioni intensive…poi hanno depredato il sottoterra con le loro estrazioni minerarie e petrolifere…e ora…che in queste zone è rimasto poco da rubare, depredano il ventre della donna!.
E questa sarebbe da sbandierare come grande conquista di civiltà? Tutta questa riflessione mi pone una domanda: le linee morali hanno ancora valore visto le odierne aperture a 360 gradi “del tutto è possibile” (almeno per i cristiani)? Pensavo che la persona avesse anche una dimensione comunitaria oltre che individuale, capace di integrarsi in modo efficace e significativo nella realtà quotidiana, così da rendere il mondo migliore! In fondo, questo sarebbe il compito di ciascuno, a maggior ragione di un cristiano.
Si, sarà pure di moda negare l’identità naturale, la donna e l’uomo, il padre e la madre ma a proposito di identità: domenica scorsa - festa della mamma - è stato bellissimo trovarci con le nostre ragazze madri (molte delle quali con ferite profonde tra cui diversi aborti alle spalle o con provvedimenti di allontanamento dai propri figli), festeggiarci e ringraziare Dio per il dono della vita nonostante le esperienze negative vissute in prima persona! Auguri a tutte le mamme quindi. E che sia un augurio che possano trasmettere, nella concretezza quotidiana, con serenità e gioia, la bellezza della vita ai loro bambini pur consapevoli delle difficoltà che appartengono al DNA di ogni esistenza!
Ai bambini, invece, dedico questa poesia imparata in prima elementare: “Stella stellina la notte si avvicina la fiamma traballa, la mucca è nella stalla, la mucca col vitello, la pecora con l’agnello, la chioccia col pulcino e la mamma col suo bambino… ognuno ha il suo piccino, OGNUNO HA LA SUA MAMMA e tutti fan la nanna!”. E anche per chi non ha più la mamma ne abbiamo una SPECIALE: MARIA!
Buon mese di maggio.