Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi

USA

Corte Suprema: vietato licenziare perché gay

«Un datore di lavoro che licenzia un individuo semplicemente perché è gay o transgender è in violazione della legge», questa è la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Gender Watch 17_06_2020

«Un datore di lavoro che licenzia un individuo semplicemente perché è gay o transgender è in violazione della legge», questa è la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti. Sei voti contro 3. La Corte ha deciso che la disciplina normativa contro la discriminazione sulla base del sesso (il Title VII del Civil Rights Act del 1964), deve essere estesa anche all'orientamento e all'identità sessuale.

Un paio di brevi riflessioni. Giusto vietare di licenziare quando l’omosessualità e la transessualità non interessano direttamente le mansioni lavorative. Sarebbe pretestuoso. Ma nel caso in cui possano incidere nel corretto svolgimento del proprio lavoro, sarebbe invece giusto licenziare. Pensiamo al caso di una scuola cattolica in cui un suo docente è omosessuale. Questi ad un certo punto fa outing con i suoi studenti i quali saranno indotti a pensare che ormai non c’è più incompatibilità tra omosessualità e dottrina cattolica. I dirigenti scolastici avranno le mani legate e non potranno licenziare il docente, sebbene l’omosessualità sia incompatibile con il portato culturale e dottrinale cattolico. In breve la decisione della Corte tarpa le ali alla libera imprenditoria e iniziativa privata.

Senza poi contare che d’ora in poi sarà assai difficile licenziare una persona omosessuale o transessuale perché qualsiasi motivo di licenziamento, seppur giustificato, verrà riferito alla condizione omosessuale o transessuale del dipendente. Se ad esempio il lavoratore omosessuale Tizio è uno scansafatiche e il datore di lavoro deciderà di licenziarlo, difficilmente ci riuscirà, perché Tizio avrà gioco facile a sostenere che il reale motivo del licenziamento è il suo orientamento e non la sua poca produttività.