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QUASI UN DERBY

Contrordine su Medjugorje: adesso la Madonna "appare"

Nemmeno 50 chilometri separano Fiuggi da Palestrina, eppure quella piccola distanza fa la differenza. A Fiuggi il vescovo ha probito ai fedeli di partecipare all'incontro con una veggente di Medjugorje. A Palestrina, un altro vescovo, invece è intervenito di persona al raduno  con  le stessa veggente. Chi ha ragione?

Ecclesia 11_11_2014
La chiesa di Medjugorje

«Sembra che la strategia della Madonna sia quella di non apparire mai ai giornalisti e ai professori». Così, scherzando, il più grande mariologo del Novecento rispondeva a Vittorio Messori che lo intervistava sulle apparizioni di Medjugorje. Beh, alle già malandate categorie di giornalisti e professori, ora bisognerebbe pure aggiungere quella dei vescovi. Che, in questi ultimi tempi, paiono far a gara a confondere i fedeli e spaesare il devoto popolo di Dio. Uno non fa in tempo a dire A che l’altro subito gli ribatte con un secco B. Il Sinodo insegna, ma le Loro Eccellenze faticano a imparare. Capita così che un incontro di preghiera con una veggente Medjugorie venga proibito da un da una Diocesi, per poi essere invece riproposto il giorno dopo da un’altra situata a soli 50 chilometri di distanza dalla prima, e con motivazioni opposte. Insomma, quasi un derby tra vescovi. Divertente se non ci fosse in gioco la credibilità delle apparizioni della Madonna. Niente battute e stiamo ai fatti. 

Dieci giorni fa, il vescovo di Anagni, monsignor Lorenzo Loppa, spedì una circolare urgente a sacerdoti e fedeli proibendo la partecipazione a qualsiasi incontro di preghiera legato ai "fenomeni di Medjugorje". (clicca qui). Più precisamente, all’indice erano gli «incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata l'attendibilità di tali fenomeni». Allusione, per niente velata, all’appuntamento, in programma per sabato 8 di novembre a Fiuggi, con Vicka Ivankovic, una delle veggenti di Medjugorje. Divieto motivato in base alle istruzioni emanate qualche mese fa dalla Congregazione vaticana per la Dottrina della Fede e alle conclusioni dei vescovi dell’ex Jugoslavia, contenute nella Dichiarazione di Zara del 10 aprile 1991. In questa si afferma che: «Sulla base delle ricerche finora compiute, non è possibile affermare che si tratti di apparizioni o di rivelazioni soprannaturali». Da qui l’invito al clero e ai fedeli a non partecipare a incontri, conferenze o celebrazioni pubbliche su Medjugorje per evitare turbamento e scandalo. 

La Dichiarazione di Zara, come avevano messo subito in risalato diversi mariologi, non era affatto una bocciatura delle apparizioni della Vergine che avvenivano dal 1981 nel paesino della Bosnia Erzegovina: lo sarebbe stata se invece i vescovi avessero usato la formula «consta della non soprannaturalità delle apparizioni» (cosa che era sostenuta dal vescovo di Mostar). Invece, la formula usata nel 1991 ribadiva una posizione di attesa, che, come disse il cardinal Bertone, segretario di Stato di Benedetto XVI, «lasciava la porta aperta alle future indagini». Monsignor Loppa, invece, l’applicò in modo restrittivo: sia pur discutibile, l’indicazione nella sua perentorietà, era chiara. L’incontro con la veggente venne cancellato, ma non del tutto annullato. Solo “spostato” di qualche chilometro più là dagli organizzatori, in modo da cambiare la giurisdizione diocesana e di conseguenza sottrarla al vescovo titolare. 

Il niet vescovile non poteva passare inosservato e qualche giornale si tuffò a capofitto nella ricerca di qualche piccante retroscena del gran rifiuto. Lo scoop lo mise a segno Chi, il settimale di gossip. Un anno fa, in casa di Vicka, i pellegrini avevano assistito a un fenomeno singolare: una statua della Madonna di Lourdes aveva cominciato a illuminarsi. Un evento che si era verificato più volte, in più giorni, e sempre testimoniato dai fedeli in preghiera, che avevano anche fotografato la statua illuminata. Tanto da spingere le autorità ecclesiastiche di Medjugorje a sequestrarla, per condurre gli esami del caso Da allora non si è più saputo nulla, ma ormai, ha scritto il settimanale, sempre più insistenti sono le voci secondo cui la statua della Madonna sarebbe stata dipinta con vernice fosforescente. Da qui la “diffidenza” delle autorità ecclesiastiche verso la veggente. Ma i fatti hanno anche un’altra spiegazione, quella, ad esempio, che ha fornito Paolo Brosio, il giornalista convertito sulla via di Medjugorje che sulle apparizioni ha scritto diversi libri. «La casa della famiglia dei veggenti», ha dichiarato Brosio intervistato dal Giornale, «ormai è un museo. C'è un pellegrinaggio continuo. La statua è stata regalata a Vicka da gente di Treviso reduce da Lourdes. Lì nessuno fa vigilanza, chiunque può entrare, uscire....».L’ipotesi di Brosio è che si sia trattato di una crudele messinscena per mettere in cattiva luce Medjugiorie e quello che rappresenta.

In questo contesto già troppo agitato si inserisce la lettera del vescovo Loppa, che per motivare il suo ripensamento si appella alla disposizione della Congregazione per la Dottrina della Fede. Vero o no, questa ricostruzione non è mai stata smentita. Non solo: all’incontro di Fiuggi, era stato invitato anche il vescovo Loppa, il quale avrebbe dovuto offrire il suo saluto di benvenuto. Inoltre, il Centro Regina Pacis di Frascati, organizzatore dell’evento, già dal primo settembre aveva reso noto il programma, come certificato dalla pubblicazione della locandina su Facebook . «Risulta quindi strano», scrivono i responsabili, «che il 23 ottobre, il vescovo Loppa faccia emanare una circolare in cui viene specificato che “i gruppi che organizzano siffatti eventi agiscono in modo totalmente autonomo, senza informare l’Ordinario”». Beh, certo l’improvviso ripensamento autorizza l’ipotesi che monsignore abibia voluto sfilarsi dopo il caso della madonnina fluorescente. 

Domenica scorsa sul piazzale della chiesa di Gesù Redentore a Palestrina, la veggente Vicka Ivankovic, la stessa dell’incontro di Fiuggi, ha pregato insieme a più di mille fedeli arrivati da tutto il Lazio per assistere spiritualmente all’apparizione della Vergine. Al termine, Vicka si volge a loro e afferma: «la Madonna di Medjugorje mi ha parlato. Dice che ha tutti noi nel cuore, che vuole la pace nel mondo, che dobbiamo pregare. Alcu- ne cose, però, non le posso dire, perché sono fra me e lei. Ma comunque farà altre apparizioni».Palestrina dista da Fiuggi neppure una cinquantina di chilometri e la Diocesi è guidata dal vescovo Domenico Sigalini, bresciano classe 1942. Lui non ha emesso alcuna circolare né editto di sorta per proibire l’incontro con la veggente di Medjugorie, anzi. Monsignor Segalini ne è un grande sostenitore e all’incontro con Vicka, domenica c’era pure lui sul palco. Non solo: il vescovo nel paesino bosniaco ci va tutti gli anni, guida pellegrinaggi insieme al “Movimento Gospa”, tiene conferenze per sacerdoti e laici, sei anni fa partecipò al Festival Internazionale dei Giovani a Medjugorie, portando i ragazzi della sua Diocesi. 

Nello scorso gennaio si sono conclusi i lavori della Commissione internazionale di inchiesta, istituita da Benedetto XVI e presieduta dal cardinale Camillo Ruini, sulle apparizioni della Madonna.  I risultati dello studio di questa Commissione, che ha interrogato i protagonisti e molti testimoni, sono adesso nelle mani della Congregazione per la dottrina della fede. Come finirà? Nel corso di tre decenni, le apparizioni di Medjugorje e l’imponente movimento di devozione ormai mondiale, non solo i milioni di pellegrini che si sono recati sul luogo, ma le decine di migliaia di persone che pressoché ogni giorno si radunano in ogni parte del mondo nel nome della “Gospa”, come ha notato Maurizio Crippa sul Foglio, «sono diventate un fenomeno macroscopico, guardato con ammirazione o sospetto, ma in ogni caso poco maneggevole e sempre meno incasellabile per la Chiesa cattolica». Lo abbiano scritto: la Chiesa non può riconoscere l’autenticità di un fatto soprannaturale mentre è ancora in corso. Ma questa incertezza e il differente comportamento su Medjugorje a seconda delle Diocesi non servono certo a chiarire le idee. 

In Italia ma anche all’estero, dove tra i più convinti sostenitori della veridicità delle apparizioni c’è il cardinale di Vienna, Christoph Schönborn: lui ogni anno riempie la cattedrale di Santo Stefano di fedeli che entrano in chiesa per ascoltare quanto hanno da dire Ivan Dragicevic e gli altri veggenti.E, ironia della sorte o beffardo contrappasso, il cardinale viene considerato dai vaticanisti tra i “progressisti” del recente Sinodo straordinario sulla famiglia. Contro i “tradizionalisti” guidati da Gerhard Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina, che sulle apparizioni mariane di Medjugorje avrebbe le stesse riserve dell’ala cardinalizia più scettica e incredula. Quella cioè, del “non consta” e perciò del divieto assoluto di preghiera e incontro con i veggenti.Beh, così le cose non possono certo funzionare: già troppe sono le materie di discussione e a volte di divisione tra i cattolici perché anche la Madonna diventi il pretesto di un derby davvero poco mariano.