Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Giovedì Santo a cura di Ermes Dovico
SCHEGGE DI VANGELO

Camminare sulle acque

Uomo di poca fede, perché hai dubitato? (Mt 14,22-36)

Schegge di vangelo 07_08_2018

Dopo che la folla ebbe mangiato, subito dopo costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo. La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!».E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!». Compiuta la traversata, approdarono a Gennèsaret. E la gente del luogo, riconosciuto Gesù, diffuse la notizia in tutta la regione; gli portarono tutti i malati e lo pregavano di poter toccare almeno il lembo del suo mantello. E quanti lo toccarono furono guariti. (Mt 14,22-36)

Gesù cammina sulle acque, e anche noi possiamo camminare sulle acque del mare della vita, fidandoci del suo comando e attaccati al suo braccio. La fede è questa: riconoscere che Gesù non ci lascia soli, ma cammina con noi e ci precede. Egli è il punto saldo da abbracciare e dal quale lasciarci abbracciare. Cominciamo dal semplice atto di fede di questa mattina, con una fiduciosa preghiera di abbandono a lui. Sciogliamo la rigidità della nostra autosufficienza e gridiamo: “Signore, salvami!”.