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CARDINALI CONTRO

Cordes le suona a Marx: le sue sono chiacchiere da bar

«Nella Chiesa, certe dichiarazioni sono più appropriate per una chiacchierata al bar». Lo dice il cardinale tedesco Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio consiglio Cor Unum, riferendosi ad alcune esternazioni del suo connazionale cardinale Reinhard Marx. Significativo il titolo dell'intervento: "Protesto!". 

Ecclesia 11_03_2015
Il cardinalke tedesco Joseph Cordes

«Nel contesto della Chiesa certe dichiarazioni sono più appropriate per una chiacchierata al bar». Lo ha detto il cardinale tedesco Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio consiglio Cor Unum, riferendosi ad alcune esternazioni del suo connazionale cardinale Reinhard Marx. Il testo è stato pubblicato da Kath.net dietro specifica autorizzazione del cardinale Cordes e il titolo è molto chiaro: “Protesto!”.

La missiva, inviata il 7 marzo al Die Tagespost, suona come un forte richiamo. Innanzitutto, secondo Cordes, c'è poco da essere ottimisti sul futuro del cattolicesimo in Germania.  «Un sondaggio della Fondazione Bertelsmann ha rilevato che solo il 16,2% dei cattolici tedeschi occidentali credono in un Dio onnipotente come interlocutore personale; il resto dei cattolici identifica Dio come una provvidenza senza volto, un destino anonimo o una forza primordiale. Oppure lo negano semplicemente». Le dichiarazioni del cardinale Reinhard Marx, secondo Cordes, mostrano anche una certa «confusione teologica». Il primo riferimento è alla famosa battuta sulla chiesa tedesca che «non è una filiale di Roma». «Ogni Conferenza episcopale», disse Marx, «è competente, nel proprio ambito culturale, per quanto riguarda la pastorale e ha come compito il dovere di annunciare il Vangelo». «Come esperto di etica sociale», risponde Cordes, «forse il cardinale Marx conosce molto bene l'indipendenza delle filiali delle grandi aziende. Tuttavia nel contesto della Chiesa certe dichiarazioni sono più appropriate per una chiacchierata al bar».  Anche perché i temi su cui si rivendica autonomia non riguardano «la nuova edizione del libretto dei canti, o la decisione sul percorso del pellegrinaggio di Altotting».

Il problema principale, infatti, si ritrova in un'altra dichiarazione del cardinale Marx, quella per cui in Germania «non possiamo aspettare fino a quando un Sinodo ci dirà come dobbiamo comportarci qui sul matrimonio e la pastorale familiare». A giudizio di Cordes questa frase «non è certamente ispirata da uno spirito di comunione ecclesiale», mentre lo ritiene espressione di un «complesso anti romano» che è «una realtà propria delle latitudini settentrionali, dotate di forza centrifuga. Altamente distruttivo per l'unità della fede». Nello specifico, il problema dei divorziati risposati e del loro accesso all'eucaristia, dice Cordes, «è collegato al cuore della teologia» e «nemmeno un cardinale può separare la pastorale dalla dottrina con un colpo di mano». Parole dure che manifestano un’insofferenza molto forte per come la Conferenza episcopale tedesca vorrebbe, invece, risolvere questi problemi.

La protesta del presidente emerito di Cor Unum non risparmia neppure monsignor Franz Josef Bode, presidente della Commissione pastorale dei vescovi tedeschi, che ha partecipato alla conferenza stampa con il cardinale Marx. Il vescovo aveva richiamato un cambio di paradigma che mirava a includere tra le fonti della fede anche la vita vissuta dagli uomini del tempo. A questo proposito Cordes richiama il dibattito conciliare che «in ultima analisi ha concluso che sarebbe sbagliato considerare questi “segni dei tempi” della vita dell'uomo come fonte della fede (…) La Costituzione conciliare sulla divina Rivelazione insegna senza nessun dubbio che la fede della Chiesa Cattolica si nutre esclusivamente della Sacra Scrittura e della Dottrina della Chiesa».

Anche il cardinale africano Robert Sarah, nel suo libro intervista Dieu ou rien, ha sollevato alcune perplessità su come Marx avanzi alcune richieste sui temi del Sinodo sulla famiglia. In particolare, dice Sarah, certe dichiarazioni «generali mi sembrano essere espressioni di pura ideologia che si vuole imporre a marce forzate a tutta la Chiesa». La speranza di Cordes è che i pastori che si riuniranno a Roma nell'ottobre prossimo sappiano dare agli uomini e alle donne del nostro tempo «una guida per radicare più profondamente il loro matrimonio nella fede in Gesù Cristo, in modo che possano essere testimoni della potenza di Dio nella vita delle persone». C'è proprio aria di tempesta nella Chiesa tedesca.