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ARTE

Chesterton, Padre Brown diventa un fumetto

Creato dalla penna di G. K. Chesterton, Padre Brown è il prete-detective più famoso della letteratura cristiana. Amato anche da Antonio Gramsci, è la risposta al positivismo di Sherlock Holmes. Ora l'editrice ReNoir lo trasforma in fumetto.

Cultura 05_11_2013
Padre Brown, copertina

Le milanesi edizioni ReNoir, specializzate in fumetti, sono note al nostro pubblico per le graphic novels su Don Camillo (di cui è appena uscito il sesto volume), per la riedizione dell’ormai introvabile Don Bosco di Jijé (il fumetto religioso più venduto al mondo), nonché per il classico – e stupendo - Prince Valiant di Harold Foster (è in libreria il secondo volume: 1939-1940) e le grandi serie della cosiddetta scuola franco-belga del fumetto, come Barbarossa, il demone dei Caraibi di Charlier e Hubinon, e Bruno Brazil di Vance e Greg. Si tratta di storie bellissime e strepitosamente disegnate, perfettamente fruibili da un pubblico cattolico perché tutte pre-sessantottine.

La precisa filosofia pro-famiglia delle edizioni ReNoir non poteva non prendere in seria considerazione i racconti di Padre Brown, scaturiti dalla brillante penna di Gilbert Keith Chesterton. Da qui l’elegante volume Padre Brown. Il giardino segreto, sceneggiato da Davide Barzi e suggestivamente disegnato da Werner Maresta. Il primo racconto delle avventure di Padre Brown apparve nel 1911 su una rivista inglese e fu subito un successo. Inserito nella raccolta L’innocenza di Padre Brown diede il via a una serie di libri sul piccolo prete dell’Essex che ispirarono anche diversi film, tra cui uno del 1954 interpretato da sir Alec Guinness (il grande attore che si convertì al cattolicesimo dopo avere impersonato, negli stessi anni, il cardinale ungherese Midszenty imprigionato dai comunisti) e la serie di sceneggiati italiani del 1970-71 con Renato Rascel e Arnoldo Foà (nella parte di Flambeau, il “nemico” poi divenuto “spalla” del prete-detective).

Chesterton si era ispirato alla figura di un parroco irlandese che lo aveva talmente colpito da portarlo alla conversione al cattolicesimo. Si trattava di John O’Connor, un uomo piccolo, modesto e insignificante ma con una espressione acutissima nello sguardo. Su Wikipedia è riportato un giudizio di Antonio Gramsci, sorprendente quanto alla provenienza ma perfettamente lucido nel cogliere, tra l’altro, le differenze con un altro celebrato detective letterario, lo Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle (nato cattolico ma finito dietro allo spiritismo e alla cerca delle «fate»). Gramsci nelle sue Lettere dal carcere così si esprime: «Padre Brown è il prete cattolico, che attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l'esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull'introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno, lo fa apparire un ragazzetto pretenzioso, ne mostra l'angustia e la meschinità. D'altra parte Chesterton è grande artista, mentre Conan Doyle era un mediocre scrittore».

Infatti, Padre Brown è proprio la risposta cattolica al positivismo scientista di Sherlock Holmes, anche se la fortuna letteraria di quest’ultimo personaggio è stata, alla fine, di gran lunga superiore. Padre Brown adopera nelle sue indagini la ragione, ma quella tomista, non il razionalismo scettico e agnostico del suo collega londinese. In più, la profondità psicologica del pretino di campagna batte a pieni punti la piatta «deduzione» dell’inquilino di Baker Street. Peccato che, dopo Chesterton, nessun autore cattolico sia stato capace di raccogliere il testimone e di creare un personaggio immortale come Padre Brown. Ma quella dei grandi narratori cattolici è una razza ormai estinta…

Davide Barzi e Werner Maresta, Padre Brown. Il giardino segreto, ReNoir