Conservatori, Identitari e Patrioti europei verso la fusione
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Grandi manovre nella destra dell'Europarlamento. I Patrioti europei, costituiti per volontà di Orban, hanno accolto anche l'adesione di Vox (finora fra i Conservatori) e puntano alla fusione con Identità e Democrazia (gruppo di Le Pen e Salvini)
I leaders del gruppo “Identità e Democrazia” (ID) si vedranno lunedì 8 luglio, il giorno successivo al secondo turno delle elezioni francesi per deliberare, quasi certamente, la fusione e ricomposizione, con il neonato gruppo parlamentare dei “Patriottici per l’Europa”, riunito anch’esso lunedì 8 luglio, così da costituire un unico e nuovo gruppo politico che diverrebbe, per consistenza numerica, il quarto gruppo del Parlamento europeo, dopo Popolari, Socialisti e Conservatori.
Dopo la costituzione del gruppo dei Patrioti Europei di domenica scorsa, da noi descritto nei giorni scorsi, oltre alla adesione dei parlamentari conservatori portoghesi del partito Chega, ieri lo spagnolo Vox ed il suo leader Santiago Abascal hanno dichiarato l’adesione alla nuova formazione politica e gruppo. La Lega di Matteo Salvini nei giorni scorsi aveva aperto all’ipotesi di una fusione e ricomposizione in un unico gruppo tra gli Identitari e Democratici, governati di fatto da Marine Le Pen e Matteo Salvini, e i Patrioti per l’Europa. La scelta di ieri pomeriggio di Santiago Abascal, più volte dichiaratosi amico incondizionato di Giorgia Meloni e fiero conservatore, di schierare i suoi 4 parlamentari europei con i “Patrioti” e ridotto il gruppo di Meloni a 76 membri (per ora), riapre un risiko tra le componenti anticentraliste e conservatrici europee.
Tra l’altro, oltre alle ragioni politiche e di contenuti comuni, è chiaro che la fusione, tra Patrioti e Identitari, sarebbe un passo necessario per la sopravvivenza della famiglia politica e gruppo di ID che, con la scelta della formazione austriaca FPÖ, del portoghese Chega (verso i Patrioti) e dell’eurodeputata estone indipendente, Madison Jaak (verso i Conservatori), non soddisfa più il criterio della provenienza da sette diverse delegazioni nazionali dei suoi deputati. Ad oggi sono infatti solo sei i membri dell'ID: il Rassemblement National francese (RN) con 30 parlamentari, la Lega per Salvini con 8 parlamentari, il Partito della libertà olandese (PVV) con 6 parlamentari, il Vlaams Belang fiammingo con 3 parlamentari, l'SPD ceco con 1 parlamentare e 1 per il Partito popolare danese.
I due gruppi uniti ad oggi sulla carta, potrebbero contare su almeno 85 membri. Ciò consentirebbe, nel momento in cui scriviamo, alla nuova aggregazione politica di divenire il terzo gruppo per consistenza numerica, con i Conservatori di Giorgia Meloni quarti e, a pochissima distanza, i Liberali di Renew, fermi a 76 membri, dopo l’iscrizione di due parlamentari indipendenti irlandesi negli ultimi giorni. La situazione è in grande evoluzione e, senza alcuna volontà di offendere, la ricomposizione dei gruppi parlamentari europei, tranne per quello dei Popolari e dei Socialisti, appare una convulsa e frenetica ricerca di numeri più che ricerca di coerenza politica.
Nei gironi scorsi era trapelata anche la possibilità di una adesione in massa dei parlamentari europei del PiS conservatore e cristiano polacco che, con i suoi 21 parlamentari, avrebbe ampiamento svilito le ambizioni dei Conservatori europei (ECR). Ebbene, proprio nei giorni scorsi, durante la riunione in Sicilia della famiglia politica guidata da Giorgia Meloni, i leaders del PiS hanno ribadito la decisione di rimanere nell'ECR in cambio di posizioni influenti nel gruppo. Gli esempi di queste ore in casa dei Conservatori, Identitari e Patriottici, come la campagna “acquisti” irlandese dei Liberali di Renew o la decisione dei Cinque Stelle di passare al gruppo delle sinistre, ne sono tristi esempi.
Non dimentichiamo che, in tutto questo bailamme, i tedeschi dell'AfD con i loro 15 parlamentari, proprio perché incompatibili sia con i Conservatori, sia con i Patriottici ed Identitari, con i loro 15 parlamentari potrebbero anch’essi tentare un’aggregazione con i rappresentanti dei partiti più piccoli ritenuti troppo estremisti, sotto il nome di "I Sovranisti". Infine, non c’è da escludere che proprio la decisione di ieri di Santiago Abascal sia un’anticipazione di una più ampia strategia di fusione tra Conservatori, Patrioti ed Identitari, così da costituire il secondo gruppo politico in Parlamento e aprire una pagina completamente nuova nella storia politica.
In Parlamento si contano ancora un centinaio di neoeletti provenienti da vari paesi e senza alcuna famiglia politica europea di riferimento, molto è ancora possibile e non tutto potrebbe evolversi per il bene.