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IL CASO

Dal '47 in aiuto alla Chiesa ora diventa Fondazione

L'istituto ha come missione il sostegno agli ultimi, la formazione dei religiosi, la tutela delle minoranze cristiane in tutto il mondo, l'evangelizzazione.

Attualità 22_12_2011
Aiuto alla Chiesa che soffre

Con un chirografo in latino firmato personalmente, lo scorso 12 dicembre il Papa ha elevato l’Opera cattolica internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre a Fondazione di diritto pontificio. Benedetto XVI ha posto la sede della neo nata Fondazione nello Stato della Città del Vaticano, lasciando l’ufficio internazionale a Königstein in Germania, affidandone la Presidenza al cardinale Mauro Piacenza, Prefetto della Congregazione per il Clero, il quale ha a sua volta nominato Johannes Freiherr  Heereman von Zuydtwyck Presidente Esecutivo.

Aiuto alla Chiesa che soffre ha come missione il soccorso, l’aiuto e il sostegno concreto della Chiesa ovunque la mancanza di mezzi economici o la violazione della libertà religiosa ne rendano difficile o impossibile la missione evangelizzatrice. Fu pensata nel 1947 dal monaco olandese Werenfried van Straaten, con l’intento di persuadere i belgi ad aiutare i sedici milioni di sfollati tedeschi - sei dei quali cattolici - in fuga dalla Germania Orientale. Il sacerdote raccolse viveri, vestiario e tantissimo lardo da distribuire, a tonnellate, tanto da ricevere il soprannome di Padre Lardo.

L’anno successivo nacque il programma di sostegno ai preti con lo zaino, che forniva motociclette e autovetture a oltre tremila sacerdoti, facilitando il servizio pastorale tra i profughi. Nel 1950, venne lanciata l'azione delle Cappelle-volanti: dei pullman trasformati in cappelle su ruote per raggiungere anche le più remote comunità di fedeli.

Sono i primi progetti di Aiuto alla Chiesa che soffre, inizialmente chiamata Aiuto ai sacerdoti dell’Est e poi divenuta Aiuto alla Chiesa Perseguitata. La denominazione attuale si deve al maresciallo Tito, il quale nel 1969 scrisse a Paolo VI negando che nel suo Paese la Chiesa fosse perseguitata. Per non urtare il presidente jugoslavo e continuare a sostenere i fedeli nei Balcani, il Pontefice si rivolse a padre Werenfried, chiedendo di cambiare il nome dell’Opera.  

Negli anni  ’50, Aiuto alla Chiesa che soffre realizzò numerose iniziative, in particolare oltre la cortina di ferro, dove grazie a L’Eco dell’Amore - il bollettino dell’Opera oggi tradotto in sette lingue -  la Chiesa del silenzio riuscì a trovare voce. Nel decennio successivo, su esortazione di Giovanni XXIII, padre Werenfried iniziò a dedicarsi anche all’America Latina, all’Asia e all’Africa.
Nel 1979, nacque la Bibbia del Fanciullo: donato per la prima volta ai vescovi dell’America Latina, il libro illustrato ha raggiunto una tiratura di quasi 50 milioni di copie ed è stato pubblicato in 166 lingue. Le ultime traduzioni sono state realizzate in Otomì per il Messico e in 9 idiomi africani: Lunda e Luvale per lo Zambia, Konkomba per il Ghana, Chindau e Maconde per il Mozambico, Luo per il Kenya, Boko per il Benin, Bari per il Sudan e in Zulu per il Sud Africa. Il libro contiene una selezione di testi delle Sacre Scritture adattati dalla teologa tedesca Eleonor Beck per renderne il linguaggio più accessibile ai bambini; le letture sono accompagnate dalle illustrazioni realizzate dalla religiosa spagnola Miren Sorne che, grazie al lavoro svolto per anni in Perù, ha scoperto quanto le immagini possano facilitare la comprensione del testo biblico.

Nel 1984, Aiuto alla Chiesa che Soffre è stata riconosciuta dalla Santa Sede quale Associazione pubblica universale di diritto pontificio, incaricata di intervenire ovunque la Chiesa sia perseguitata o priva di mezzi per adempiere la sua missione. L’impegno dell’Opera non si limita alla sola Chiesa cattolica e negli anni ’90 nascono i progetti ecumenici a sostegno della Chiesa ortodossa in Russia.
Con il nuovo millennio, Aiuto alla Chiesa che soffre continua la sua missione a sostegno della pastorale in tutto il mondo. Ai sedici segretariati nazionali e a quello internazionale - a Königstein in Germania - si aggiunge la sede polacca, mentre si intensificano le azioni in favore dei cristiani che vivono nei paesi a maggioranza islamica. Ogni anno, il Segretariato internazionale di Königstein riceve circa diecimila richieste di sostegno provenienti da vescovi, sacerdoti, religiosi e laici di tutto il mondo, due terzi delle quali vengono approvate.

Le aree d’intervento sono: formazione di seminaristi e novizie; costruzione di chiese, seminari e conventi; borse di studio per sacerdoti e suore; aiuti a radio e tv d’ispirazione cattolica; fornitura di mezzi di trasporto per la pastorale; sostentamento delle suore e sostegno ai monasteri di clausura; intenzioni di Sante Messe per i sacerdoti bisognosi; pastorale familiare; diffusione di testi religiosi, bibbie e catechismi.

Nel solo 2010, i benefattori della Fondazione hanno donato oltre 86,9 milioni di euro - con un incremento delle offerte del 13,5% rispetto al 2009 - grazie ai quali sono stati realizzati 5.587 progetti in 153 Paesi. I fondi hanno permesso di sostenere 10.645 seminaristi negli studi, celebrare 1.245.352 intenzioni di messe, avviare 417 progetti di costruzione o manutenzione di chiese e cappelle e finanziare 753 progetti a beneficio di suore. La generosità delle donazioni raccolte dai 17 segretariati nazionali è stata così suddivisa: aiuti all’edilizia 26,9%, intenzioni di Sante Messe 16%, formazione teologica 12,1%, aiuti pastorali 12,7%, catechesi 10,5%, apostolato mediatico 8,8%, motorizzazione 4,6%, apostolato biblico 4,1%, sostentamento 2,9%, aiuti d’emergenza 1,4%. Da notare, il grande sostegno alla Chiesa in Russia, sia a quella cattolica (1.465.282 euro) che a quella ortodossa (701.300 euro), dedicando fondi (434.582 euro) anche ai progetti c.d. interconfessionali.
Nei primi sei mesi del 2011, sono stati già avviati decine e decine di progetti. Da segnalare, la costruzione di un centro pastorale a Stip, in Macedonia; gli aiuti e il sostegno religioso agli oltre 150mila rifugiati birmani in Thailandia; la formazione dei catechisti nell’arcidiocesi di Lusaka, in Zambia; il sostegno a Redeviva, l’emittente brasiliana fondata nel 1995 che è tra le maggiori televisioni cattoliche al mondo.

Fin dalla sua nascita, la Fondazione ha difeso il diritto alla libertà religiosa, assumendosi anche l’importante compito di formare le persone a questo diritto fondamentale.  Ha ideato, nel 1999, il Rapporto sulla Libertà Religiosa nel mondo. Il volume - che nel 2012 raggiungerà la dodicesima edizione - si è imposto anno dopo anno all'attenzione di uomini di Chiesa, diplomatici, politici e giornalisti, come uno strumento indispensabile per chi voglia conoscere la situazione della libertà religiosa, negata, insieme a quella di coscienza e di pensiero, al 70% della popolazione mondiale.
La premessa fornisce una panoramica mondiale delle negazioni della libertà religiosa. Secondo i dati forniti da “Amnesty International”, da almeno due decenni il cristianesimo sembra essere la religione più perseguitata del mondo. I cristiani messi a morte ammontano a 12.692. Di questi, 5.343 sono sacerdoti e seminaristi, 4.872 religiosi e religiose, 126 vescovi e 2.351 laici.

Nella Sezione Libertà religiosa ricadute e conseguenze a livello individuale e comunitario, sono elencate  le forme in cui questo diritto si declina sia a livello individuale che comunitario. Tra di esse c’è la libertà di convertirsi a un’altra religione, quella di poter pregare e disporre di un luogo di culto. I due capitoli successivi sono estremamente legati. Se «Testimonianza e martirio - Gesù, Parola di Dio, radice della nostra fede» sottolinea la valenza spirituale e comunitaria attraverso citazioni tratte dal Vecchio e Nuovo Testamento, la parte intitolata Cristiani perseguitati e martiri. L’amore di Dio, fondamento della speranza che è in noi, contiene alcuni frammenti dalle Direttive Spirituali del fondatore di Aiuto alla Chiesa che soffre. “La nostra Opera - scrisse padre Werenfried van Straaten in una delle sue lettere - vi offre la possibilità di condividere il dolore di Gesù. Tramite noi, siete in grado di alleviare la Sua Via Crucis, come Veronica e Simone di Cirene, e di stare ai piedi della Sua croce, come Maria e Giovanni. Non sottraetevi a questo compito. Perché nulla è più terribile del disinteressarsi di Gesù sofferente nella Sua Chiesa. E nulla è più prezioso del consolare Gesù abbandonato nei Suoi fratelli perseguitati”.