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INTERVISTA

"Cristiani, è genocidio", l'Italia si muove

Due mozioni in Parlamento e l'impegno della Regione Lombardia: l'Italia dà seguito all'appello a riconoscere il genocidio dei cristiani in Medio Oriente. Lo spiega alla Nuova BQ il direttore di Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro Monteduro, che illustra la mostra sulla persecuzione dei cristiani al Meeting.

- Meeting, appuntamenti letterari, di A. Rivali

Libertà religiosa 23_08_2016
Cristiani perseguitati

Il genocidio dei cristiani in Iraq e Siria

Per il riconoscimento del genocidio dei cristiani in Medio Oriente «ci sono già due mozioni depositate presso Camera e Senato, e il governatore della Lombardia, Roberto Maroni, si è impegnato a farla approvare dalla regione Lombardia». Così il direttore della sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), Alessandro Monteduro, spiega alla Nuova Bussola Quotidiana come ci si sta muovendo in Italia per dare seguito all'appello che viene dalle Chiese di Iraq e Siria e rilanciato ieri da padre Rebwar Basa nell'intervista al nostro quotidiano

La mostra organizzata dall'ACS al Meeting di Rimini (padiglione C5) che testimonia la persecuzione dei cristiani è certamente una delle più interessanti e delle più visitate. «Anche Roberto Maroni due giorni orsono è venuto a visitare la mostra - dice Monteduro - e mi ha confermato che in settembre, in una delle prime sedute del consiglio regionale lombardo spera già che questa mozione possa essere calendarizzata, discussa e approvata. Sarà la prima istituzione italiana a farlo. Ci sono già due mozioni depositate presso Camera e Senato. Sono già oltre 100 i parlamentari, fra deputati e senatori, che le hanno firmate. Auspichiamo che quanto prima, anche presso i due rami del Parlamento, si possano calendarizzare, discutere e approvare. Tengo a precisare: a tutela di tutte le minoranze che hanno patito la persecuzione, innanzi tutto la comunità yazida».

La persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e in tutto il mondo: quali caratteristiche ha, e di quali numeri parliamo?
Non sono iscritto al club che pratica lo sport dei numeri, è onesto dire che non ci sono numeri ufficiali. È comunemente riconosciuto che ci sono 200 milioni di cristiani che per ragioni di fede patiscono quanto meno una forma di discriminazione nell'intero pianeta, tra Africa, Asia e di discriminazione potremmo parlare anche in aree dell'Europa: se non proprio forme di discriminazione, intolleranza. Ogni riferimento a eccessi di laicismo è voluto. Francia, per esempio. Tuttavia noi raccontiamo della persecuzione di oggi in tutto il mondo. Una doppia persecuzione. Non c'è solo quella dei fondamentalismi, c'è anche quella figlia dei regimi totalitari. Oggi chiudono le Olimpiadi e allora, a proposito di regimi totalitari, diamo le tre medaglie: sul podio, medaglia d'oro Corea del Nord, medaglia d'argento Cina, medaglia di bronzo Eritrea".

Sono i temi della mostra di Rimini...
Noi raccontiamo tutto questo con pannelli e andiamo oltre la descrizione fotografica e il racconto delle foto. La mostra è anche un percorso esperienziale. Per esempio, attraverso il tunnel dei martiri, totalmente oscuro, nel quale si entra, si trovano nove foto, si ascoltano nove nomi, e la ragione per la quale sono stati uccisi e per cui noi li reputiamo martiri. E per tutti la ragione per cui sono stati uccisi è perché erano cristiani. Nell'ultima delle stanze raccontiamo e riproponiamo in modo plastico i luoghi delle tragedie e dei massacri. Per esempio con tavoli di ristorante riproponiamo Dacca, abbiamo stampato il menu di quel ristorante, perché i visitatori alla mostra si sentissero come a Dacca in quel momento. Abbiamo ricostruito idealmente, attraverso dei banchi, l'idea di un'aula di un campus universitario, e lì siamo a Garissa, 2015. Abbiamo ricostruito un parco giochi, Lahore 27 marzo 2016. Perché quei luoghi potrebbero essere luoghi di qualunque parte del mondo.

Padre Jacques Hamel, dal vostro punto di vista, può essere considerato un martire cristiano?
Non solo dal nostro punto di vista. Ma noi abbiamo risposto al martirio di padre Jacques con la formazione di mille nuovi sacerdoti in tutto il mondo, una campagna che ha raccolto centinaia di migliaia di euro che ha consentito di assicurare il pagamento di un anno di studi per mille nuovi sacerdoti nel mondo. Ne viene ucciso uno, ne formiamo mille.

 

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