Ddl Zan, emendamenti e ostacoli: oggi giorno decisivo
Oggi in commissione Giustizia comincia l'esame degli emendamenti presentati al discusso testo unico sull'omotransfobia. Non più i 1017 originari dopo che l'altro ieri la presidenza aveva deciso di limitarne il numero a dieci per ciascun gruppo parlamentare su ogni articolo. Il contingentamento dà l'idea della volontà della maggioranza di portare a casa il risultato a tutti i costi.
Giornate cruciali alla Camera dei Deputati. In queste ore in commissione Giustizia comincia l'esame degli emendamenti presentati al discusso testo unico sull'omotransfobia. Non più i 1017 originari dopo che l'altro ieri la presidenza aveva deciso di limitarne il numero a dieci per ciascun gruppo parlamentare su ogni articolo. Il contingentamento, pur previsto dalle procedure parlamentari, dà l'idea della volontà della maggioranza di portare a casa il risultato a tutti i costi. L'obiettivo dichiarato è quello di far approdare la legge in Aula entro il 27 luglio.
Sul testo, oltre alla dichiarata contrarietà di Fratelli d'Italia e Lega, restano le perplessità di Forza Italia, astenutasi sul primo via libero. Le forze di maggioranza hanno letto quell'astensione come un segnale di apertura e stanno provando da giorni a convincere il partito di Berlusconi a votare a favore per dare una maggiore legittimazione al testo, nel tentativo di aprire una crepa nel centrodestra. Nelle ultime 48 ore si è parlato molto di una "clausola salva idee" che esclude dal reato la "libera espressione e la manifestazione di convincimenti od opinioni riconducibili al pluralismo delle idee".
Si tratta di un elemento che si ritrova negli emendamenti presentati da esponenti di partiti diversi: Lega e Fratelli d'Italia, ma anche Forza Italia, Italia Viva e Partito Democratico. Un'idea che, però, non sembra piacere alle associazioni Lgbt che nelle scorse ore hanno lanciato una raccolta firme per ribadire la loro volontà di vedere il ddl Zan approvato senza "compromessi al ribasso".
La seduta pomeridiana di ieri, intanto, si è prolungata per due ore sul rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2019. Le opposizioni sono riuscite a fare melina sul Bilancio per dilatare i tempi dei lavori relativi al testo sull'omofobia. In serata, poi, il relatore ed il Governo hanno fornito il loro parere sulle proposte emendative, esprimendo pollice verso alla maggioranza di quelli presentati, mentre alcuni sono stati accantonati.
Tra questi, anche quelli contenenti la cosiddetta "clausola salva idee". Il tour de force di Zan vorrebbe consentire alla legge di approdare in Aula già il 27 luglio. Contattati dalla Nuova Bussola Quotidiana, i deputati di Fdi Carolina Varchi e Ciro Maschio hanno così commentato la seduta serale: "Come gruppo abbiamo avuto diversi emendamenti accantonati, a dimostrazione del fatto che il nostro non è semplice ostruzionismo. Continuiamo a ritenere questo provvedimento, così come oggi si presenta, inutile e dannoso. Il relatore cerca un dialogo ma non sembra disposto a modificare l’impianto della norma. Permane quindi la netta contrarietà di Fratelli d’Italia alla proposta di legge Zan e riteniamo che la maggioranza dovrebbe occuparsi di questioni più urgenti legate alla straordinaria stagione di emergenza che stiamo vivendo".
Da stamattina, intanto, comincia l’esame dei singoli emendamenti. Se in commissione Giustizia pare difficile aspettarsi voti di dissenso nella maggioranza, qualche distinguo si era registrato nella giornata di martedì in un'altra commissione, la Cultura Scienza ed Istruzione. La VII commissione, infatti, non si è espressa sulle modifiche proposte agli articoli 604-bis e 604-ter del codice penale arrivate in sede consultiva. Un rinvio in attesa del testo definitivo proposto per primo da un deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi, e concordato non solo dalle opposizioni, ma anche da Movimento Cinque Stelle e dal Partito Democratico.
La decisione di attendere il testo definitivo ha fatto capire come almeno in quella sede non ci sia unanimità sul testo tra gli stessi membri dei partiti della maggioranza, alcuni dei quali provenienti dal mondo cattolico. La dem Piccoli Nardelli ha evidenziato la necessità di una "riflessione attenta e approfondita". Convenendo sul rinvio, il deputato Federico Mollicone di Fratelli d'Italia ha definito "assurdo e irricevibile" il testo base.
La deputata leghista Cristina Patelli ha già preannunciato che la posizione del suo gruppo in commissione sarà in ogni caso contraria di fronte ad "un testo che ritiene liberticida e pericoloso per le famiglie tradizionali".