Consegnata la bolla, è ufficialmente indetto il Giubileo
La consegna di Spes non confundit dà il via alla preparazione all'Anno Santo. Il Papa invita a un'amnistia e desidera aprire una Porta Santa in un carcere.
È partito ufficialmente il conto alla rovescia per l'Anno Santo 2025, con la celebrazione di ieri in San Pietro. Durante i vespri dell'Ascensione è avvenuta la consegna e la lettura della bolla Spes non confundit, con cui il Papa indice il prossimo Giubileo ordinario della Chiesa universale.
Il documento si lega al motto dell'Anno Santo "Pellegrini di speranza" e prende le mosse dalle parole di san Paolo: «Spes non confundit, "la speranza non delude" (Rm 5,5). Nel segno della speranza l’apostolo Paolo infonde coraggio alla comunità cristiana di Roma». E ancora: «Incontriamo spesso persone sfiduciate, che guardano all’avvenire con scetticismo e pessimismo, come se nulla potesse offrire loro felicità. Possa il Giubileo essere per tutti occasione di rianimare la speranza. La Parola di Dio ci aiuta a trovarne le ragioni. Lasciamoci condurre da quanto l’apostolo Paolo scrive proprio ai cristiani di Roma».
La consegna è avvenuta significativamente davanti alla Porta Santa della basilica vaticana, che sarà aperta il 24 dicembre di quest'anno e chiusa il 6 gennaio 2026. Quella di San Pietro sarà la prima ad aprirsi e l'ultima a chiudersi. Il «29 dicembre 2024, aprirò la Porta Santa della mia cattedrale di San Giovanni in Laterano, che il 9 novembre di quest’anno celebrerà i 1700 anni della dedicazione». A seguire le Porte Sante di Santa Maria Maggiore e di San Paolo Fuori le Mura, che poi si chiuderanno (con quella lateranense) il 28 dicembre 2025, per la stessa durata (29 dicembre 2024-28 dicembre 2025) del giubileo nelle diocesi.
Ma ci potrebbe essere una Porta Santa in più. Tra i destinatari dei «segni tangibili di speranza» il Papa elenca malati, anziani, migranti, detenuti, e riguardo a questi ultimi propone ai governi «forme di amnistia o di condono della pena», annunciando il suo desiderio di «aprire una Porta Santa in un carcere, perché sia per loro un simbolo che invita a guardare all’avvenire con speranza e con rinnovato impegno di vita».