Schegge di vangelo a cura di don Stefano Bimbi
Santa Francesca Saverio Cabrini a cura di Ermes Dovico
L'ANNUNCIO SULLA PILLOLA

Bonaccini e la RU: PD, Partito della Distruzione

Il PD è il Partito della Distruzione: tutto quello che tocca lo distrugge. Il governatore dell'Emilia Bonaccini annuncia la gratuità della pillola killer usando i consultori emiliani per lanciare la sua corsa al partito. Un cinismo devastante che si serve della salute delle donne per rispondere alle invasate che hanno contestato la Boldrini. Mente il Piemonte va in tutt'altra direzione con 400mila euro a sostegno delle donne che rinunciano all'aborto. 

Editoriali 01_10_2022

Il Pd si conferma il Partito della Distruzione: tutto quello che incontra lo distrugge, siano le gravidanze delle donne con l’ossessione dell’aborto o l’educazione dei bambini da affidare allo Stato o la somministrazione in regime di liberalizzazione di droghe leggere. Tutto nella mentalità del Pd è volto a un sistematico e tetro cupio dissolvi (in senso profano, ovviamente), un desiderio di autodistruggersi e distruggere tutto ciò che tocca.

La nuova stagione partita con la debacle elettorale ha portato nuovi leader ad affacciarsi sulla scena, ma questa dissoluzione del bene viene ancora più accentuata dalle parole dei nuovi protagonisti.

Per un Letta che se ne va, c’è uno Stefano Bonaccini che entra e si candida. Il presidente della Regione Emilia-Romagna utilizza il suo ruolo istituzionale per assestare la sua priorità da futuro segretario: «La pillola abortiva Ru486 verrà distribuita in Emilia-Romagna dalla prossima settimana».

L’annuncio in tv dalla Gruber è un messaggio politico cinico e spietato, sulla pelle delle donne. Cerca di occupare la sinistra del partito che una emergente Elly Schlein sta lentamente occupando, ma soprattutto risponde in un batter d’occhio alle invasate giovani manifestanti che hanno appena cacciato Laura Boldrini dalla manifestazione anti Meloni e pro-aborto di Roma.

Nessuno se n’è accorto, ma c’è una tempistica perfetta e un fil rouge che accomuna la contestazione di piazza e le parole di Bonaccini: la gratuità della pillola distruggi embrioni. 

La Boldrini è stata attaccata proprio perché «la Lorenzin (da ministro ndr.) ha messo a pagamento la pillola», hanno detto le “piccole Erinni” nel nome del diritto all’aborto. La Boldrini ha risposto che era un problema di distribuzione, gli animi si sono incendiati e il “confronto” si è trasformato ben presto in un bel vaffa reciproco.

Le immagini sono diventate notizia il 29 settembre, giovedì. A fine giornata, ecco che con una zampata felina, Bonaccini va in televisione a fare l’annuncio: «Con la distribuzione della pillola abortiva Ru486 nei consultori della regione si parte la prossima settimana - ha spiegato Bonaccini - da Parma, poi Modena, Bologna, la Romagna e tutto il territorio. Ci son regioni che ho l'impressione non vogliano farlo. Questo è il punto. Noi dobbiamo discutere di questioni che riguardano i cittadini, i loro diritti, le loro preoccupazioni».

Ecco servita una risposta alle ragazze contestatrici e un gancio alla Boldrini che chiedeva maggiore distribuzione.

Secondo le regole della politica, il ragazzo ha del fiuto perché ha individuato il problema e ha provato occupare lo spazio. Ma non bisogna dimenticarsi che tutto è fatto sulla pelle delle donne. Il governatore emiliano non sta annunciando misure per il bene, ma per il male. Il cinismo è questo, perché la pillola Ru 486, come è ampiamente dimostrato, non solo distrugge un embrione provocando un aborto vero e proprio, ma distrugge anche la vita della donna dato che i rischi per la sua salute sono certi, documentato e numerosi.

Lo ha ribadito anche Jacopo Coghe, Portavoce Pro Vita & Famiglia che ha così reagito alle parole di Bonaccini: «È vergognoso sfruttare il dramma dell’aborto e i rischi per la salute delle donne per accaparrarsi consensi politici, come ha fatto Stefano Bonaccini, annunciando la distribuzione della RU486 nei consultori dell’Emilia-Romagna. Bonaccini dice di voler “discutere di questioni che riguardano i cittadini, i loro diritti, le loro preoccupazioni”, ma non c’è nulla di più pericoloso per i diritti delle donne che giocare sulla loro pelle».

L’attivista pro-life si chiede se sia «questo il “nuovo che avanza” del PD?», e ricorda, anche se «Bonaccini lo ignora o forse fa finta di non sapere» che la RU486 «non è una normale aspirina o una caramella da somministrare in ambulatorio poiché comporta gravissimi rischi per la salute di chi la assume. Dalle emorragie alle gravidanze extra uterine, ma anche infezioni, setticemie, distruzione del sistema immunitario, depressione e in alcuni casi la morte». Ecco perché «distribuirla in modo indiscriminato significa mettere a repentaglio centinaia di vite di giovani ragazze nonché uccidere altrettanti bambini indifesi e innocenti».

Ma ormai la smania del Pd per portare a compimento l’agenda della distruzione antropologica è inarrestabile. Si serve delle istituzioni, come una Regione, per meri interessi di partito, salta sul corpo delle donne, alla faccia della loro autodeterminazione, per segnare il territorio e giocare di sponda con le frange più invasate della popolazione.

Nel frattempo, sempre una regione, mette a segno un’importante iniziativa a favore della vita che va nel verso opposto. La Regione Piemonte ieri ha presentato la delibera di giunta sulle modalità di accesso e criteri di assegnazione dei finanziamenti per il fondo "vita nascente" voluto dall'assessore di Fratelli d’Italia, Maurizio Marrone (in foto) e indirizzato a organizzazioni e associazioni operanti nel settore della tutela materno infantile ed iscritte negli elenchi approvati dalle Asl.

400.000 euro stanziati a bilancio per ascolto e consulenza, attraverso la presenza a sportello presso i presidi sanitari, ma anche progetti di sostegno alle mamme per almeno i primi mille giorni dei neonati mediante vari aiuti economici e materiali. Sono inoltre previsti 60.000 euro destinati a finanziare interventi dei servizi socioassistenziali di Torino, Novara, Alessandria e Cuneo a supporto della segretezza del parto per le gestanti che abbiano deciso il non riconoscimento del nascituro.

È una goccia nel mare, ma è un segno di svolta inequivocabile. Eppure, questo, secondo la narrazione della Sinistra distruttrice è fascismo. Di là, dalle parti dei democratici, ci sono i diritti. Quelli distruttivi.