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IL CASO MURDOCH

Conservatore negli Usa progressista in Italia

Fox News e Sky, unico proprietario - il magnate Rupert Murdoch -, due facce opposte dell'informazione. E' la legge del mercato.

Attualità 25_01_2011
murdoch

Con il telecomando della televisione satellitare, premendo un semplice bottone, si passa da un mondo all’altro. Prendiamo l’informazione. Al canale 516 (con l’abbonamento a Sky) si vede la mitica Cnn. Tornando indietro di un canale, il 514, si vede invece Fox News. La prima è una rete liberal: la seconda conservatrice. È il bello della tecnologia. In pochi attimi ascolti la stessa notizia, lo stesso fatto accaduto, trattato però da diverse e talvolta contraddittorie angolazioni. La Cnn nella vulgata corrente è considerata la fonte della verità; Fox News il modello della faziosità. Ovviamente non è vero. Ma l’immagine consolidata è questa.

La ragione di tale rappresentazione va cercata soprattutto in un fatto: il proprietario della Fox, Rupert Murdoch, australiano di Melbourne, naturalizzato americano. Murdoch è alla testa di un impero mediatico planetario. Un “arcipelago” dell’industria culturale composto da televisioni, giornali, riviste e dalla casa di produzione cinematografica Fox. Una corporazione multimediale potente e modernissima. È imminente l’annuncio pubblico dell’alleanza tra Murdoch e la Apple per il nuovo quotidiano digitale The Daily, consultabile solo attraverso il supporto di massima tendenza del momento, la "tavoletta" iPad.

Senza ombra di dubbio Murdoch è il più astuto e cristallino specialista delle relazioni tra politica e giornalismo. Da sempre sostenitore dei Bush (padre e figlio) e del partito repubblicano americano, con la vittoria di Obama a molti commentatori appariva in difficoltà. Infatti. La sua rete ha giocato una carta mediatica in apparenza rischiosa, ma rivelatasi vincente, arruolando quale commentatrice di spicco l’ex Governatore dell’Alaska Sarah Palin, candidata alla vice-presidennza degli Usa nel 2008, a fianco di John McCain. Sull’onda del successo mediatico di Obama, nel 2009 la fine dei repubblicani sembrava prossima, ma neppure un anno dopo ecco che le parti si sono rovesciate. Sarah Palin, sorridente come non mai, festeggiava su Fox News la “resurrezione” dei repubblicani alle elezioni di medio termine.

Dalle presidenziali in poi Sarah Palin è stata il bersaglio preferito di giornalisti, comici, accademici, rappresentata come un fenomeno da baraccone, un rigurgito ignorante e violento, pericoloso e autoritario dell’America più retriva. Nessuno avrebbe scommesso su di lei. Non Murdoch. Fox gli ha affidato il ruolo di principale commentatrice politica. I suoi giornali hanno “coperto” con la massima cura il sostegno da lei fornito ai «tea party». Una sua casa editrice ha pubblicato l’autobiografia “Going Rogue. An American Life” (Harper-Collins), tra i libri non-fiction più venduti negli Stati Uniti.

Questo per spiegare chi è Rupert Murdoch. Il quale, come è noto, dal 2003 è proprietario di Sky Italia, la televisione satellitare a pagamento che offre il meglio dello sport, del cinema e delle serie televisive. E che concede spazio crescente all’informazione. Da un così agguerrito conservatore ci si aspetterebbe un servizio giornalistico orientato sui suoi convincimenti, magari alla ricerca della Sarah Palin italiana. Invece ci si imbatte in Maria Latella, firma di punta del Corriere della Sera, autrice del fortunato “Tendenza Veronica”, biografia molto autorizzata dell’ex moglie di Silvio Berlusconi. Maria Latella con mano ferma ha condotto gli approfondimenti pomeridiani, approdando in seguito a quelli serali e, attualmente, all’intervista della settimana. E poi altri giornalisti con fama di “progressisti”. Lo scorso anno Beppe Severgnini aveva sulla rete un appuntamento fisso, prima ancora nel 2008 era in prima fila a celebrare, con il direttore Emilio Carelli, la vittoria di Obama. E pensare che il candidato di Murdoch era McCain. E come dimenticare il serale “Controcorrente” di Corrado Formigli, giornalista dinamico, aggressivo ed intelligente, oggi con Santoro ad “Anno zero”. L’informazione di Sky si muove su questi binari. Altro che conservatorismo: siamo alla sponda opposta. Da una rete di Murdoch, in linea di principio, ci si aspetterebbe ben altro.

Ma è una questione di mercato, in Italia funziona così: l’ideale fruitore dell’informazione è colto, benestante, tecnologico, globalizzato, secolarizzato. Naturalmente di sinistra. L’offerta dell’informazione giornalistica di Sky appare volutamente neutrale, in stile Cnn. In realtà le opinioni ci sono eccome. In politica, come sui temi etici, come ad esempio per il caso Englaro. Lo schema di fondo resta lo stesso: apparente neutralità, mostrarsi al di sopra delle parti, ma in realtà si capisce bene da che parte pende il piatto della bilancia. Insomma, per farla breve, sulla rete italiana di Murdoch il conservatorismo, persino quello compassionevole, non è di casa. Le ragioni? Innanzitutto l’informazione italiana (e più in generale europea) è allineata al “politicamente corretto” e in sintonia col radicalismo progressista. Quindi il modello dell’informazione, vincente o meno, è questo.