Condannata un’atleta perché dotata
L’atleta donna Caster Semenya produce naturalmente alti livelli di ormoni maschili. Il Tribunale arbitrale internazionale dello sport ha deciso che deve sottoporsi a trattamenti per diminuire tali livelli. E gli atleti trans?
Caster Semenya è stata medaglia d’oro negli 800 metri femminili ai Mondiali di atletica leggera di Berlino, stravincendo sulle altre concorrenti. Semenya è molto dotata perché ha, per natura, livelli assai elevati di ormoni maschili. Questo l’avvantaggerebbe e dunque il Tribunale arbitrale internazionale dello sport di Losanna nel 2019 aveva deciso che l’atleta avrebbe dovuto sottoporsi a terapie per diminuire il testosterone. L’atleta fece ricorso e recentemente il Tribunale federale svizzero ha rigettato il ricorso.
Due rapide considerazioni. Se per natura un atleta è più dotato degli altri dobbiamo mettere i ceppi al suo talento per renderlo uguale agli altri? Chiediamo a Cristiano Ronaldo di correre meno velocemente in campo per rendere le partite più eque?
Seconda riflessione: fuori le donne troppo androgine e dentro i transessuali maschi che gareggiano con le donne e, nonostante i trattamenti, hanno il testosterone a mille, più forza e maggiore densità corporea?