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Islam sciita

Cresce la persecuzione contro i cristiani in Iran

Presi di mira sono soprattutto i convertiti alle Chiese evangeliche, accusati di proselitismo e di far parte di una rete internazionale sionista

 

Si fa più intensa in Iran la repressione delle minoranze religiose, a un anno da quando Ebrahim Raisi ha assunto la carica di presidente della repubblica. Presi di mira sono soprattutto i Bahai, i convertiti al Cristianesimo, i musulmani, sia sunniti che sufi (l’Iran è un paese musulmano sciita). L’organizzazione non governativa statunitense Iran Human Rights Documentation Center (Ihrdc) segnala frequenti accuse infondate contro membri delle minoranze. Tra queste vi è l’accusa di “legami con nazioni straniere” per suscitare “discordia e divisioni” nella società iraniana. Secondo un rapporto dell’Ihrdc, “la propaganda contro i convertiti cristiani è spesso mascherata da antisionismo e i convertiti cristiani sono regolarmente indicati come membri di una rete ‘sionista’”. Non si intende con questo che esistano legami tra i convertiti cristiani e lo stato di Israele, ma piuttosto che ci sia una vasta cospirazione dei cristiani evangelici in tutto il mondo per promuovere punti di vista politici utili all’ideologia sionista. L’agenzia di stampa Fars News, ad esempio, nel gennaio del 2021 ha rivelato che dei membri di una “rete sionista” erano stati arrestati in molte province del paese. Il rapporto di Fars News spiegava che l’obiettivo di questa rete era “creare depravazione morale” e “promuovere le conversioni religiose”. Le campagne di disinformazione contro i convertiti cristiani, diceva,  rivolgono insistentemente vaghe accuse di attentati alla sicurezza nazionale per distinguere i convertiti cristiani armeni da quelli assiri. Intervistato da un sito web che tratta di culti e movimenti religiosi, Hojjat al-Islam Kashani, uno studioso segretario della Islam-Christianity Association, ha dichiarato: “quello che oggi si presenta come Cristianesimo non è il Cristianesimo tradizionale, ma piuttosto un Cristianesimo evangelico e coloniale. In realtà il Cristianesimo evangelico non è una religione. È un movimento politico orientato al colonialismo. Il suo obiettivo politico risulta evidente  nel fatto che gli evangelici si distinguono dagli altri cristiani e che gli armeni iraniani sono contrari ai cristiani evangelici. Altre accuse frequenti sono quelle di proselitismo rivolte a persone che semplicemente praticano e promuovono la loro fede. Benché la Corte Suprema nel novembre del 2021 abbia dichiarato che promuovere il Cristianesimo e creare delle chiese domestiche non erano reati e non dovevano essere considerati crimini contro la sicurezza nazionale, l’arresto e la detenzione dei convertiti cristiani continua.