Cristiani perseguitati. Anche in Europa
La religione più perseguitata al mondo è il cristianesimo. E anche in Europa, anche se è poco conosciuto, esiste un grave problema di intolleranza. Lo denuncia Monsignor Georg Gänswein, il prefetto della Casa Pontificia.
L’antisemitismo è giustamente monitorato in tutta Europa e la sua rinascita in questi anni fa obiettivamente paura. In ogni caso, è un problema di cui si parla, contro cui i governi europei intervengono.
Nell’ultimo decennio si è diffuso anche il termine di “islamo-fobia”, la paura delle minoranze islamiche, soprattutto dopo l’11 settembre 2001. Tuttavia, esistendo un reale fenomeno di terrorismo che si richiama esplicitamente all’islam, l’islamofobia è più ambigua, perché rischia di mettere sotto accusa anche coloro che non hanno affatto paura dei concittadini musulmani, ma si limitano a denunciare il terrorismo jihadista. Anche in questo caso, comunque, per prevenire il razzismo esiste una consapevolezza dei media e i governi intervengono, anche con leggi ad hoc.
Esiste, tuttavia, anche un nemico che pare completamente invisibile agli occhi dei media: la cristiano fobia. I lettori de La Nuova Bussola Quotidiana lo conoscono bene, ma è un fenomeno di cui non si conosce mai abbastanza la diffusione, né i danni e le vittime che produce. Rispetto alle altre religioni, quella cristiana è la maggiormente perseguitata. Su questo concordano sia le stime più larghe (Center for the Study of Global Christianity) che quelle più conservative (Open Doors): nessun’altra religione subisce più persecuzioni. Secondo le stime del Pew Research Center, i cristiani hanno subito o subiscono vessazioni, discriminazioni e persecuzioni in 151 Paesi del mondo (su 193 in totale), nel periodo che va dal 2006 al 2012. Sono cifre che fanno riflettere: a 1701 anni di distanza dall’Editto di Costantino, i cristiani vivono liberi solo una quarantina di Paesi al mondo. Eppure non si nota molta sensibilità sui media riguardo a questo tema. Si dà più spazio a persecuzioni subite da religioni orientali, che pochi conoscono, in pochi e lontani Paesi, rispetto alla sorte toccata a molti correligionari della maggior parte dei lettori, ascoltatori e utenti occidentali.
Di quel che avviene ai cristiani in Europa, poi, si parla ancora meno. Perché, nonostante la libertà di religione sia garantita dalla legge, avanza un laicismo che fa fisicamente male. Non si tratta solo della proliferazione di leggi di chiara ispirazione anti-clericale (su eutanasia, aborto, procreazione assistita, contro l’omofobia … tutte cose di cui si parla ampiamente), ma di atti di vandalismo e brutalità continui di cui non si sente mai parlare. Il Prefetto della Casa Pontificia, Monsignor Georg Gänswein ha denunciato la scorsa domenica a Einsiedeln (Svizzera) la congiura del silenzio sulla persecuzione strisciante in Europa. In una conferenza organizzata da Aiuto alla Chiesa che Soffre, ha citato atti di vandalismo contro le chiese e i simboli cristiani in Italia, in Germania, in Austria e Ungheria, discriminazioni nei posti di lavoro in Inghilterra e Norvegia. Secondo il rapporto 2012 dell’Osservatorio contro l’intolleranza e la discriminazione contro i cristiani in Europa (Ocide), citato dal Prefetto, si sono registrati «soltanto in Svezia 285 delitti contro la religione, 250 contro i cristiani». I simboli cristiani cristiani sono oggetto di scherno e satire blasfeme «nel mondo della cultura, nei media, o anche in Internet» in forma pubblica, qualcosa di «impensabile» quando si tratta di altri gruppi sociali. Nonostante il rapporto Osce sui “crimini di odio”, dal quale risulta che i cristiani sono molto spesso vittime in tutta Europa, «pochi stati membri dell’Osce riportano i casi contro i cristiani all’interno delle loro frontiere, mentre le discriminazioni verso altri gruppi sociali vengono riportate regolarmente».
Difficile comprendere e riassumere in poche parole i motivi di questo silenzio, che colpisce i cristiani in Europa e fuori di essa. Di fatto si dà per scontato che il cristianesimo sia religione di maggioranza, una percezione che induce a una minore attenzione, soprattutto da parte di politici intenti a proteggere le minoranze. In realtà non è più così, visto che in Paesi dell’Europa centrale come l’Austria (tanto per fare un esempio) il cristianesimo cattolico è già una religione minoritaria. La secolarizzazione non ha statistiche certe: quanti battezzati restano cristiani in età adulta? A giudicare dalla frequenza della propria parrocchia, almeno nelle feste consacrate, in Svezia i cristiani sarebbero ridotti a un magro 2%.
Dobbiamo fare i conti, dunque, con un’Europa (occidentale, soprattutto) in cui il cristianesimo è religione minoritaria, ma non è tutelata come tutte le altre minoranze. Si può migliorare, comunque e un esempio, all’interno del mondo occidentale, viene dagli Stati Uniti. Come sottolinea Monsignor Gänswein, oltre oceano c’è una sana separazione fra Stato e religione, basata sul rispetto reciproco, invece che sulla sopraffazione della seconda da parte del primo, come sta avvenendo ovunque nel Vecchio Continente.