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LA MANOVRA E LE FAMIGLIE NUMEROSE

"Dal Governo fumo sulla famiglia, non c'è equità"

"Dal governo solo fumo sulla famiglia" dice l'Associazione Famiglie numerose: "Ho spiegato in Commissione che non c'è equità, l'assegno unico penalizzerebbe le famiglie con più di tre figli, tenere conto solo del reddito è sbagliato. E senza un fisco a misura di famiglia saremo sempre più povere". Intervista a Carlo Dionedi che ne ha per tutti: dall'esecutivo Pd-Renzi-5 Stelle al trio Berlusconi-Salvini-Meloni incontrato ieri. Fino alla Consulta: "Si limita a dire che le famiglie sono strozzate dal Fisco, ma sull'eutanasia ha 'legiferato' da sola". 

Famiglia 18_10_2019

“Un pannicello caldo, glielo dico io cos’è: fumo negli occhi per poter dire di aver fatto qualcosa per le famiglie”. Carlo Dionedi, responsabile rapporti politici dell’Associazione Famiglie Numerose ha appena di finito di pranzare e tra poche ore parlerà a Perugia al convegno per la firma del manifesto sulla Famiglia che hanno promesso di siglare insieme Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi per la prima volta assieme dai tempi delle consultazioni quirinalizie post 4 marzo.

“Glielo dirò, ne stia pur certo. Glielo dirò che le cose per le famiglie non sono cambiate nemmeno quando al governo c’erano loro”. Sul piatto c’è da commentare il pannicello caldo, la Manovra appunto, alla voce Famiglia e soprattutto la presa in giro del governo Pd-Renzi-Cinque Stelle di “averci chiamato in commissione per sentirci dire: ne terremo conto per portare a casa solo 500 milioni” in più in un fondo Famiglia quasi vuoto.

Dionedi, di cosa si lamenta? L’hanno anche chiamata in Commissione affari sociali della Camera…
Paradossale, per non dire altro. La presidente Lorefice mi ha fatto parlare e ad ascoltare c’era pure il Pd Stefano Lepri che ha licenziato la legge delega sulla revisione degli assegni. Ma da qui a dire che con l’istituzione del Fondo abbiamo aiutato le famiglie ce ne passa…

Perché?
Perché non basta dire che l’assegno unico mette fine alla jungla esistente di bonus e detrazioni varie, questo può essere positivo, ma tutto il resto è negativo.

Vediamo perché.
Ho fatto presente che dalle nostre proiezioni l’assegno unico così come concepito favorirà le famiglie con uno/due figli ma dal terzo in poi è molto difficile che ci sia un vantaggio rispetto al regime attuale. Tenuto conto che si toglieranno le detrazioni oltre il 4° figlio, che noi abbiamo implorato di mantenere. Ricordo proprio quello che ho detto: “Vi supplichiamo”. Dalle nostre proiezioni risulta che da tre figli in poi non c’è nessun vantaggio perché l’assegno unico non compensa le detrazioni attuali. Le famiglie numerose ci andrebbero a perdere.

E come è andata?
Lepri ha detto che avrebbe tenuto conto di queste osservazioni, ma già tre anni fa aveva presentato una proposta simile con un importo inferiore di 150 euro a figlio.

Però ci sono le clausole di salvaguardia per rimanere nel sistema delle detrazioni…
Questa è la prova che certi provvedimenti allora non sono fatti per noi famiglie numerose. Se esistono clausole per mantenere il regime precedente che è migliore, allora per chi si fa questa revisione? Ma vede, il punto è un altro.

Quale?
Che finché non si metterà mano al Fisco con il criterio del favor familiae noi saremo sempre i più poveri tra i poveri. Tutto il resto è una presa in giro.

Allora mettere mano al Fisco è necessario…?
Ma certo.

Come?
Con un fisco a misura di famiglia. Vede, il problema è che in Italia sono contraddetti sistematicamente due articoli della Costituzione: il 31 e il 53 che afferma che il cittadino deve contribuire alla spesa pubblica in ragione della sua capacità contributiva. Il fatto di considerare sempre il reddito senza vedere come è rapportato al nucleo famigliare, rende la tassazione sempre iniqua.

Ma la capacità contributiva la determina il reddito?
Eh no! Se ho 50mila euro di reddito annuo la prima cosa da chiedersi è in quanti ci devono mangiare con quella cifra: in tre o in otto? Come vede tutto cambia.

Quindi?
Quindi si chiama equità orizzontale. Quella verticale è garantita dalla progressività delle imposte in base al reddito, ma se non c’è equità orizzontale, determinata dai carichi famigliari, tutto diventa ingiusto.

E di questo in commissione non si è tenuto conto?
Ovviamente no. Noi diciamo: un figlio costa circa 8000 euro all’anno. La capacità contributiva va calcolata dopo aver scorporato questa cifra. La logica del governo invece tiene conto solo dell’incremento del reddito. E anche per l’assegno famigliare il criterio sarà questo. Ad esempio: fino a 30mila euro diamo 240 euro al mese, fino a 40mila 150 e arrivati a 100mila l’assegno si esaurisce. Il problema del Ddl Lepri-Delrio è che non è equo orizzontalmente.

Il punto è che l’assegno potrebbe funzionare se ci il governo ci mettesse risorse aggiuntive…
E qui veniamo al punto dolente. Ricordiamoci che l’Italia investe in politiche per la famiglia l’1,3% del Pil mentre la media europea dei 27 stati europei è sui 3,2% del Pil. Come vede c’è più di un punto di differenza di investimenti per politiche famigliari. Se portiamo la cifra alla media europea allora ci salta fuori l’assegno unico e il fisco a misura di famiglia. Ma le due cose devono andare di pari passo, non una che escluda l’altra.

Perché dice che la Costituzione è contraddetta?
Perché l’articolo 53 non è applicato. Colpa del Parlamento, ma anche della Consulta. Ci sono due sentenze della Corte Costituzionale che invitano il legislatore a porvi rimedio, perché si tratta di un’inadempienza che danneggia proprio le famiglie numerose.

Sì…
Ebbene: la prima è del 1976, la seconda del 1995 entrambe le sentenze rilevano che l’attuale sistema non è equo orizzontalmente e contraddice l’articolo 53. Eppure per il caso Dj Fabo, alla fine la Consulta ci ha pensato lei a “legiferare” sul suicidio assistito…