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LA LETTERA

Caro padre Maggi, su miracoli e inferno fa solo confusione

In una recente intervista al QN, il biblista che è solito frequentare gli studi di Tv2000, ha negato i miracoli di Gesù e l'inferno, proponendo una inaccettabile re-interpretazione dei Vangeli. A lui risponde suor Rosalina Ravasio, fondatrice della Comunità Shalom: «Il demonio esiste e ha un luogo dove abitare... E meno male che Gesù ha vinto la morte» 

Editoriali 01_03_2022
Padre Alberto Maggi

La gente che circonda e sostiene la nostra Comunità Shalom è gente semplice, umile, la cui storia è ancora intrisa di molti valori condivisi, oltre che all’interno delle loro famiglie anche attraverso il volontariato e nel rapporto con i nostri ragazzi e ragazze. Sono relazioni queste piene di delicatezza, di affetto, di dedizione e di attenzione nell’assoluto rispetto alle loro storie talvolta estremamente drammatiche e difficili.

Una di queste care famiglie, l’altro ieri, abbastanza inorridita nella sua semplicità cristiana, mi ha mostrato la pagina di un giornale di venerdì 25 febbraio scorso. Su questa pagina – a caratteri cubitali – si leggeva: “Il teologo che predica il Vangelo su Tv2000 non crede ai miracoli né all’inferno”.
Io sono una povera “crista” (come si suol dire dalle mie parti); tuttavia non sono “acefala”. Benché non sia una teologa, né una biblista, ritengo che la “devastazione del peccato”, nella persona e nella comunità, sia sempre stata un grande “messaggio del Vangeloda tenere in considerazione e ben presente nella parabola della vita di ciascuno di noi (breve o lunga che sia).

Ecco perché sono rimasta letteralmente basita nel leggere alcune delle “fantasiose interpretazioni dei racconti biblici fatte da padre Alberto Maggi, in una intervista rilasciata al Quotidiano Nazionale il 23 febbraio. Interpretazioni, queste: frutto di anni di studio? Frutto di anni di ricerche? Frutto di anni di applicazioni, confronti, esegesi, ecc…?

Volete un esempio mozzafiato e sbalorditivo delle sue interpretazioni?
Eccovi accontentati: in Marco 11,12-14 - a proposito del “fico sterile” - l’interpretazione di padre Maggi è la seguente: “O lui (Gesù) era uno scriteriato… o l’evangelista gli ha fatto fare una brutta figura, oppure c’è dell’altro…” (?!?).  E in un altro punto, sempre padre Maggi, afferma: “… nei Vangeli semmai si parla di una vita biologica che si chiude con la morte! ”

Mi chiedo se la Chiesa la pensi come lui, dal momento che è spesso ospite di TV2000, la televisione dei vescovi Italiani. Per noi “poveri cristi”, per non saper né leggere né scrivere, è veramente troppo la sua “ideazione fantastica” quando parla in questi termini del Vangelo.
Tuttavia la ciliegina sulla torta, riferendosi ai “miracoli nel Vangelo”, l’abbiamo assaporata quando padre Maggi sostiene che: “…è estraneo ai Vangeli (il termine Miracolo): Gesù ha compiuto dei segni per favorire la fede, non ha stravolto le leggi della fisica”.

Nei suoi decennali studi, essendo uomo anche lui e perciò limitato, qualcosa magari gli è sfuggito! Per esempio, ciò che è scritto negli Atti degli apostoli cap.2 versetto 22: Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazareth-uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni…- che operò fra di voi per opera sua…”!
Ma allora mi chiedo: secondo i suoi studi e le sue interpretazioni, tutto potrebbe essere “re-interpretato”?
Tutto, per noi “semplici cristi” e privi della conoscenza dei suoi studi teologici, tutto potrebbe essere falso?
La moltiplicazione del pane e dei pesci?
La trasformazione dell’acqua in vino alle nozze di Cana?
La resurrezione di Cristo? Sarà vera?
Parrebbe, secondo quanto citato dallo studioso, che tutto quanto abbiamo creduto fino ad oggi non è una cosa reale da prendere sul serio, bensì da interpretare.

Caro padre Maggi ho sempre pensato, e tutt’ora lo ritengo fondamentale per la mia fede, che la “Parola di Dio” va più “ascoltata” che “interpretata”.
Lei può comunicare i suoi studi e condividerli, con persone diverse da noi, di alto livello e studiosi; ma per favore a noi “poveri cristi” - semplici e certamente anche ignoranti, fermi ancora al detto “pane al pane… vino al vino” – sappia che il suo ascolto crea solo confusione.

La prego, padre Maggi, ci risparmi la “solfa” del contesto storico; per noi Gesù è ancora Gesù che “ci salva e ci guarisce”. Questa è la fede dei nostri padri, la fede dei nostri santi…

E l’inferno? C’è o non c’è? Non saprei… Forse dovremmo chiederlo alla Madonna di Fatima (apparizione riconosciuta dalla Chiesa) che l’ha palesato ai pastorelli.
Lei mi potrebbe dire che, secondo alcuni studiosi, è una alterazione delle dinamiche psichiche. Forse dovremmo chiederlo in tutti i Santuari dove la Madonna invita incessantemente alla penitenza, alla preghiera e alla “conversione”. Conversione? Da chi? Da che cosa?
E l’inferno?  Padre Maggi… lasciamo perdere!

Mi creda padre: il demonio esiste e ha un luogo dove abitare. Sono una suora e nella mia lunga vita ho avuto occasioni nelle quali mi sono scontrata con la possessione demoniaca: che spavento!
Insieme ai miei ragazzi ho avuto esperienza nella nostra Comunità di una giovane posseduta il cui padre, attualmente esistente, ha dedicato la sua vita al “servizio di Satana come suo sacerdote”.
Magari ha ragione lei: l’inferno non c’è. Non lo so, sono ancora in vita e quindi non posso sapere ciò che mi aspetta oltre, ma mi creda che il “male”, io e la mia Comunità, l’abbiamo “incrociato” sulla nostra strada e ne abbiamo sperimentato la forza. Le posso assicurare che il diavolo c’è, esiste!

E per fortuna, anzi meno male… c’è Gesù, il vincitore della morte.
La nostra vita avrà una fine biologica?
La faccio breve: ero la “coccolina” di mio papà in quanto l’ultima di una lunga serie di figli e ho avuto la fortuna, o la grazia, di sognarlo una sola volta molti anni fa. Nel sogno parlavamo e tutto sembrava così vero. Ad un certo punto gli chiesi: “Ma papà tu non sei morto?” Mi rispose, girandosi lentamente su se stesso: “Certo che sono morto… ma sono venuto a dirti come si fa ad andare in Paradiso”. Poi, piano piano, sempre girandosi su se stesso, scomparì e io mi svegliai!

Da allora condivido pienamente il “desiderio” di San Paolo: “Non è per me un vanto predicare il Vangelo; è un dovere per me, guai a me se non lo predicassi…” (1 Corinti 9-16).
Caro padre Maggi, per il Cristiano la vita si “gioca” non sui concetti teologici o studi biblici, esegetici, eziologici, ma sulla Parola di Dio che ci stimola nel nostro “agire quotidiano”.

Nella mia ignoranza rimango convinta che sia più importante vivere la parola di Dio che non studiarla.

* Comunità Shalom