Dai passeggini ai biberon, Pro Vita aiuta 10 mamme
Dopo le distribuzioni di settembre, la campagna “Un dono per la Vita” ha visto ieri una nuova puntata, con biberon, pannolini, passeggini e altri beni di prima necessità consegnati a 10 mamme in difficoltà. «Arriviamo là dove lo Stato non arriva», spiega Pro Vita & Famiglia, che si batte per un cambiamento culturale a sostegno della natalità. E allo stesso tempo chiede al governo di rimettere la famiglia al centro.
Le misure economiche non bastano a sostenere la natalità, serve un cambio di mentalità, della sensibilità e dello stile di vita dei giovani che rimandano la scelta di avere figli anche quando beneficiano di tutti i sostegni materiali che faciliterebbero il loro compito genitoriale.
Dalle pagine di questa testata abbiamo più volte affrontato il tema dell’inverno demografico da un punto di vista culturale e antropologico ma allo stesso tempo non abbiamo mai sottovalutato l’importanza del sostegno concreto alle famiglie e alla maternità, che in Italia è ormai ridotta a un fatto privato, a una scelta meramente individuale della donna, quando invece è un’esperienza che concorre come nessun’altra al raggiungimento del bene comune.
Per questo motivo la campagna "Un dono per la Vita", rivolta alle mamme-coraggio e promossa dalla Onlus Pro Vita & Famiglia, assume una grande importanza simbolica. Dopo le distribuzioni di settembre, l’iniziativa ha preso nuovamente forma ieri, nella sede romana dell’organizzazione guidata dal presidente Toni Brandi e dal vicepresidente Jacopo Coghe, dove dieci mamme, che stanno affrontando o hanno affrontato una gravidanza e che versano in difficoltà non solo economiche, hanno ricevuto passeggini, pannolini, ciucci e biberon e altri beni di prima necessità per l’infanzia.
Un sostegno concreto, che alle porte del Natale dona un sorriso ad alcune famiglie e ad alcune donne che hanno deciso di mettere al mondo un bambino malgrado gravi ristrettezze economiche e problemi di altra natura. “Sosteniamo le madri coraggio, che non possono permettersi i beni di prima necessità, con un dono semplice che vuole dare a tutte le donne il messaggio di non arrendersi perché la vita è sempre la migliore scelta che si possa fare. Arriviamo là dove lo Stato non arriva, ossia alle vere e quotidiane necessità delle famiglie. Le spese che una famiglia deve affrontare per un figlio appena nato sono di circa 1.500€ e noi nel nostro piccolo cerchiamo di dare il nostro sostegno a chi non può”, hanno dichiarato Francesca Romana Poleggi e Maria Rachele Ruiu, membri del direttivo di Pro Vita & Famiglia, che hanno consegnato i doni a dieci madri, italiane e migranti, individuate grazie alla collaborazione del Segretariato Sociale per la Vita Onlus, che offre loro assistenza e sostegno. “Il nostro è un piccolo intervento a sostegno alla genitorialità. Essere madri è una gioia ma quando si tratta di persone prive del supporto del proprio compagno, o dei propri familiari o di una rete relazionale e sociale, può far molto paura”, ha proseguito Francesca Romana Poleggi.
I progetti per il sociale sostenuti nel tempo da Pro Vita & Famiglia sono stati diversi: aiuto a famiglie in difficoltà e a mamme che hanno scelto la vita, ma anche donazioni per le cure perinatali e prenatali e tanto altro. “Il nostro impegno”, ha concluso Maria Rachele Ruiu, in attesa del suo secondo figlio, “è una risposta concreta alle esigenze delle mamme, soprattutto a quelle lasciate sole in un momento tanto delicato. Nonostante le numerose battaglie, ancora oggi queste donne rappresentano l’anello debole della società invece che una forza e una risorsa. Ognuno di noi è chiamato a supporto di questa missione sociale e noi la sentiamo come nostra battendoci, anche culturalmente, per una controtendenza che possa riportare a crescere, in tutti i sensi, il nostro Paese”.
L’iniziativa di solidarietà è stata anche un’occasione che ha consentito a Pro Vita & Famiglia di fare il punto sulle prossime sfide sul fronte della promozione della vita, della famiglia e della libertà educativa. Nei giorni scorsi il vicepresidente Coghe ha consegnato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, 23.117 firme raccolte con una petizione della onlus per chiedere al governo che la famiglia torni il tema principale della Manovra finanziaria. “Nel pacchetto famiglia contenuto in Manovra, che è in fase di esame e discussione al Parlamento, nonostante qualche promessa (aumenti di bonus, assegno unico in prospettiva, ecc.) manca quella centralità delle politiche familiari ormai assolutamente necessaria per il rilancio economico, sociale e culturale del paese. Per questo abbiamo chiesto che il Governo e il Parlamento si impegnino a realizzare un fisco a misura di famiglia, perché le attuali misure a sostegno della natalità sono una misera mancetta se paragonate anche agli altri Paesi europei”, ha detto Coghe.
In apertura del 2020, Pro Vita & Famiglia, come realtà tra le principali animatrici del Family Day, sarà impegnata a respingere una vasta offensiva legislativa sul fronte antropologico. A fine gennaio si apriranno le audizioni sul disegno di legge sull’omofobia che rischia di mettere il bavaglio a tutti i gruppi pro family che si battono contro l’utero in affitto e per il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà. Contemporaneamente prosegue la pressione sui parlamentari che dovranno decidere in merito all’applicazione della sentenza della Corte Costituzionale sul suicidio assistito. L’obiettivo è garantire il passaggio obbligatorio per le cure palliative a tutti i malati e l’obiezione di coscienza per i medici. Infine, sono monitorate anche nuove proposte di legge sull’educazione sessuale e il bullismo nelle scuole.