Criminalità e ideologia, così si alimenta l'illegalità
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Perché cresce l'immigrazione illegale e con essa anche le tragedie in mare? Non è da sottovalutare quella tendenza culturale, che si è fatta sempre più strada nelle società occidentali, che mira a cancellare le radici cristiane e l’identità culturale dell’Occidente e che è portata a salutare con deferenza l’immigrazione incontrollata
Dopo il drammatico naufragio di “migranti” sulle coste della Calabria, a Steccato di Cutro, in provincia di Crotone del 26 febbraio 2023, non è ozioso provare a capire, oltre ogni retorica, perché l’immigrazione dall’Asia e dall’Africa sta diventando sempre più imponente sulle coste italiane e in particolare su quelle calabresi e siciliane.
È, da rilevare, peraltro, che in queste ultime ore – mentre non si è ancora ultimato il recupero in mare dei cadaveri della tragedia di Steccato di Cutro del 26 febbraio - le motovedette della Guardia Costiera sono dovute intervenire, a circa 70 miglia a sud di Crotone, per prestare soccorso a un barcone con circa 500 migranti a bordo. Altre unità della Guardia Costiera hanno, invece, nelle stesse ore prestato soccorso ad altri due barconi con un totale di circa 800 migranti a bordo che si trovavano, invece, a circa 100 miglia a sudest di Roccella Ionica.
Tale immigrazione incontrollata è, tuttavia, determinata dall’8% di persone che fuggono da guerre e carestie e, che, pertanto, hanno diritto allo status di rifugiato, mentre la restante parte è rappresentata dai cosiddetti “migranti economici”, cioè persone che lasciano il proprio paese di origine per ragioni puramente economiche, al fine di cercare di migliorare i propri mezzi di sostentamento e che non sono in alcun modo collegate alla definizione di rifugiato; come detto, i migranti economici non rientrano nei criteri per ottenere lo status di rifugiato e quindi non beneficiano della protezione internazionale prevista per i rifugiati.
Non vi sono, però, soltanto fattori congiunturali a determinare il fenomeno migratorio, ma vi sono anche fattori ideologici e culturali. Il fenomeno migratorio, infatti, è stato propiziato e incentivato culturalmente, negli anni passati, dal buonismo delle élite progressiste, che non hanno esitato a salutare con favore l’immigrazione nel continente europeo di popolazioni differenti dal punto di vista culturale e religioso e ciò non solo per motivi umanitari, ma soprattutto per perseguire quella retorica multiculturalista, che è fondamentalmente una cultura relativista, che sostiene l’idea che tutte le culture sono uguali e che non esistono culture migliori o peggiori di altre.
Non è da sottovalutare, peraltro, quella tendenza culturale, che si è fatta sempre più strada nelle società occidentali, che mira a cancellare le radici cristiane e l’identità culturale dell’Occidente e che è portata a salutare con deferenza l’immigrazione incontrollata che gioco forza rende più fluide e incerte la cultura e le radici delle società occidentali.
La retorica multiculturalista ha, peraltro, cancellato in modo sistematico i termini «emigrato» e «immigrato», che indicavano le persone che espatriavano da un paese a scopo di lavoro e quelle che arrivavano in un paese dall’estero allo stesso scopo, per sostituirli con la parola «migrante». Il termine “migrante” ha, infatti, un’accezione più generica e indeterminata, e per questo è preferito perché sembra indicare lo spostamento da un paese all’altro non come un itinerario motivato e diretto, ma come una condizione strutturale di movimento, di perenne instabilità.
È stato, infatti, rilevato che il termine migrante comunica una visione del mondo in base alla quale non esiste un’appartenenza fissa degli individui a determinati paesi, ma tutta l’umanità, per sua natura, è tendenzialmente nomade e lo spostamento da un paese all’altro è la condizione ordinaria – non straordinaria – del genere umano. In poche parole, il multiculturalismo propizia un mondo senza confini e senza radici culturali.
C’è peraltro da rilevare che la realizzazione di questo progetto ideologico è attuato grazie a una certa compiacenza politica, che ha favorito, negli anni, un’accoglienza indiscriminata.
L’immigrazione indiscriminata continua, infatti, ad essere incentivata da una “filiera virtuale”, che è composta dapprima dall’attivismo dei trafficanti di esseri umani, che contattano e convincono, tramite i social, i migranti a intraprendere viaggi della speranza dall’esito incerto, guadagnando circa ottomila euro a migrante; successivamente, i migranti, che partono su barchini di fortuna, incontrano a metà strada le navi delle ONG, che da un report dei Servizi Segreti, sono un “vantaggio logistico” per i trafficanti di esseri umani; le ONG trasportano i migranti nei porti italiani, ove trovano a riceverli le cooperative, dedite all’accoglienza dei migranti, che si sostengono grazie a progetti di accoglienza finanziati, in modo ingente, dal Ministero dell’Interno.
Non da ultimo è da verificare se gli sbarchi di migranti in Calabria e in Sicilia, hanno una base logistica in loco, predisposta dalla criminalità organizzata. Una cosa è certa, però, l’immigrazione indiscriminata e illegale è un business per molti.