Covid-19. Secondo le Ong un pretesto usato dall’Italia per respingere gli emigranti
Human Rights Watch accusa Italia e Malta di usare il pretesto della pandemia per venire meno al dovere di soccorso e respingere gli emigranti irregolari, lasciandoli morire nel Mediterraneo
Sembra impossibile, ma i “volontari” delle organizzazioni non governative sono convinti che sia una brutta cosa voler impedire agli stranieri di entrare illegalmente in un paese perché, secondo loro, chiunque, in qualsiasi parte del mondo, decide di mettersi in viaggio alla volta dell’Europa ha il diritto di farlo e di usare qualsiasi mezzo per riuscirci, dal viaggiare clandestinamente al declinare false generalità e fingersi profugo. Sono altresì convinti che Italia, Malta, l’Europa sono responsabili di quel che succede a ogni emigrante irregolare dal momento che lascia casa e si mette in viaggio… per il solo fatto di essere la destinazione scelta. Si rammaricano quindi del fatto che la pandemia di Covid-19 con le restrizioni agli spostamenti che ha determinato abbia costretto quasi tutte le organizzazioni non governative a interrompere le “missioni di salvataggio degli emigranti che tentano la principale rotta marittima dal Nord Africa all’Europa”. Deplorano che nel frattempo i governi di Malta e dell’Italia ignorino o rispondano lentamente alle richieste di aiuto delle persone in difficoltà in mare e abbiano dichiarato il loro porti insicuri a causa del virus, chiudendoli alle poche imbarcazioni di ong che ancora tentano di operare. “È vero che ci troviamo in una situazione speciale – si lamenta Miriam Edding, una volontaria dell’Alarm Phone, intervistata dall’agenzia di stampa The New Humanitarian – ma non mi risulta che esistono leggi secondo cui se c’è una pandemia si è autorizzati a lasciar morire la gente in mare”. Judith Sunderland, direttore associato dell’ong Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia Centrale, è ancora più dura e irosa: “tutti sanno che Italia e Malta da tanto cercavano di eludere le loro responsabilità nei confronti degli emigranti, il loro dovere di cercarli, soccorrerli e portarli a terra. È del tutto evidente che il Covid-19 è usato come pretesto per fare quello che molti politici e leader di governo hanno cercato di fare in un modo o nell’altro per anni”. Si capisce che Sunderland rimpiange gli anni d’oro, tra il 2014 e il 2016, quando più di mezzo milione di persone hanno compiuto la traversata e sono arrivate sulle coste europee e accusa: “i paesi europei a partire dal 2017 hanno tolto le loro navi e le loro guardie costiere dalle aree del Mediterraneo centrale dove potevano entrare in contatto con dei richiedenti asilo e degli emigranti, come parte di una strategia che mirava a ridurre il numero delle persone che raggiungevano irregolarmente nel continente”.