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estorsioni digitali

Boom di truffe agli anziani nel far west della rete

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Il web è sempre più esposto al dilagare di truffe online che colpiscono soprattutto la popolazione compresa tra i 65 e i 70 anni. Con danni economici e serie conseguenze psicologiche.

Attualità 30_12_2024
IMAGOECONOMICA CARLO CARINO BY AI MID

Le truffe agli anziani rappresentano una delle più insidiose piaghe sociali dell'era digitale, un fenomeno che, nonostante gli sforzi della polizia postale e delle autorità di controllo, sembra amplificarsi in un contesto in cui la Rete appare sempre più ingovernabile. I dati evidenziano come la fascia di età tra i 65 e i 70 anni sia particolarmente vulnerabile, soprattutto a causa della crescente diffusione di tecniche sofisticate che sfruttano l’intelligenza artificiale e l'inesperienza tecnologica di molte persone anziane. Questo tipo di frodi, sempre più spesso perpetrate attraverso telefonate, sms o e-mail false e ingannevoli, non solo mette a rischio il patrimonio economico delle vittime, ma incide profondamente sul loro benessere psicosociale.

Tra i metodi più comuni si segnalano lo smishing, il vishing e il phishing, in cui i truffatori si fingono operatori di aziende o membri delle forze dell’ordine per ottenere informazioni personali o bancarie. Spesso le vittime ricevono messaggi che sembrano provenire dalla propria banca, con richieste di accedere a un conto online tramite link fraudolenti, o telefonate in cui un falso operatore bancario conferma la veridicità della richiesta. Analogamente, sono diffuse truffe che utilizzano WhatsApp per impersonare familiari in difficoltà, sfruttando l'affetto e la paura per estorcere denaro. In altri casi, i truffatori agiscono fisicamente, fermando gli anziani per strada o presentandosi direttamente presso le loro abitazioni con pretesti ingannevoli, come la verifica di banconote o la consegna di un pacco ordinato da un familiare.

Secondo l’Associazione nazionale anziani e pensionati (Anap) di Confartigianato, circa una truffa su quattro contro gli anziani avviene tramite servizi telefonici o online. Questo dato è aggravato dalla tendenza delle vittime a non denunciare, spesso per vergogna o senso di umiliazione, fattori che contribuiscono a isolarle ulteriormente. In effetti, solo il 47% degli anziani che subiscono un’estorsione denuncia l'accaduto, e la percentuale cala drammaticamente per le frodi online, con meno di una persona su cinque che si rivolge alle autorità.

Il fenomeno delle truffe agli anziani non è limitato alla dimensione economica. Le vittime sviluppano spesso un senso di colpevolezza e inadeguatezza, con conseguenze psicologiche che possono sfociare in depressione, insonnia e ansia cronica. Molti anziani si chiudono in una bolla di autoesclusione, riducendo ulteriormente le loro già fragili reti sociali. L’impatto emotivo e psicologico è particolarmente grave quando il trauma non viene elaborato adeguatamente, portando a una cronicizzazione del malessere psichico.

Alcuni anziani sono vittime di truffe più tradizionali, come il falso impiegato di banca che sostituisce banconote vere con banconote false, o il truffatore che, dopo aver inscenato un danno al proprio veicolo, chiede un risarcimento immediato in contanti. Simili raggiri si verificano anche con richieste di pagamenti per debiti inesistenti contratti da parenti o per presunti pacchi da consegnare. A tutto ciò si aggiungono le truffe di beneficenza, particolarmente diffuse durante il periodo natalizio, in cui i malfattori si spacciano per operatori di organizzazioni no-profit per sottrarre somme di denaro destinate, in teoria, a nobili cause.

Per contrastare queste situazioni, è fondamentale rafforzare le reti di supporto sociale. La solitudine è uno dei principali fattori che rendono gli anziani vulnerabili alle truffe. Iniziative educative e campagne di sensibilizzazione possono aumentare la consapevolezza, ma non sono sufficienti se non integrate da un contesto umano di prossimità. Quartieri e comunità dovrebbero creare reti di vicinato solidali, permettendo agli anziani di sentirsi meno soli e più protetti. Inoltre, è importante coinvolgere amici e familiari nel monitorare e supportare le persone più vulnerabili, indirizzandole verso percorsi di assistenza legale e psicologica.

A livello istituzionale, i governi italiani hanno stanziato risorse specifiche per prevenire e contrastare le truffe online agli anziani, destinando dal 2019 due milioni di euro del Fondo Unico Giustizia a iniziative di sensibilizzazione e formazione. Tuttavia, serve un impegno costante per adattare le strategie di prevenzione all'evoluzione delle minacce, con un occhio di riguardo alle nuove tecnologie utilizzate dai truffatori. Allo stesso tempo, è essenziale incoraggiare le vittime a denunciare, per permettere alle autorità di intervenire e limitare la diffusione del fenomeno.

La battaglia contro le truffe agli anziani richiede un approccio integrato, che combini educazione, prevenzione, supporto sociale e interventi istituzionali. Solo attraverso una rete solida di collaborazione tra individui, comunità e autorità sarà possibile ridurre il rischio e offrire agli anziani la protezione che meritano in una società sempre più interconnessa e complessa. Inoltre, bisognerebbe potenziare i meccanismi di certificazione dell’identità online, responsabilizzando le piattaforme ad essere più attente da questo punto di vista, affinchè la Rete non venga utilizzata diffusamente, come avviene ora, da malintenzionati che la sfruttano come territorio di caccia per lauti bottini a spese di utenti ignari e sprovveduti, soprattutto se anziani.