Carriera alias in 415 scuole
Sono 415 le scuole in Italia che hanno adottato la carriera alias, strumento ideologico non rispettoso delle leggi italiane.
Agedo, come si legge nel loro sito, è un’«associazione di genitori, parenti e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender». Secondo un loro report, sono «415 le scuole che in Italia prevedono nel loro regolamento la Carriera Alias», ossia la possibilità che a scuola gli alunni vengano indicati con un nome diverso da quello anagrafico, questo anche nel registro elettronico. 415 scuole significa il 5% del totale. A guidare la classifica c’è la Lombardia con 60 istituti.
Come ricordava Ermes Dovico sulla Nuova Bussola Quotidiana «le norme sull’autonomia scolastica (Dpr 275/1999) non attribuiscono “alcun potere di modifica del nome o dell’identità (o di aggiunta di un nome o di un’identità), nemmeno in riferimento al solo ambito scolastico”. Pertanto, i dirigenti che introducono la carriera alias nelle scuole commettono “un atto viziato da incompetenza – in violazione dell’art. 97 della Costituzione – e adottato in violazione di legge”. Il Codice Civile, all’art. 6, stabilisce che “non sono ammessi cambiamenti, aggiunte o rettifiche al nome, se non nei casi e con le formalità dalla legge indicati”. […] La rettificazione del sesso all’anagrafe può essere fatta, a livello legale, solo ai sensi della legge 164/1982, come ha chiarito anche la giurisprudenza».
La ratio di queste norme è la seguente: non è giuridicamente legittimo che una persona abbia contemporaneamente due nomi, spesso di sesso differente, perché significherebbe che in un’unica persona coesisterebbero due identità. Ciò è per legge vietato. Avere due identità significa per lo Stato non riuscire ad individuare la persona, quindi non riuscire ad identificarla. In breve per la legge o tu sei Mario o sei Maria. Non puoi essere contemporaneamente l’uno e l’altra.