Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
DEEP STATE

Come la Cia difese la Cina, per il Covid e nelle elezioni del 2020

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Secondo una “gola profonda” della Cia, gli analisti hanno fatto di tutto per salvare la reputazione della Cina, anche contro gli interessi nazionali americani in almeno due occasioni: l'origine del Covid e le elezioni presidenziali del 2020. 

Esteri 25_09_2023
L'ingresso del quartier generale della Cia, a Langley

Fra Cina e Cia c’è solo una lettera di differenza. E, secondo una “gola profonda” del servizio segreto americano, gli analisti hanno fatto di tutto per salvare la reputazione della potenza asiatica, anche contro gli interessi nazionali americani in almeno due occasioni.

Queste rivelazioni scandalose, riportate in un editoriale dell’autorevole Wall Street Journal, non hanno provocato alcuna bufera e non hanno attirato, nei media, l’attenzione che meritavano. Se non altro perché si spiegherebbero un po’ di insoliti silenzi su due casi, il Covid e le elezioni presidenziali statunitensi del 2020, che hanno cambiato il volto del mondo. Secondo l’informatore anonimo, infatti, analisti sono stati pagati dai vertici per cambiare opinione sull’origine del Covid, nascondendo la possibilità che fosse originato da una fuga da un laboratorio cinese. Pochi mesi dopo, invece, sempre la Cia avrebbe taciuto sull’interferenza cinese nelle elezioni americane, per sfavorire la rielezione di Donald Trump.

Nel caso dell’origine del Covid, dice l’accusa: «… il membro più anziano di un team di analisi della Cia composto da sette membri “era l’unico ufficiale a credere che il Covid-19 avesse avuto origine dalla zoonosi” (salto di specie naturale da animale a uomo, ndr). I suoi sei colleghi ritenevano che l’intelligence e la scienza fossero “sufficienti per fare una valutazione, pur con un basso livello di approssimazione” che la malattia provenisse da una fuga da un laboratorio. “L'informatore sostiene inoltre che per giungere ad una posizione di incertezza (sull’origine del Covid, ndr), gli altri sei membri hanno ricevuto un significativo incentivo monetario per cambiare le loro posizioni”, secondo quanto riportato da una lettera del 12 settembre inviata da due presidenti di commissione della Camera».

Sulle elezioni presidenziali, invece: «Nel 2020, la comunità di intelligence stava seguendo un piano della Cina per danneggiare le prospettive di rielezione del presidente Trump. Nell’agosto dello stesso anno, la società di analisi del web Graphika ha riferito dell’attività sui social media di quello che ha chiamato “Spamouflage Dragon” e che ha descritto come una “rete di spam politico filo-cinese”. Stava pubblicando video in lingua inglese che “attaccavano” personalmente Trump e le sue politiche. Sebbene Graphika non avesse prove che queste operazioni fossero condotte dal governo cinese, la comunità di intelligence degli Stati Uniti le aveva. Ma quando la comunità di intelligence ha presentato il suo rapporto del marzo 2021 sulle minacce elettorali straniere, la valutazione della maggioranza è stata che la Cina non aveva cercato di influenzare la corsa del 2020».

Quel che emerge dalle accuse è che la Cia, come tutte le agenzie americane, sia ormai politicizzata e orientata a sinistra. Accusare la Cina per l’origine del Covid era la politica di Donald Trump. Quindi la Cia, rivestendosi della sua esperienza, professionalità e presunta imparzialità, ha emesso il verdetto contrario, nascondendo la realtà, pur di dare addosso al presidente. Questa dinamica è stata ancora più chiara nelle elezioni presidenziali, quando non si è parlato della propaganda cinese anti-Trump, ma solo di quella russa pro-Trump. Le accuse dell’informatore sono ancora tutte da dimostrare, ma sono già corroborate dagli eventi successivi: oggi la tesi della fuga del Covid da un laboratorio cinese è quella prevalente nella comunità di intelligence americana e le prove della campagna cinese di interferenza nelle elezioni sono infine emerse. Evidentemente, nella Cia, molto è stato insabbiato nell’uno e nell’altro caso.

Questo è il vero significato del Deep State, di cui si parla molto: organi non elettivi sono diretti da funzionari che agiscono in base alla loro ideologia politica e alla loro preferenza di partito e non per il bene comune del Paese. In un periodo in cui la politica delega sempre di più a organi burocratici anche il potere legislativo e giudiziario, oltre che quello esecutivo, questo fenomeno è molto pericoloso. Specie ora che gli Usa (e con loro anche l’Europa) entrano in una nuova guerra fredda, non è rassicurante pensare che il servizio segreto più importante del mondo agisca più in base a logiche di partito che non per la sicurezza nazionale.