OCCHIO ALLA TV
Brubaker, vita in carcere
Un vecchio film con Robert Redford, una vicenda specifica e una realtà che sembra lontana, ma la pellicola mantiene intatta la sua forza di impatto e di denuncia sociale (stasera su Rete 4 ore 23,25).
Occhio alla Tv
30_08_2011
Il nuovo direttore di un penitenziario in cui non sono previste guardie carcerarie e dove l’ordine interno è mantenuto dai detenuti più affidabili si introduce nel carcere fingendosi detenuto lui stesso, per scoprire dall’interno alcune situazioni di pesante violenza fisica e psicologica. Svelata la sua identità, comincia un cambiamento radicale della vita nella prigione, che porta il protagonista a scontrarsi non soltanto con i corrotti membri del comitato per la gestione del penitenziario ma anche con i politici che prima hanno caldeggiato la sua nomina e poi lo abbandonano quando la sua azione va a toccare interessi particolari.
È questa la trama, per sommi capi, di “Brubaker”, film del 1980 diretto da Stuart Rosenberg che ha per protagonista Robert Redford, in onda stasera in seconda serata su Rete 4 (ore 23.25). La pellicola appartiene al filone del cinema di impegno sociale, molto in voga negli anni Settanta e primi anni Ottanta, volto alla denuncia delle storture politico-sociali e animato dalla speranza di un radicale cambiamento.
Il registro del film, tratto da una storia accaduta a Thomas Murton e raccontata in un libro, è altamente drammatico e l’interpretazione di Robert Redford riesce a essere credibile non soltanto grazie alle sue doti recitative ma anche in virtù di una regia efficace nella descrizione di situazioni e ambienti.
Al di là della vicenda specifica e della descrizione di una realtà che, dopo trent’anni, sembra piuttosto lontana, la pellicola mantiene intatta la sua forza di impatto e di denuncia sociale.