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Emigranti illegali

Dalla Libia al Rwanda alla Norvegia

 

La Norvegia si è offerta di ospitare i 500 emigranti illegali che nei mesi scorsi hanno accettato di lasciare la Libia e trasferirsi in un centro di transito allestito per loro in Rwanda

 

Migrazioni 19_01_2020

 

Nel 2019 si è dato molto risalto al fatto che il Rwanda aveva accettato di “accogliere” 500 emigranti illegali detenuti nei centri libici: trasferiti su base volontaria, con l’accordo che, giunti a destinazione, potessero chiedere asilo, usufruire del rimpatrio assistito nel caso i paesi di origine si dimostrassero sicuri, ottenere il permesso di risiedere in Rwanda o essere riallocati in paesi terzi sicuri. L’idea in realtà era venuta all’Unione Europea, disposta a un accordo con il governo ruandese simile a quello siglato nel 2017 con quello del Niger, al quale l’UE ha corrisposto centinaia di milioni di euro in cambio dell’impegno di ospitare gli emigranti di ritorno dalla Libia. L’accordo è stato poi stipulato tra Rwanda, Unione Africana e Unhcr a settembre e il governo ruandese ha negato di ricevere denaro dall’UE. L’Unhcr ha vivamente ringraziato i rwandesi per la loro generosità. Tuttavia è stato l’Unhcr, certo non a spese del Rwanda, a provvedere ai trasferimenti e a ristrutturare integralmente il centro di Gashora destinato agli emigranti. Gli edifici della struttura che si estende su 26 ettari sono stati rintonacati e ridipinti, sono stati rifatti i tetti, i pavimenti, i marciapiedi e i vialetti di accesso. Nei pressi dei centro c’è un lago da cui proviene l’acqua di cui dispongono gli emigranti che possono attingerla da 40 rubinetti installati allo scopo. Un vicino centro sanitario li riceve e li sottopone a controlli medici. L’Unhcr retribuisce inoltre anche il personale addetto al centro. Da settembre vi sono state trasferite 500 persone, per lo più cittadini eritrei e somali. Il 9 gennaio però è giunta notizia che la Norvegia è disposta a prenderli in carico tutti. Quindi presto gli emigranti potrebbero esservi trasferiti. C’è da sperare che Gashora serva ad alloggiare altri emigranti, disposti a lasciare la Libia rinunciando al tentativo di raggiungere l’Europa illegalmente, e non venga chiuso dopo che molto denaro è stato speso per allestirlo.