Curare covid e effetti avversi: la strada di Ippocrateorg
Il Senato ospita l'esperienza di sussidiarietà di IppocrateOrg che annuncia uno studio retrospettivo sulle terapie domiciliari: «Ospedalizzazioni bassisime con le cure precoci». E sulle reazioni avverse parte la catalogazione dei sintomi: «La gente ci chiama perché non ha risposte dai medici di base».
Curare precocemente il covid e curare le reazioni avverse gravi. Lo Stato non ha dato risposte adeguate nel primo e sta mancando in maniera preoccupante anche il secondo aspetto, legato alla campagna vaccinale di massa. La sussidiarietà passa anche da Ippocrateorg, l’associazione di medici nata durante il primo lockdown, che ha curato i pazienti attraverso una rete informatizzata fatta di telemedicina e visite a distanza.
Non che sia l’ideale, ma di fronte a medici di base irrigiditisi sul dogma ministeriale della Tachipirina e vigile attesa, è stato uno dei pochi appigli a disposizione dei cittadini abbandonati dagli stessi medici che dovevano curarli.
Dell’esperienza di Ippocrateorg e del confronto con quello che è stato fatto a livello di terapie domiciliari anti covid in altre parti del mondo si sta parlando in questi giorni a Roma nell’ambito del primo Convegno Mondiale sulle Terapie Precoci per il Covid 19 (leggi QUI il programma). Ieri i medici di Ippocrate sono stati ospiti del Senato per una conferenza voluta dalla senatrice leghista Roberta Ferrero a cui hanno preso parte anche il capogruppo del Carroccio al Senato Massimiliano Romeo e l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte Luigi Genesio Icardi.
È stata l’occasione per annunciare, da parte del fondatore di Ippocrate Mauro Rango il primo studio retrospettivo sulle cure domiciliari che ha mostrato una bassissima incidenza di ricoveri e un’ancor più bassa incidenza di decessi.
Di questo e della nuova sfida lanciata dall’associazione, che va nella direzione dell’ascolto delle vittime ignorate da vaccino, la Bussola ha parlato con la dottoressa Veronica Vernocchi (in foto), specialista in fisiatria a Roma e tra i medici dello staff di Ippocrateorg.
Dottoressa, che cosa emerge dallo studio retrospettivo che avete annunciato in Senato?
Mostreremo i dati del nostro lavoro, dati che stiamo ora elaborando. Confermo che il tasso di ospedalizzazione è bassissimo e la mortalità ancora più bassa.
Che scopo ha il convegno di questi giorni?
Ha quello di condividere esperienze di cura con colleghi di altri paesi che hanno portato avanti con successo l’esperienza delle terapie domiciliari precoci. Ci stiamo confrontando con medici di Cile, Portogalli, Russia, Bulgaria, Polonia, Stati Uniti e Gran Bretagna. Anche loro hanno testimoniato e registrato risultati positivi con le cure domiciliari precoci. Per quanto riguarda le molecole utilizzate, c’è una sostanziale convergenza.
Veniamo al tema delle reazioni avverse. Che compito ha l’equipe che state creando?
In questa fase stiamo cercando di raccogliere le richieste di aiuto. Le persone hanno incominciato a rivolgersi a noi in giugno. Come medici ci siamo accorti che ci arrivavano richieste di aiuto sempre più pressanti e abbiamo capito che bisognava fare qualcosa. Così abbiamo messo a disposizione un link nel quale chi lo desiderava poteva chiedere aiuto.
Come pensate di agire?
Anzitutto chiediamo che siano i medici di base a farsi carico del problema, noi stiamo catalogando le reazioni avverse.
Di che tipo di reazioni si tratta?
Sono reazioni inaspettate con diagnosi difficile che però portano a grande destabilizzazione: bruciori, prurito diffuso e inspiegabile, problemi dermatologici, orticaria, moltissimi dolori alle gambe, difficoltà di deambulazione, abbassamento della vista, sindromi erpetiche gravi e violente.
Dalle storie che la Bussola ha raccontato emerge il timore che si tratti di problematiche invalidanti e permanenti…
È un timore giustificato anche dall’assenza di risposte, dall’incertezza che queste persone vivono, per questo bisogna coinvolgere e responsabilizzare i medici di famiglia a cominciare dalle analisi di laboratorio.