Chiusi i porti italiani alle navi Lifeline e Seefuchs
Le navi di due organizzazioni non governative tedesche sono in viaggio nel Mediterraneo con un carico di emigranti raccolti al largo delle coste libiche
La notizia della chiusura dei porti italiani alle navi con a bordo emigranti imbarcati al largo delle coste della Libia da navi di organizzazioni non governative è stata accolta con favore dalla Guardia costiera libica. Il rifiuto dell’Italia di accogliere i migranti – ha spiegato il capitano Ayoub Qasem che ne è portavoce – potrebbe ridurre le partenze verso l’Europa perché con questa decisione il ministro dell’interno Matteo Salvini ha lanciato agli emigranti e ai paesi dai quali partono il messaggio che l’Europa non intende più accoglierli: “questo atteggiamento – ha detto il capitano Qasem – spingerà i migranti africani a pensarci bene prima di salire sui barconi della morte verso l’Italia”. Anche se nella prima metà del 2018 i suoi interventi sono aumentati, la Guardia costiera libica non è in grado di intercettare tutti i gommoni in partenza per l’Europa. Dopo la Aquarius altre due navi, battenti bandiera olandese, ma di proprietà di organizzazioni non governative tedesche, la Lifeline e la Seefuchs, sono in viaggio nel Mediterraneo con un carico di emigranti illegali. Come la Aquarius – diretta da giorni verso il porto spagnolo di Valencia – e altre navi noleggiate o di proprietà di organizzazioni non governative, avevano raggiunto il confine delle acque territoriali libiche e lì avevano aspettato di trasbordare i passeggeri arrivati su imbarcazioni di trafficanti. Anche nel loro caso, vale il principio che sono navi di altre nazioni e inoltre il porto sicuro più vicino non è italiano. Perciò non saranno autorizzate a raggiungere le coste italiane.