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CATTOLICI AL CINEMA

Broken City e quella giusta ribellione alle scene di sesso

Il film noir Broken City, passato abbastanza inosservato, va visto per una caratteristica rara: il personaggio dell'investigatore cattolico, interpretato dal cattolico Mark Wahlberg. In una scena si ribella al film in cui la fidanzata recita un rapporto sessuale. Da un po' di anni i ruoli si sono invertiti: prima erano i protestanti nel ruolo dei bigotti in materia di sesso. 

Cultura 29_10_2020
Mark Wahlberg

C’è un film del 2013, passato di recente un paio di volte nelle reti (private) nazionali, reti televisive nazionali (anche pubbliche) in cui se vedi un film con un solo anno di anzianità vuol dire che è stato un sonoro flop al botteghino, dunque a volte basta guardare la data per sapere che cosa evitare. Il film a cui accennavo è Broken City, un noir non eccezionale in verità, però con un cast di tutto rispetto: Mark Wahlberg, Russell Crowe e Catherine Zeta Jones.

Mark Wahlberg, data la sua fisicità, è famoso soprattutto per i film d’azione, ma ha dimostrato più volte di essere bravo in qualsiasi genere. A noi qui interessa perché è una delle pochissime star hollywoodiane dichiaratamente cattolico, che non fa mistero di frequentare quotidianamente la messa. E in Broken City interpreta un protagonista cattolico. Il personaggio è complesso, credente, sì, ma all’acqua di rose, anche perché, si scoprirà, è un ex poliziotto che ha giustiziato (segretamente) un serial killer. Il rimorso-tormento lo ha indotto a dimettersi per sbarcare il lunario come investigatore privato. Convive con la sorella dell’ultima vittima del serial killer ucciso, una portoricana aspirante attrice. La convivenza è idilliaca, tutta rose e fiori e così perfetta che i due, innamoratissimi, si intuisce che sono lì lì per sposarsi. Bene, non racconterò la trama, anche per non spoilerare (oggi si dice così), trama che segue il classico filo del giallo-nero e, pur se si guarda volentieri, non ha niente di straordinario.

Quello che mi ha colpito in Broken City è una sola scena. L’ex detective è, ovviamente, invitato alla presentazione del primo film in cui la compagna recita da co-protagonista: grande attesa, grande eccitazione di lei. Solo che questo film prevede una scena hard di sesso praticamente esplicito. Ed è spettacolare vedere la faccia che fa Wahlberg, la sequenza di espressioni che muta dalla sorpresa (amara) all’ira più furibonda che lo porta, nel parterre, a caricare di botte il partner che, sullo schermo, si è sbattuto à la chienne la sua amata su un tavolo di cucina. Naturalmente, lei, indignata, lo lascia (e lui la manda a quel paese). Eggià: non capisce l’«arte», non a caso il regista ha messo in scena un protagonista che è cattolico anche nel film. Infatti, negli Usa i cattolici spesseggiano nei movimenti e nelle associazioni che difendono la morale tradizionale.

Curiosa inversione: erano i protestanti quelli bigotti in materia di sesso, non per niente è dalle loro file che esce il termine «puritano» per indicare chi ha ridotto i dieci comandamenti a uno solo, il sesto. Anche qui il cinema è intervenuto: in un significativo film del 1979, Hardcore, George C. Scott interpreta un padre rigidamente calvinista la cui unica figlia, da lui cresciuta nell’ortodossia, diventa pornostar. (Tra parentesi, George C. Scott vinse l’Oscar per Patton, generale d’acciaio, ma rifiutò di ritirarlo dopo aver letto le prodezze (si fa per dire) del generale con la colt da cowboy nello sbarco in Sicilia). Tornando a bomba, ormai i protestanti si sono arresi e sulla breccia della morale (integrale) sono restati solo i papisti che votano Trump. Rimane, comunque, inevasa la questione del cinema (e pure del teatro) d’oggi. Attrici e attori devono consumare scene di sesso che, a ben vedere, sono del tutto pleonastiche e inutili. Fateci caso: se le togliete, la trama non ne soffre affatto, anzi. Ma ormai è così e se un attore e/o un’attrice vogliono lavorare devono sottomettersi a siffatti copioni. Diversi di loro, per non aver problemi con le famiglie, usano dei cache-sex color carne che impediscono di andare fino in fondo. C’è da chiedersi qual consolazione sia per il marito o la moglie sapere che il coniuge aveva indosso quella estrema difesa. Anche i baci, che attori e attrici si scambiano nelle scene di passione, erano un tempo a labbra chiuse, e ora, al contrario, hanno pure il sonoro degli schiocchi. Lo chiamano realismo. Il guaio è che fa costume. Anzi, l’ha già fatto.