Chiesa violata dai pro-migranti. Dov'è lo scandalo?
La frontiera francese è un territorio fuori controllo. La gendarmerie ci scarica i clandestini mentre dopo lo sgombero di un locale della parrocchia di Claviere, attivisti irrompono in chiesa e interrompono la messa. Ma lo scandalo dov'è? Violare le chiese per l'ideologia immigrazionista è una pratica ormai "consigliata" o tollerata dai vertici, vedi la chiesa dormitorio di don Biancalani e le chiese ostello di Sant'Egidio.
Non c’è soltanto il cosiddetto modello Riace ad entrare in crisi con il deciso cambio di rotta da parte del governo sulla gestione dei clandestini. Dal profondo sud si risale fino al confine alpino con la Francia e si scopre un territorio in cui si vive nell’illegalità da mesi, probabilmente anni.
A Claviere da ieri si rischia molto più di un incidente diplomatico. Le autorità italiane hanno scoperto che un furgoncino della gendarmerie transalpina ha varcato la frontiera per scaricare un gruppo di clandestini che, una volta giunti in territorio italiano, ha fatto perdere le proprie tracce. La cosa, seguita da un’inchiesta della Procura di Torino ha mandato su tutte le furie il ministro degli Interni Matteo Salvini che non è stato tenero con il presidente francese Emmanuel Macron: “Non voglio credere che la Francia di Macron utilizzi la propria polizia per scaricare di nascosto gli immigrati in Italia. Ma se qualcuno pensa davvero di usarci come il campo profughi d'Europa, violando leggi, confini e accordi, si sbaglia di grosso”, sono state le parole del leader leghista.
Adesso sarà il ministro degli Esteri Moavero Milanesi a pretendere dalla Francia i necessari chiarimenti, anche se questo episodio, che si somma a quelli passati di Bardonecchia dove avvenne il blitz degli agenti francesi in territorio italiano, mostra chiaramente che alla frontiera il costume francese di fare il bello e il cattivo tempo, con conseguente violazione delle leggi, deve essere radicato da tempo mentre le nostre autorità fino a ieri avrebbero chiuso più di un occhio.
Dove infatti erano diretti i clandestini francesi una volta scaricati in Italia? Probabilmente nella vicina capanna-rifugio denominata Chez Jesus. Si tratta di uno stabile occupato da autonomi e antagonisti che però loro chiamano “rifugio”, il quale è di proprietà della Diocesi. Proprio attiguo alla chiesa infatti è un bivacco che in questi mesi è servito da “ospitaletto” di valico. Ma non per moderni pellegrini romei diretti nella Città Eterna, bensì per clandestini che venivano ospitati in quei locali prima di tentare il passaggio alla frontiera in Francia.
Insomma: si viene e si va, ma comunque sempre si fa tappa proprio sul valico dove la struttura, completamente occupata da collettivi di autonomi, era letteralmente una terra di nessuno. Proprio per questo il parroco aveva denunciato la cosa e finalmente, mercoledì, gli agenti in antisommossa hanno sgomberato i locali e trasferito con l’aiuto della Caritas locale i “migranti clandestini” in strutture apposite.
“Dove però sono lontani dalle frontiere”, si sono lamentati i collettivi che domenica, hanno deciso di passare alle maniere forti. Come? Irrompendo in cattedrale a Susa proprio durante la Santa Messa.
Un sacrilegio in piena regola, per creare trambusto e soprattutto recitare un proclama tra lo sbigottimento generale dei fedeli. Tra i quali c’era anche l’ex sindaco di Claviere il quale ha raccontato ai giornali locali la particolare aggressività dei manifestanti cosiddetti pacifici.
Toni da collettivo anni ’70 e accuse al vescovo di Susa, Alfonso Badini Confalonieri, reo a loro dire di arricchirsi sulla pelle dei disperati.
Ovviamente è semmai il contrario visto che dai toni utilizzati e dalle parole dette, sono proprio questi finti Robin Hood a sfruttare i disperati per le loro ragioni ideologiche dato che a loro non possono offrire nulla, se non aiutarli a farli varcare il confine perpetrando dunque il loro stato di llegalità e di sfruttamento, in balie di chissà chi.
“Lo Stato non ci vuole più tra queste montagne. Forse non accetta un luogo dove non si scheda nessuno, dove non c’è gestione né controllo delle persone, ma dove ci si auto-organizza in libertà”. E’ l’antico proclama dell’ideologia libertario anarcoide, che abbiamo visto all’opera in molte circostanze in passato e che in Val di Susa, dopo l’esperienza No Tav, si ricicla per la buona causa dei migranti.
Al momento non è noto se gli attivisti benemeriti e sacrileghi verranno denunciati anche per aver interrotto un’attività di culto.
Non c’è dunque solo il caso Riace. C’è anche una fetta di Italia che è fuori controllo e non sarebbe male se il vescovo, nel ristabilire la legalità, si occupasse anche di ristabilire il degno culto al padrone di casa, magari riparando con una messa il sacrilegio compiuto. Certo, l’emergenza da qui in avanti sarà lo scontro con la Francia che si acuirà, ma anche dalle parti del culto religioso, sarebbe opportuno che si ristabilissero le gerarchie e le priorità, oltre che si riflettesse su quello che stanno diventando le chiese.
Anche da parte del mondo cattolico qualche mea culpa bisognerebbe che venisse fatto. Ormai a usare le chiese per i migranti sono un po' tutti.
E' facile però indignarsi per attivisti che disturbano la quiete delle messe, un po' meno per un parroco come don Biancalani che utilizza la chiesa come dormitorio. E ancora più improbabile è scandalizzarsi per come la Comunità di Sant'Egidio da anni utilizzi le chiese come spazio mondano e extra-metafisico per pranzi e ricoveri invernali. Eppure anche in questi casi la scusa sono i poveri e i migranti, pazienza se clandestini e sfruttati a loro volta da un'ideologia terzomondista che a loro non offre nessuna prospettiva dignitosa. Ma queste sono iniziative spesso benedette dalle diocesi. Dunque, non vanno criticate, ma gli attivisti che irrompono a messa, invece, sì.
Quello che è evidente però è che l’affaire migranti è ormai diventato un terreno di scontro ideologico dentro e fuori la Chiesa, solo che adesso ci sono anche attivisti per nulla intenzionati a usare i guanti. Disposti come sono a violare le chiese pur di imporre la loro arrogante pretesa di libertarismo sugli altri. La storia e la cronaca insegnano che quando le chiese vengono violate dai megafoni della politica, prima o poi le conseguenze possono essere tragiche. Qualcuno dalle parti della Cei non penserà forse che si è un po' troppo esagerato con la scusa dell'accoglienza?