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EDITORIALE

Campagna d'odio contro il Papa

La reazione scomposta dei gruppi gay al Messaggio per la Giornata della Pace mette in evidenza come Benedetto XVI, nel riproporre i principi non negoziabili, abbia toccato un punto decisivo nella cultura odierna. Che però crea imbarazzo anche tra politici e media cattolici.

Editoriali 16_12_2012
Benedetto XVI

Qualche giorno fa l’avevamo detto: c’è in atto uno scontro durissimo in Europa tra governi che stanno accelerando sul riconoscimento delle unioni gay e la Chiesa, che difende la dignità dell’uomo e la legge naturale. Gli eventi degli ultimi giorni non solo confermano questo giudizio ma ne svelano chiaramente i contenuti.

Le reazioni scomposte e le accuse al Papa dopo la pubblicazione del Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, solo per aver ricordato che aborto ed eutanasia sono la più grave minaccia alla pace e che il riconoscimento delle unioni gay sarebbe una ferita contro la giustizia, lasciano intendere come Benedetto XVI abbia toccato dei punti decisivi. Del resto la distanza tra Chiesa ed elite dominanti non poteva apparire più ampia in questi giorni: poche ore prima che il Papa rendesse noto il Messaggio per la Giornata della Pace l’Europarlamento ha approvato una risoluzione proposta dalla socialista Monika Benova pro aborto e nozze gay.

In tale risoluzione si manifesta "preoccupazione per le recenti restrizioni all'accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva in alcuni Stati membri, con particolare riferimento all'aborto sicuro e legale e all'educazione sessuale e per i tagli ai finanziamenti per le politiche familiari”. Si esprime invece soddisfazione per “il fatto che sempre più stati membri abbiano introdotto e/o adeguato le loro norme sulla coabitazione, sulle unioni civili e sul matrimonio per combattere le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale subite dalle coppie di persone dello stesso sesso e dai loro figli e invita gli altri stati membri a introdurre norme analoghe”.

Questa è l’Europa oggi, e ironia del destino proprio questa settimana l’Unione Europea ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace, un premio che al massimo possiamo considerare alla memoria, visto che la UE - insieme all’amministrazione Obama – è la più forte sostenitrice della diffusione dell’aborto nel mondo. E’ un’Europa che nell’aver trasformato i desideri in diritti si scopre sempre più intollerante, contro i cattolici anzitutto. E usa volentieri l’arma della menzogna, come dimostra l’altro episodio di questi giorni con l’accusa al Papa di avere benedetto la parlamentare ugandese a favore della pena di morte per gli omosessuali.

In realtà, Rebecca Kadaga, speaker del Parlamento di Kampala, faceva parte di una delegazione di parlamentari ugandesi a Roma per partecipare alla Settima assemblea dei parlamentari per la Corte Penale internazionale e per lo stato di diritto. La delegazione ugandese ha partecipato all’udienza e ha poi potuto salutare il Papa, come molti altri pellegrini: un breve incontro di qualche secondo e nessuna benedizione, ma i maestri della menzogna ne hanno approfittato per rovesciare sul Papa un mare di insulti e l’accusa più infamante che si possa fare in Europa in questo periodo: istigare all’omofobia.

Tutt’altro. Quanto all’Uganda la Chiesa si è pronunciata da subito con forza contro quella proposta di legge e per quel che riguarda il Messaggio per la Giornata della Pace non c’è alcuna volontà di discriminazione, perché la questione di cosa sia il matrimonio non ha a che vedere con i diritti della persona, che sono già regolati dalla Costituzione.

Eppure, proprio tutto questo odio rovesciato su Benedetto XVI dovrebbe far capire a tutti i cattolici la posta in gioco; politici inclusi, visto che il Messaggio per la Giornata della Pace è un richiamo forte ai princìpi non negoziabili come pre-condizione per ogni autentico impegno per il bene comune.
Invece, ieri silenzio assoluto dei politici e posizioni imbarazzate dei media cattolici, che hanno cercato di smorzare le polemiche sforzandosi di spiegare che in realtà nel Messaggio il Papa ha parlato molto di economia e lavoro. Non è un bel segnale.

P.S.: A proposito, viste le centinaia di insulti arrivate direttamente al Papa su twitter, siamo sicuri che sia stata proprio una bella idea fare i moderni esponendo Benedetto XVI a questo genere di gogna?