Buone notizie La Cirinnà slitta in autunno
Non è certo il caso di cantar vittoria e suonare le trombe della riscossa, però un pochino per essere contenti c’è, eccome. Chi si accontenta gode: non è granchè ma meglio di niente. Perché dàgli e dàgli, resisti tu che poi mi oppongo io, alla fine alla Cirinnà son venuti l’asma e lo stress da emendamento: ad agosto la legge non passerà.
Non è certo il caso di cantar vittoria e suonare le trombe della riscossa, però un pochino per essere contenti c’è, eccome. Chi si accontenta gode: non è granchè ma è pur sempre una buona e bella notizia, meglio di niente. Perché dàgli e dàgli, resisti tu che poi mi oppongo io, alla fine alla Cirinnà le è venuta l’asma e lo stress da emendamento (1500 sono mica bruscolini) e ha deciso che per agosto non c’era niente da fare e da sperare. Meglio andare in ferie tirare il fiato, dedicarsi alla remise en forme in vista della batttagliona di settembre ma più probabile di ottobre. Quel che è certo è che tra le cattive notizie di fine agosto con i weekend da bollino nero sulle autostrade e le ultime notizie sui ghiacci che si sono sciolti in questa bollentissima estate, non avremo però la notiziona dell’approvazione della legge sulle unioni gay.
Scusate se è poco: l’altra mattina, i capigruppo riuniti al Senato hanno deciso rinviare all'autunno gli esami al disegno di legge sul matrimonio gay, bocciando la proposta di Loredana De Pedis (Sel) di modificare il calendario dei lavori delle prime settimane di settembre per incardinare nei lavori d’Aula il testo sulle unioni civili il 10 settembre. Un’altra delle promesse del premier Renzi che va in cavalleria. “Unioni civili entro l’estate” aveva annunciato, tanto per non farsi mancare niente, ai vertici del suo partito: era primavera e gli Scalfarotto, le Cirinnà, le Boschi s’erano già impegnate a esibire gli scalpi di Giovanardi e compagnia omofoba alle feste agostane del Pd e agli happening romani dell’Arci Gay al Village con Luxuria. Invece…
Invece la resistenza cocciuta e costante della piccola pattuglia di ennedicini e un paio di italoforzisti irriducibili (Gasparri e Malan) hanno fatto il loro onesto lavoro per evitare (almeno per ora) l’equiparazione delle unioni gay al matrimonio, adozioni omosessuali e l’uso dei fondi pubblici per la propaganda gender nelle scuole. La Cirinnà resta sul tavolo della Commissione e i 1.500 emendamenti pure. E che i capataz del Pd al governo tentino di minimizzare, facendo i pesciolini in barile e spostando a fine anno, tanto per non sbagliare di nuovo, la deadline dell’approvazione definitiva, la dice davvero lunga. Insomma, i festeggiamenti sono al momento rinviati: fa niente, dicono loro, perché lo champagne ghiacciato è buono anche a Capodanno. Vedremo, intanto si prendano la mezza sconfitta e vadano al mare.
Come al solito, il solo a fare lo gnorri e a trovare qualcosa da ridere è il solito Renzi: nella lettera spedita ai parlamentari di maggioranza prima del congedo estivo, il premier indica le unioni civili la riforma numero tre in ordine di importanza dopo riforma costituzionale e quella del Terzo settore, su cui lavorare in autunno. Preparino le scarpette da jogging, perché «da settembre si dovrà correre ancora più forte», ha detto. Già, tanti auguri presidente, ma attento a non inciampare, perché non è certo finita qui. La resistenza continuerà, eccome. Dentro il Palazzo (ieri Area popolare ha presentato il Family act: la proposta di legge, che prevede a regime sgravi e aiuti per le famiglie per 7,6 miliardi di euro) ma soprattutto fuori. Massimo Gandolfini, presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, attribuisce lo slittamento «alla resistenza opposta da pochi valorosi senatori all’interno della commissione Giustizia di Palazzo Madama, e prima ancora dalla volontà popolare del 20 giugno a piazza San Giovanni». Quella stessa “volontà popolare” che si sta esprimendo anche attraverso una raccolta firme contro la legge Cirinnà, partita la settimana scorsa, ma che ha già raccolto migliaia dia adesioni. Per ora si può votare sul sito del Comitato, (clica qui) ma da settembre appositi banchetti saranno allestiti in tante piazze d’Italia.