Croazia, sì all’affido gay
Una coppia croata unita civilmente chiede l’affido di un minore. La richiesta viene respinta perché la legge vieta l’affido a coppie gay. Interviene la Corte costituzionale che dichiara incostituzionale tale divieto.
Una coppia omosessuale croata si unisce civilmente e poi chiede al Centro di assistenza sociale di Zagabria l’affido di un minore. Il Centro si rifiuta perché la legge vieta l’affido a coppie gay. Si va in tribunale e il giudice dà ragione alla coppia. Ma il Centro resiste e allora scende in campo la Corte costituzionale che conferma la decisione del giudice ordinario e inoltre dichiara che la legge sull’affido contiene una “discriminazione costituzionalmente inaccettabile”. Dunque i giudici in futuro dovranno interpretare questa legge in accordo ai principi espressi dalla Corte.
Questa vicenda croata ci fa comprendere che l’omogenitorialità è diventato ormai un fenomeno globalizzato e che le dinamiche per legittimare le cosiddette “famiglie” si assomigliano da Paese a Paese: dalle vertenze giudiziarie gay friendly al Parlamento che si deve adeguare a tali sentenze oppure ad una prassi giurisprudenziale in contrasto con il dettato normativo.