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liturgia

Dall'Ufficio Liturgico di Roma: diminutivi a Messa

La comunicazione ai preti romani: il nuovo vicario sarà menzionato durante la celebrazione. E non come "Baldassarre" bensì come "Baldo".

Borgo Pio 11_10_2024
Foto Vatican Media/LaPresse

Con la nomina a (quasi cardinal) vicario, durante la Messa si dovrà menzionare il nome di mons. Reina durante la preghiera eucaristica. E non come Baldassarre, bensì come Baldo. È Silere non possum a riportare la comunicazione diffusa via email dall'Ufficio Liturgico della Diocesi di Roma, che specifica: «nella Preghiera Eucaristica, dopo il Papa si ricorda anche il nome del Vicario nella sua forma abbreviata: Baldo».

Silere cita l'Ordinamento Generale del Messale Romano (n. 149), dove ad essere citati obbligatoriamente durante la Messa sono solo il Papa e l'ordinario diocesano, che ovviamente a Roma coincidono; nominare altri vescovi coadiutori o ausiliari è una facoltà, non un obbligo (per curiosità: l'Ufficio Liturgico richiedeva la menzione del «vicario Angelo» ai tempi di De Donatis? Certo è che nei libretti delle Messe papali, che pure si svolgono in diocesi di Roma, non c'era menzione del cardinal vicario).

Desta qualche stupore la specifica richiesta di usare il diminutivo. E poi Baldassarre è anche il nome di uno dei Re Magi, perché mai abbreviarlo? Commenta Silere: «Già la Celebrazione Eucaristica è il luogo in cui ogni singolo prete fa ciò che gli pare e dice ciò che gli pare, che ora anche il Vicariato sdogani i vezzeggiativi, anche no». La liturgia e a maggior ragione la preghiera eucaristica sono ambiti di per sé sottratti alla dimensione del quotidiano e del colloquiale, diminutivi inclusi. Conviene ricordarlo, prima che a qualcuno, in uno slancio d'affetto verso il "dolce Cristo in terra", venga in mente di menzionare «il tuo servo e nostro Papa Francy».