Dall’America all’Europa, i gay pride all’assalto dei bambini
«Stiamo venendo per i vostri bambini», è il coretto andato in scena al gay pride di New York il 25 giugno. A Toronto si inneggia al nudismo davanti ai piccoli. E a Milano sfila il carro “Orfani di Stato” che strumentalizza i bambini.
Stavolta ci ha pensato la seguitissima conduttrice Megyn Kelly a denunciare la vergogna delle parate dei gay pride in tutti gli Stati Uniti (da Seattle a New York), per le esibizioni di sessualità esplicita e di nudismo dinanzi ai bambini condotti a queste manifestazioni da genitori inqualificabili. Quella di domenica negli USA, ma anche in Canada, in Italia e, nei prossimi giorni, in Spagna e Olanda, non sono altro che manifestazioni irresponsabili, pseudo-carnevalesche e spesso blasfeme, come abbiamo visto nelle scorse settimane a Los Angeles con le performance delle cosiddette Sorelle dell’indulgenza perpetua o le parate di gruppi Lgbt esplicitamente offensive verso il cristianesimo, irridenti la crocifissione di Gesù o con simboli, slogan e nomi demoniaci.
In particolare, tali soggetti hanno inscenato al gay pride di New York di domenica 25 giugno un inquietante coretto che suonava così: «Stiamo venendo per i vostri bambini». Un canto stregonesco che la dice lunga su una sinistra tollerante e complice di queste perversioni pubbliche compiute in nome della non discriminazione e di un malsano senso di tolleranza. È uno slogan tradizionale della “casa” quello di voler corrompere e convertire al verbo Lgbt i bambini, visto che nel 2021 era stato il Coro di uomini gay di San Francisco a mettere in rete un video virale, in cui promettevano di impegnarsi nella ricerca dei bambini americani per convertirli all’ideologia Lgbt.
A New York ha fatto particolarmente scalpore l’atteggiamento delle autorità cattoliche nei confronti dello scempio del gay pride, un silenzio in linea con la gaiezza con cui si è permesso che la parrocchia cittadina di San Paolo Apostolo celebrasse l’annuale cosiddetta «messa dell’orgoglio». Non dimentichiamo che siamo negli USA di Biden, il quale l’11 giugno aveva onorato, per la prima volta nella storia, l’apertura del cosiddetto «mese dell’orgoglio Lgbt» nel giardino della Casa Bianca con l’esposizione della bandiera pseudo-arcobaleno sul balcone della dimora presidenziale. Solo negli ultimi giorni, Biden ha stanziato 3,3 milioni di dollari per l’educazione Lgbt nei Caraibi e, nello stesso tempo, sta tagliando i fondi agli Stati governati dai Repubblicani che stanno vietando le “transizioni di genere” per i bambini. Ma sarebbe sbagliato pensare che solo negli USA si sia vista tale violenza nei confronti del pudore infantile.
A Toronto, città cardine del Canada e capitale dell’Ontario, alla parata Lgbt di domenica hanno partecipato figure di spicco, tra cui il vice primo ministro canadese Chrystia Freeland. Nelle strade di Toronto, con la seconda carica del governo, hanno sfilato anche decine di persone con costumi fetish e pelosi; altri (maschi adulti), completamente nudi, si sono messi in bella mostra tra i bambini con cartelli che dicevano: «La vita è breve: gioca nudo» e «le cose belle accadono quando sei nudo». Di fatto, anche quest’anno si conferma che ogni volta che gli attivisti, i politici e i mass media assicurano che il movimento Lgbt chiede e promuove la “tolleranza”, emergono prove evidenti di abusi e intolleranza.
Questo fine settimana ci sarà un gay pride anche nelle strade di Madrid, dove solitamente hanno regnato la blasfemia e le sconcezze più volgari. Ma l’apice delle volgarità, degli assalti al cristianesimo e ai bambini e dell’inneggiare al demonio lo si vedrà verosimilmente, come ogni anno, ad Amsterdam, dove il pride è in programma dall’1 al 6 agosto. Nel Paese del primo ministro liberale Mark Rutte si attendono repliche delle scempiaggini di cui abbiamo già raccontato nel 2021.
Eppure queste derive incivili, in molte democrazie occidentali, sono presentate come atti supremi di modernità, progresso e superiorità. Si tratta in realtà della cancellazione violenta del senso del pudore infantile, già perseguita sin dagli albori dagli ideologi del comunismo sovietico. Senza dimenticare gli intellettuali e le classi dirigenti francesi e tedesche che per 50 anni hanno taciuto le proprie complicità e sono stati tolleranti verso abusi infantili e incesti.
Andando all’Italia, è sconcertante anche la strumentalizzazione fatta sulla pelle dei bambini dal gay pride di Milano di domenica scorsa. Cos’era il carro con lo striscione dei bambini “Orfani di Stato”, se non il ribaltamento della realtà e della legge? Chi ha comprato e reso orfani quei bambini non è lo Stato, né il Governo Meloni ma chiunque abbia comprato bambini al mercato della surrogata e dell’eterologa. Mostrare su una “vetrina mobile” dei bambini, come fossero cose, non dovrebbe essere sanzionato gravemente?
L’evoluzione dei gay pride - con la blasfemia volgare verso il cristianesimo e i suoi protagonisti, l’assalto e la strumentalizzazione dell’infanzia - rappresenta l’ennesima conferma della follia ideologica promossa in molti Stati occidentali, segno di una decadenza sociale e civile che dovrebbe far riflettere tutti.