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imbarazzo al ministero

Caso Sangiuliano, difficile questa volta essere garantisti

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La vicenda Sangiuliano-Boccia assume contorni imbarazzanti. È l’ennesimo esempio di quanto dilettantesco sia il profilo di alcuni esponenti del governo e la riprova di quanto gigantesco sia per la Meloni il problema della mancanza di una classe dirigente.

Politica 04_09_2024

La vicenda assume contorni davvero imbarazzanti e non è detto che non sfoci nella rimozione o nelle dimissioni del Ministro. È l’ennesimo esempio di quanto dilettantesco sia il profilo di alcuni esponenti del governo Meloni. È la riprova di quanto gigantesco sia per il Presidente del consiglio il problema della mancanza di una classe dirigente all’altezza.

Tanti ministri lasciano a desiderare mostrando un profilo debolissimo, ma i particolari che emergono nelle ultime ore sul rapporto tra il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano e la sua consulente fantasma, Maria Rosaria Boccia delineano un quadro davvero raccapricciante di disinvolta gestione della cosa pubblica e di mancanza di rispetto nei riguardi dei cittadini italiani.

La storia è ormai arcinota. La Boccia, che ha un curriculum di tutto rispetto (anche due lauree e qualche docenza a contratto), continua ad asserire da giorni, attraverso dichiarazioni ufficiali e storie su Instagram di essere stata nominata consulente per i grandi eventi del Ministero dei beni culturali e di vantare un solido rapporto con il Ministro Sangiuliano. Lei è originaria di Pompei e sarebbe stata coinvolta fin dall’inizio nei preparativi del G7 Cultura, in calendario a metà settembre a Napoli e Positano (ma anche a Pompei, con un evento ad hoc), tanto da aver avuto accesso a documenti preparatori riservati che la diretta interessata ha anche pubblicato sui social corredati da scambi di mail ufficiali. Il Ministro minimizza e prova a prendere le distanze dalla donna, sostenendo di averne valutato il curriculum come eventuale consulente a titolo gratuito ma di averla poi scartata per alcune riserve espresse dai suoi uffici.

L’aspetto più delicato della vicenda riguarda l’eventuale utilizzo di soldi del Ministero, quindi risorse della collettività, per finanziare le trasferte della Boccia, ipotesi smentita categoricamente dal Ministro (e dal premier Meloni) ma confermata dalla diretta interessata («le mie trasferte erano organizzate dal Gabinetto del Ministro»).

Le due versioni sono incompatibili. E allora chi dice il vero e chi mente? Nel web circolano decine e decine di foto del Ministro con la Boccia in occasioni ufficiali, anche nel 2023, ma Sangiuliano dichiara di averla conosciuta solo a maggio di quest’anno. La donna vanterebbe un solido rapporto anche con il Ministro dell’agricoltura, Francesco Lollobrigida, che in passato ha ufficializzato la nascita dell'intergruppo parlamentare "Dieta mediterranea," coordinato dalla stessa Boccia con vari tavoli tecnici.

Difficile, quindi, dare credito alla difesa sbilenca che Sangiuliano ha affidato a una sua lettera pubblicata ieri sul quotidiano La Stampa. C’è sicuramente dell’altro che ancora non viene fuori, ma che riconduce a una consuetudine di rapporti tra lui e la Boccia, con risvolti ancora tutti da chiarire. Peraltro ieri pomeriggio il Ministro è stato per oltre due ore a colloquio con il premier a Palazzo Chigi, ma nulla è trapelato sui contenuti dell’incontro.

In questo caso appare arduo essere garantisti. La trasparenza è il primo dovere di un rappresentante del popolo, tanto più quando continuano a circolare indizi a dir poco imbarazzanti su di lui. La Boccia sembra avere in mano prove inoppugnabili della veridicità di quanto sostiene e allude addirittura a un audio compromettente: «Siamo sicuri che non ci sia mai stata?», dice, riferendosi alla sua nomina. Fa intendere cioè di avere una registrazione che metterebbe spalle al muro il ministero: «A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile…La riascoltiamo insieme?».

Ad imbarazzo si aggiunge imbarazzo. Molti giornali filogovernativi come quelli del Gruppo Caltagirone e quelli di stretta osservanza meloniana (gruppo Angelucci) ieri in prima pagina titolavano solo con la frase della Meloni, che scagionava il Ministro Sangiuliano e derubricava a gossip l’intera vicenda, senza dare spazio alla versione della Boccia, supportata da screenshot, foto ed elementi rilevanti. L’ennesimo esempio di censura e di politicizzazione della linea editoriale di quotidiani che spesso cedono alla propaganda dimenticando i loro doveri informativi e soltanto per compiacere i potenti di turno.

In questi due anni di governo il Ministro Sangiuliano si è peraltro già segnalato all’attenzione dell’opinione pubblica per strafalcioni e gaffe che cozzano in maniera stridente con il prestigio del suo ruolo governativo. Secondo lui «Cristoforo Colombo voleva circumnavigare la terra sulla base delle teorie di Galilei» e «a Londra c’è Times Square». E come dimenticare, nel luglio dell’anno scorso, il suo elogio ai libri in gara al Premio Strega, che ammise candidamente di non aver letto («proverò a leggerli», disse nello stupore generale) mentre avrebbe già dovuto farlo per poterli giudicare in quanto membro della giuria. Infine, ciliegina sulla torta, la sua frase su Dante Alighieri «fondatore del pensiero di destra in Italia». Eppure il Ministro Sangiuliano negli anni ottanta ha militato per anni con orgoglio nel Movimento sociale italiano, quindi stupisce davvero che possa aver detto simile castroneria.

Tutto questo riconduce alla pochezza di una parte di classe dirigente del centrodestra di governo e sollecita Giorgia Meloni a rivedere celermente la sua squadra, se vuole tentare di aprire un ciclo e scongiurare il rischio di passare alla storia come una delle tante meteore del firmamento di Palazzo Chigi.