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IL VOTO

Candidature europee, Forza Italia lacerata da addii e veleni

Fra tutti i partiti che presentano le candidature alle elezioni europee, Forza Italia è quella che parte peggio. Si inizia con l'addio di Elisabetta Gardini, per finire con la candidatura di Irene Pivetti che provoca non pochi malumori. Così come quelle degli ex Udc Cesa e Romano. Intanto la Lega punta tutto su candidati giovani. Il Pd su testimonial di cause sociali. E il M5S farà decidere alla piattaforma Rousseau.

Politica 13_04_2019
Elisabetta Gardini

Entra nel vivo la girandola delle candidature per le europee e il veleno serpeggia un po’ in tutti i partiti. La situazione più critica appare quella di Forza Italia, che avrà certamente una contrazione di consensi rispetto alle europee di cinque anni fa e non riuscirà dunque a garantire la rielezione a molti suoi eurodeputati. Alcuni, peraltro, sono già stati di fatto messi da parte. E’ il caso di Elisabetta Gardini, che ha abbandonato gli azzurri, dopo aver saputo che al suo posto avrebbero candidato un esponente della Sudtiroler Volkspartei, soltanto per cercare di ottenere i voti di quella forza politica.

«Lascio Forza Italia – ha annunciato l’eurodeputata -. È naturalmente una decisione dolorosa, che ho preso dopo una lunga riflessione e dopo aver constatato che le scelte politiche del partito non sono più quelle che mi avevano spinto ad aderire, a diventare parlamentare europeo e ad accettare di esserne il capo delegazione a Strasburgo. Ringrazio il presidente Berlusconi per l’affetto e la stima che mi ha sempre dimostrato e che sinceramente ricambio. Ma l’azione politica non poggia sulla mozione degli affetti». La Gardini ha aggiunto: «Assolutamente impossibile portare un contributo. Non esiste un luogo di confronto. Buttiamo a mare il lavoro di militanti, giovani, amministratori locali, sindaci.... di tutte le persone che potrebbero riallacciare i legami con i nostri territori. Tutto questo ha portato Forza Italia lontano dalla sua missione. Non c’è più coerenza tra la ragione sociale per cui è nata e quello che è diventata. Non ci sto, e con dispiacere ma con altrettanta convinzione vado via». 

Ma la “grana Gardini” non è l’unica in Forza Italia. Nelle liste azzurre ci sarà Irene Pivetti, candidata indipendente con Italia Madre, schierata nella circoscrizione Nordest dietro Berlusconi. La Pivetti, dopo aver fatto nel 1994 in quota Lega la Presidente della Camera, ha avuto varie vicissitudini politiche, che l’hanno portata perfino nell’Udeur di Clemente Mastella. Ora ci riprova con Berlusconi. Il suo nome non viene digerito con piacere dalle donne forziste. Ci saranno anche i centristi, come l’udc Lorenzo Cesa e Saverio Romano, nella circoscrizione Isole. I loro nomi sono un pugno nello stomaco per quanti hanno sperato fino all’ultimo in un reale rinnovamento di volti e metodi. Silvio Berlusconi sarà capolista in tutte le circoscrizioni a eccezione del Centro, dove a guidare la lista sarà Antonio Tajani, presidente del Parlamento Europeo.

E il ritorno sotto l’ombrello di Arcore di Maurizio Lupi, che pure ha trascorso molti anni al governo con la sinistra, non fa dormire sonni tranquilli a politici che dentro Forza Italia hanno svolto per anni all’Europarlamento un ruolo fattivo e propositivo. E’ il caso di Massimiliano Salini, che rischia di non essere rieletto, proprio per queste divisioni interne e, soprattutto, per la totale mancanza di regia in un partito dove tutti credono di comandare.

Anche queste elezioni europee, quindi, si stanno rivelando un’occasione mancata per Forza Italia, che avrebbe potuto puntare sul clima di parziale delusione nei confronti dell’attuale esecutivo per tentare di recuperare voti rispetto ai sondaggi, che la danno sotto il 10%. I candidati annunciati o che si profilano all’orizzonte e, soprattutto, il trattamento riservato a donne come la Gardini che generosamente si erano spese in Europa per attuare il programma elettorale di quel partito, non sembrano preludere a un successo nelle urne.

Quanto agli altri partiti, Matteo Salvini sarà capolista in tutta Italia, nelle cinque circoscrizioni, mentre per Fratelli d’Italia, in Lombardia, sarà capolista il sociologo Francesco Alberoni. La Lega sembra aver maggiormente valorizzato, rispetto a Forza Italia, i suoi amministratori locali, senza per questo penalizzare gli uscenti. D’altronde il Carroccio è proiettato verso un forte allargamento della sua presenza all’assemblea di Strasburgo. Per la Lega, infatti, sono vari i sindaci, attuali o ex, che corrono per il Parlamento europeo. Tra questi figurerebbe anche Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina, in provincia di Pisa, dove la Lega è cresciuta fortemente. Poi Stefano Locatelli, sindaco di Chiuduno, nella Bergamasca. Oltre al responsabile organizzativo federale della Lega, da molti anni “uomo macchina” di Salvini, Alessandro Panza. La candidata indicata dai Giovani della Lega sarà invece Isabella Tovaglieri, vice sindaco di Busto Arsizio, in provincia di Varese. Tra i giovani anche Vincenzo Sofo, leghista fondatore del blog Il talebano, e noto alle cronache rose per la relazione con Marion Le Pen, nipote di Marine presidente del Rassemblement national. Tra i nomi che circolano insistentemente anche quello di Antonio Maria Rinaldi, ex direttore generale della Sofid e collaboratore di Paolo Savona.

Nel Pd saranno candidate Simona Bonafè e Pina Picierno accanto agli ex dem di Articolo 1 Cecilia Guerra e Massimo Paolucci. Ci saranno Giuliano Pisapia e Massimigliano Smeriglio e i liberal Carlo Calenda, Irene Tinagli e Caterina Avanza, rappresentante di En Marche in Italia. Saranno molti i rappresentanti della società civile, della scienza, della cultura: dal medico di Lampedusa, Pietro Bartolo, al magistrato anti-camorra Franco Roberti; poi, lo scienziato Roberto Battiston e il sindacalista anti-caporalato Sall Mamadou. Nicola Zingaretti, come già abbondantemente annunciato, non correrà. Sarà l’unico segretario dei maggiori partiti a non scendere in campo in prima persona per le europee.

Per il Movimento 5 Stelle sarà il voto online, sulla piattaforma Rousseau, a definire le candidature del Movimento (tra i candidati, anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin e l’ex Iena Dino Giarrusso). La scelta dei capilista spetta però a Luigi Di Maio, che ha pronta una squadra di cinque donne. Di Maio presenterà i nomi domani. 

Ancora una volta, quindi, si vota per l’Europa ma si ragiona solo in termini nazionali, ignorando programmi e ideali europeisti. E’ l’ennesima sconfitta dell’Europa dei popoli.