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il caso

Cosa ci insegna lo scandalo inglese sulle trasfusioni infette

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La Gran Bretagna è sconvolta per lo scandalo del sangue infetto che ha provocato 3.000 morti e 30.000 ammalati. Ma la verità è emersa solo grazie a una commissione indipendente. Un monito per la commissione d'inchiesta sul Covid che ancora deve insediarsi in Italia. 

Editoriali 23_05_2024

La Gran Bretagna è stata scossa da una notizia clamorosa, che ha provocato una svolta giudiziaria nello scandalo del sangue infetto nel Regno Unito. Grazie a un rapporto reso pubblico il 20 maggio dall'Infected Blood Inquiry, una commissione di inchiesta indipendente istituita nel 2017 durante la breve stagione governativa del premier Theresa May, e che ha terminato le sue indagini condotte sotto la guida di Sir Brian Langstaff, già Giudice dell’Alta Corte inglese, è stato rivelato che oltre 3.000 persone sono morte nel Regno Unito fra gli anni Settanta e Novanta dopo aver ricevuto trasfusioni di sangue infetto da virus come l'HIV o l'epatite. Le persone infettate sono state più di 30.000.

Non solo quello che è accaduto rappresenta un capitolo di impressionante malasanità, ma anche un episodio di deliberato occultamento della verità, a cui si è finalmente arrivati dopo cinquant’anni. 

Il documento di oltre 2.500 pagine ha messo a nudo un vero e proprio catalogo di fallimenti, con conseguenze catastrofiche per le vittime e i loro familiari. «In gran parte, anche se non del tutto, si sarebbe potuto evitare», ha dichiarato Sir Brian Langstaff, autore del rapporto. Un vero e proprio scandalo, che mette in luce quella che è stata una ostinata e dolosa volontà delle autorità sanitarie di negare la verità dei fatti, di insabbiarli, una volontà che fa pensare. L’opinione pubblica - allora come oggi - è convinta che la voce delle istituzioni sanitarie, degli “esperti”, possieda un dogma laico e scientista d'infallibilità, per l’autorità della fonte stessa di provenienza, ma questo scandalo smentisce questa presunzione di intoccabilità.

Cosa dice il rapporto dell'Infected Blood Inquiry?

Il testo spiega come migliaia di persone ricevettero trasfusioni di sangue o di emoderivati (in gran parte provenienti dagli Stati Uniti) contaminati con virus dell’HIV o dell’Epatite B e C. Furono, come detto, 30.000 le persone che si ammalarono di queste patologie, e il 10% morirono. Per molti fu uno shock vedersi diagnosticato l’AIDS, senza che ci fosse stato alcun comportamento a rischio, e si aggiunse l’amarezza e il dolore di non essere creduti. Le persone che si ammalarono furono pazienti che avevano ricevuto trasfusioni dopo un intervento chirurgico, o mamme che avevano partorito, e in molti casi si trattò di emofiliaci, persone affette da una patologia che richiede periodicamente delle trasfusioni. Si ammalarono a causa quindi di una serie di errori commessi nella preparazione e controllo delle sacche da trasfondere. Errori, secondo il rapporto della commissione, che avrebbero potuto essere evitati. Errori che per lunghi anni non sono stati riconosciuti.

Solo la commovente insistenza con cui i parenti delle vittime hanno continuato a chiedere giustizia per i propri cari portò Theresa May ad affidare ad una figura integerrima come Sir Langstaff di condurre una inchiesta accurata. Il rapporto finale ha elaborato dodici raccomandazioni rivolte alle attuali autorità tra cui un piano di risarcimento immediato delle persone infettate e delle loro famiglie in caso di morte dei pazienti, tale da porre fine ai tentennamenti mostrati in precedenza.

A fronte dei risultati dell'inchiesta il premier Rishi Sunak si è scusato per quanto accaduto e ha promesso l'intervento per lo meno riparatore dell'esecutivo seguendo le indicazioni dell'inchiesta. Le previsioni dei costi totali dei risarcimenti ammontano a miliardi di sterline e la cifra sarà annunciata questa settimana. «Voglio presentare le scuse con tutto il cuore e senza equivoci per questa terribile ingiustizia», ha detto Sunak davanti al Parlamento, riconoscendo gli errori compiuti, e l’insabbiamento del caso fatto a suo tempo dalle autorità sanitarie.

L’esito di questa inchiesta rappresenta un barlume di speranza anche per altre vittime di pratiche sanitarie che possono avere determinato dei danni a carico delle persone: la speranza che commissioni d’inchiesta - possibilmente indipendenti come quella inglese - portino all’emergere della verità. Come è il caso, in Italia, della Commissione bicamerale sulla gestione del Covid che dovrebbe partire a breve e che deve lavorare con assoluta indipendenza per arrivare alla verità sui tanti danneggiati da vaccino, che ancora non hanno ottenuto ascolto né giustizia. 

Il grande scienziato Montagnier diceva che la menzogna prende l’ascensore e sale velocemente, mentre la verità prende le scale: sale più lentamente, ma poi arriva.