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Myanmar

Dall’inizio del 2019 intensi scontri etnici hanno messo in fuga oltre 2.000 civili nello Shan, in Myanmar

Per sottrarsi alla violenza e all’arruolamento forzato da nove anni le popolazioni dello Shan e del vicino Kachin cercano scampo nella fuga. Ormai gli sfollati sono decine di migliaia

Migrazioni 13_01_2019

 

Il 2019 ha visto intensificarsi gli scontri etnici nello Shan, uno stato orientale del Myanmar confinante con la Cina, che contrappongono da un lato il Ta’ang National Liberation Army e le milizie dello Shan State Progress Party e dall’altro il Restoration Council of Shan State. Come nel vicino stato del Kachin, continui combattimenti mettono in fuga i civili. A centinaia hanno lasciato le loro case in pochi giorni dal 1° gennaio per sottrarsi alla violenza e agli arruolamenti forzati. Si stima che i nuovi sfollati, che si aggiungono alle decine di migliaia degli anni precedenti, siano oltre 2.000. “I profughi hanno incominciato ad arrivare il 1° gennaio – ha raccontato ad AsiaNews un operatore umanitario della Se Lain Khan Social Welfare Association – quando hanno sentito il suono di armi pesanti, sono fuggiti”. Altri si sono dati alla fuga quando un gruppo armato ha fatto irruzione nel loro villaggio per arruolare degli uomini a forza. Una parte degli sfollati è stata ospitata in 11 campi profughi temporanei, gli altri hanno trovato rifugio in un monastero e da parenti. Ai loro pasti provvedono gli abitanti dei villaggi e dei donatori. È dal 2011 che le popolazioni del Kachin e del Shan subiscono gli effetti devastanti degli scontri tra gruppi armati e tra questi e l’esercito governativo. Le violazioni dei diritti umani sono continue: torture, esecuzioni extragiudiziali, limitazioni punitive alla libertà di movimento e all’accesso agli aiuti umanitari, sequestro e arruolamento di uomini, donne e persino bambini sospettati di sostenere la parte avversa e impiegati come guide e trasportatori. Miliziani e militari governativi bombardano i villaggi a scopo intimidatorio e usano mine antipersona. I gruppi armati inoltre estorcono “tasse” dagli abitanti stremati dagli stenti.