Coronexit, la sfida di Johnson ha basi scientifiche
La strategia anti-coronavirus annunciata dal premier Boris Johnson e fonte di numerose polemiche, si basa sugli studi di due importanti scienziati britannici, Patrick Vallance e Chris Whitty, che mirano a ritardare il picco dei contagi per creare una immunità di gregge.
- QUARANTENA, OCCASIONE DA SFRUTTARE, di Roberto Marchesini
Sul fronte della battaglia al Coronavirus, la novità è venuta da Londra, e ha già creato molte reazioni polemiche. Da giorni ci chiedevamo come mai il Governo di Sua Maestà non prendesse alcuno dei provvedimenti restrittivi che si stanno imponendo in tutta Europa, con l’Italia come capofila del “modello cinese” fatto di chiusure di tutto ciò che era possibile chiudere. In tutta la Gran Bretagna le scuole e le università sono aperte e la vita procede secondo le normali abitudini. Il campionato di calcio è proseguito con stradi stracolmi, come si è visto anche questa settimana a Liverpool e Glasgow, e solo dal prossimo weekend le porte degli stadi resteranno chiusi.
Qualcuno ha parlato di follia, o di incoscienza, ma venerdì Boris Johnson, che ha riconosciuto che il Paese si trova di fronte ad una seria emergenza sanitaria, ha rivelato che il suo Governo ha una strategia totalmente differente per affrontare la sfida dell’epidemia.
Johnson si è avvalso della consulenza di due esperti, che ha chiamato a fargli da consulenti, due importanti figure della sanità britannica: Sir Patrick Vallance e il professor Chris Whitty. Il primo ha dal 2018 l’incarico di Chief Scientific Adviser del Governo, ossia capo consulente scientifico. E’ stato per anni alla guida del settore ricerca della più grande azienda farmaceutica britannica, la GlaxoSmithKline. Il secondo è il Professor Chris Whitty, che è Chief Medical Officer per il Governo inglese, epidemiologo ed esperto di sanità pubblica.
Questi due scienziati sono dunque le menti della strategia britannica, una strategia che sta già facendo molto discutere. Quali sono i suoi punti? Vallance e Whitty si sono detti ben consapevoli che molti paesi stanno adottando misure severe per reprimere la diffusione del coronavirus, tra cui la chiusura delle scuole, la fine delle riunioni di massa e le severe restrizioni ai viaggi, mentre il Regno Unito ha adottato misure di controllo relativamente modeste. Tuttavia il sistema di restrizioni per i professori britannici non è il solo modello possibile, e anzi potrebbe rivelarsi un boomerang.
Le simulazioni al computer fatte dagli esperti indicano che il Regno Unito è nelle prime fasi della sua epidemia, che dovrebbe aumentare rapidamente tra quattro settimane e raggiungere il picco tra 10 e 14 settimane. Sir Patrick e il Professor Whitty hanno pronunciato la sentenza che è troppo presto per imporre severe restrizioni in questa fase. Tali restrizioni potrebbero durare diversi mesi e rischiare la "fatica dell'isolamento", con le persone che escono di casa proprio mentre l'epidemia è al culmine. Gli anziani sono particolarmente a rischio di sviluppare sintomi gravi. Ma molti di loro sono già isolati. Tagliarli fuori dalle loro comunità in questa fase, quando i rischi sono ancora relativamente bassi, creerebbe loro difficoltà inutili.
I due super esperti hanno anche sconsigliato la sospensione delle riunioni di massa. Ancora una volta, i loro modelli informatici indicano che questo sarebbe meno efficace e più dirompente rispetto alle misure che hanno raccomandato: lavarsi le mani e chiedere alle persone di autoisolarsi se mostrano sintomi della malattia. Queste misure, se correttamente implementate, potrebbero ridurre il picco dei casi del 20%, afferma Sir Patrick.
"Le persone hanno molte più probabilità di catturare il virus da un membro della famiglia o da un amico da qualche parte in un piccolo spazio piuttosto che in un grande spazio, come uno stadio sportivo", ha detto. E lo stesso vale per le chiusure scolastiche. La chiusura delle scuole per Vallance e Whitty è efficace per controllare gravi epidemie di influenza, ma Covid-19 sembra influenzare meno i bambini. Questo sembra confermato dall’evidenza italiana, dove la chiusura delle scuole - come si è rilevato epidemiologicamente - ha portato ad una drastica diminuzione dei casi di influenza stagionale. Per gli inglesi però c'è un altro rischio: i bambini a casa da scuola potrebbero trasmettere il Covid 19 - cui sembrano decisamente più resistenti - ai loro genitori e nonni.
La strategia britannica pertanto è di ritardare l'insorgenza del picco della malattia fino ai mesi estivi, diluendo - per così dire - il numero dei casi. Gli sforzi per eliminarlo troppo rapidamente rischiano di far tornare l'epidemia, forse durante l'inverno prossimo, una volta revocate le misure estreme.
Sir Vallance ha spiegato che occorre cercare di “spalmare” il decorso dell’epidemia, non cercare di eliminarla completamente in breve tempo. "Ciò che non vogliamo è che tutti se lo prendano in breve tempo intasando i servizi sanitari" ha detto, ma al tempo stesso, poiché la grande maggioranza delle persone presenta la malattia in forma non grave, e guarisce, “ritardando le misure restrittive costruiamo una sorta di immunità di gregge in modo che più persone siano immuni al virus e si riducano i contagi mentre proteggiamo le persone più vulnerabili". Se sopprimi qualcosa in modo molto, molto radicale, quando allenti le misure c'è un effetto di rimbalzo e questo rimbalzo arriva al momento sbagliato, ha insistito Vallance.
L'immunità di gregge è un concetto che è diventato piuttosto noto a seguito dei dibattiti sulle vaccinazioni: se una percentuale sufficientemente alta di una popolazione ha sviluppato delle difese immunitarie, ad opera di una vaccinazione o grazie all’immunità naturale acquisita per aver fatto una malattia, la circolazione del virus è molto minore e ciò consente a questa parte di popolazione immunizzata di proteggere anche quella che non lo è. La percentuale di immunizzati che si dovrebbe raggiungere per avere una efficace immunità di gregge è del 60%
E’ importante sottolineare che se uno scienziato come Sir Vallance, che è stato per anni capo del settore ricerca e sviluppo di un gigante delle vaccinazioni come GlaxoSmithKline, punta sull’immunizzazione naturale, e non su un ipotetico vaccino, ciò significa che molte delle speculazioni che si stanno facendo su eventuali vaccini da avere a disposizione a breve non hanno consistenza .
Vallance ha avvertito che il Covid-19 è destinato a diventare molto probabilmente un virus annuale, un'infezione stagionale annuale. Bloccarlo sarà impossibile, almeno per un certo periodo di tempo, e quindi dovremo imparare a convivere con esso, e per questo non ha senso vivere in uno stato di continua emergenza, e non ha senso chiudere le attività economiche, produttive, sociali, educative.
Ancora una volta l’Inghilterra sfodera il suo proverbiale “Keep calm and go on”. Una linea di realismo, illustrata dal premier Johnson che non ha voluto illudere i britannici: “Molte famiglie perderanno i loro cari” ha dichiarato. Una scelta di chiarezza che ha ricordato Winston Churchill che prometteva “sangue, sudore e lacrime” per ottenere la vittoria. La guerra contro l’epidemia non sarà breve. Niente retorica del “torneremo presto ad abbracciarci”, dunque, ma un guardare in faccia la realtà di oggi anche in una prospettiva futura.
Qualcuno tuttavia pensa che questa strategia nel suo pragmatismo non tenga conto delle perdite che potrà costare. Perdite di persone fragili, anziane, immunodepresse, che potrebbero essere molto alte come conseguenza della diffusione controllata del contagio. Danni collaterali per ottenere l’immunità di gregge e la protezione nei confronti di futuri nuovi possibili focolai. Vedremo chi ha ragione.