Cattolici in crescita in Africa e Asia. In calo in Europa
Nella Giornata Missionaria Mondiale, Fides pubblica i dati sullo stato della Chiesa nel mondo. E abbiamo la conferma, l'ennesima, che il cattolicesimo è in crescita, per numero di fedeli e di vocazioni, in Africa e in Asia. Mentre è in netto calo in Europa, un po' in calo anche in America. Africa e Asia sono i continenti in cui i cristiani rischiano di più.
Come di consueto, nella ricorrenza della Giornata Missionaria Mondiale, che quest’anno alla sua 95esima edizione si celebrerà domenica 24 ottobre, l’Agenzia Fides ha pubblicato i dati sullo stato della Chiesa nel mondo, tratti dalla più recente edizione dell’“Annuario Statistico della Chiesa”, aggiornato al 31 dicembre 2019. Riguardano – Fides lo spiega nel presentare il documento – i membri della Chiesa, le strutture pastorali, le attività in campo sanitario, assistenziale ed educativo.
Il dato globale è che i cattolici, alla data del 31 dicembre 2019, erano 1.344.403.000, 15.410.000 in più che nel 2018, e costituivano il 17,74% della popolazione mondiale (all’epoca di 7.577.777.000, con un aumento rispetto al 2018 di 81.383.000 unità). Come in passato, l’incremento maggiore di cattolici si è verificato in Africa (+8.302.000), seguita dall’America (+5.373.000), dall’Asia (+1.909.000) e dall’Oceania (+118.000). In contro tendenza, in Europa si è registrata una diminuzione (- 292.000). Anche il numero complessivo dei sacerdoti è aumentato rispetto al 2018, benché solo di 271 unità, toccando quota 414.336. Gli aumenti però si sono registrati solo in Asia (+1.989) e in Africa (+1.649). I sacerdoti invece sono diminuiti in Europa (-2.608), in America (-690) e in Oceania (-281).
I vescovi a fine 2019 erano 5.364, 13 in meno rispetto al 2018: 12 in più quelli diocesani, ma 25 in meno quelli religiosi. Con un totale di 114.058, sono in calo di 1.822 unità i seminaristi maggiori, diocesani e religiosi, e scendono di numero per il quarto anno, perdendo 3.174 unità, anche i seminaristi minori, diocesani e religiosi, ridotti a 96.990. Risultano diminuiti, e per il settimo anno consecutivo, anche i religiosi non sacerdoti (50.295 in tutto, con una riduzione di 646 unità), mentre le religiose sono scese a 630.099 (11.562 in meno). Scendono infine a 3.074.034, perdendo 2.590 unità, i catechisti.
Sono invece aumentati di ben 34.252 unità i missionari laici, che salgono a 410.440. Sono inoltre aumentate le stazioni missionarie con sacerdote residente (3.217 in tutto, 301 in più), mentre sono diminuite (-5.836) quelle senza sacerdote residente, scese a 131.407. Quanto alle circoscrizioni ecclesiastiche, sono 3.026, una in più rispetto al 2018.
Il fattore costante nei dati riportati è che i valori di segno negativo dipendono principalmente dall’Europa e in misura minore dall’America e dall’Oceania. Gli incrementi in Africa e in Asia, salvo in alcuni casi, non riescono a compensare le perdite negli altri continenti. Va evidenziato, e induce a riflettere, il fatto che Africa e Asia siano i continenti in cui essere cristiani è difficile, sempre di più, e spesso anche pericoloso. Eppure continuano a essere i continenti in cui fede e devozione crescono sfidando leggi discriminatorie, emarginazione e ostracismo sociale, l’ostilità minacciosa di gruppi e movimenti radicali nazionalisti e islamici. Ne dà conferma ogni anno l’elenco dei 50 Stati in cui i cristiani sono più duramente perseguitati, redatto dall’associazione internazionale Open Doors. Nella WorldWatch List 2020, relativa al 2019, compaiono 30 Stati asiatici e 17 africani, un dato che si ripresenta invariato nell’elenco successivo, relativo al 2020 e pubblicato all’inizio del 2021, e sostanzialmente anche in quelli precedenti.
Africa e Asia, in questo affiancati dall’America Latina, sono anche i continenti in cui si verifica la quasi totalità dei casi di cristiani oggetto di violenza non per odio alla fede, ma per aver accettato, volendo condividere la vita della popolazione e prestarle aiuto spirituale e materiale, di abitare in contesti caratterizzati da degrado morale, culturale e materiale, nei quali manca il rispetto per la vita e i diritti umani sono ignorati. Sono religiosi e laici vittime di rapine, di sparatorie, di sequestri di persona, non di rado colpiti proprio dalle persone stesse di cui si prendevano cura. Un altro rapporto annuale dell’Agenzia Fides ne documenta casi e circostanze. Molti dei religiosi e dei laici cattolici che accettano questo rischio sono impegnati nelle molteplici attività di servizio della Chiesa. Anche di queste dà conto il rapporto (del quale è possibile consultare la versione completa sulla pagina web dell’Agenzia). Eccone la sintesi.
Per quel che riguarda il settore educativo, la Chiesa nel mondo gestisce 72.667 scuole materne, frequentate da 7.632.992 alunni; 98.925 scuole primarie, per 35.188.771 alunni; 49.552 istituti secondari, per 19.370.763 alunni. Inoltre segue 2.395.540 allievi delle scuole superiori e 3.833.012 studenti universitari.
Gli istituti di beneficienza e assistenza comprendono 5.245 ospedali, con le presenze maggiori in Africa (1.418) e America (1.362); 14.963 dispensari, per la maggior parte in Africa (5.307) e America (4.043); 532 lebbrosari, distribuiti principalmente in Asia (269) e Africa (201); 15.429 case per anziani, malati cronici e handicappati, per la maggior parte in Europa (8.031) e America (3.642); 9.374 orfanotrofi, oltre la metà dei quali in Asia (3.233) ed Europa (2.247); 10.723 giardini d’infanzia, con il maggior numero in Asia (2.973) e America (2.957); 12.308 consultori matrimoniali, per gran parte in Europa (5.504) e America (4.289); 3.198 centri di educazione o rieducazione sociale e 33.840 istituzioni di altro tipo.