Benedizioni gay, Fiducia supplicans porta i preti in caduta libera
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A Caprino Bergamasco il sacerdote benedice con rituale valdese una coppia gay civilunita: «So che è contrario alla morale, ma dobbiamo evolverci. Però non tirate in ballo il vescovo che non ne sapeva niente». La surreale intervista a don Roberto Falconi mostra come previsto che, dopo Fiducia Supplicans, le benedizioni "omo" sono in caduta libera.

Ha benedetto in pompa magna con tanto di camice e stola una coppia gay fresca di unione civile utilizzando una formula propria della Chiesa valdese e non contento ha pure ammesso che questo è contrario alla morale, però pazienza. Della serie: love is love.
Fiducia supplicans (lo sconvolgente documento della DDF sulle benedizioni gay) fa scuola e crea mostri (QUI l'ampio e corposo dossier della Bussola) portando i preti in caduta libera.
È successo a Caprino Bergamasco dove Gabriele e Mario (i nomi sono veri, i cognomi non servono alla cronaca) sono convolati ad unione civile, ma ad attenderli alla Cascina Ombria di Caprino, prima del meritato ricevimento, c’era don Roberto Falconi. Il sacerdote, appartenente alla diocesi di Bergamo, è addetto al santuario della Madonna del Perello nel comune di Algua.
La notizia doveva restare riservata, ma evidentemente qualcosa deve essere sfuggito dato che sul profilo Instagram della Cascina è comparsa la stucchevole storia dei due freschi civiluniti di fronte al sacerdote con questa didascalia: «Qui si fa la storia!! Gabriele e Mario. Sabato i nostri sposi hanno scelto di sposarsi con rito civile delegando don Roberto, una persona meravigliosa che ha avuto il coraggio di uscire dagli schemi. La prima parte della cerimonia è stata infatti una benedizione religiosa. L’amore che Gabriele e Mario provano ha rotto le barriere, dio (minuscolo ndr.) era con loro. È stata un’esperienza magnifica, e siamo onorati di averne fatto parte. Viva gli sposi, e viva don Roberto!!».
Insomma, un concentrato di banalità ed errori da matita blu da far impallidire un ripetente.
Don Roberto, per la verità, in questa intervista alla Bussola è perfettamente consapevole di aver fatto qualcosa che va addirittura oltre il contestato documento del Prefetto Fernandez, ma vuoi l’entusiasmo, vuoi l’omoeresia che ormai dilaga nella Chiesa, non sembra farsene più di tanto un cruccio e questa è la prova che i documenti come Fiducia supplicans sono destinati ad essere superati in bestialità liturgiche e teologiche. L’unica cosa che chiede è che il vescovo di Bergamo Francesco Beschi non sia coinvolto in una storia della quale si assume lui tutte le responsabilità. Da non credere.
Don Roberto, il vescovo era informato?
No, guardi, mettiamola così: trattandosi della Bussola le dico subito che so bene che queste cose non sono conformi alla morale, non era una benedizione stretta secondo quanto stabilito da Fiducia Supplicans, ho preso una benedizione della Chiesa valdese e ho organizzato questa liturgia di cui mi assumo tutta la responsabilità. Va bene così?
Ma guardi che non è mica per noi… è solo che se lei stesso era consapevole che era una cosa non conforme alla morale, c’è qualcosa che non quadra….
Ho cercato di farla nel modo più discreto possibile senza voler andare contro la dottrina.
Quindi contro la morale, ma non contro la dottrina? Ma quale dottrina?
Bè, Fiducia Supplicans che prevede una benedizione di non più di dieci secondi…
Vede, il fatto è che è Fiducia Supplicans che va contro la dottrina.
Questo lo dice lei…
No, questo lo dice il Magistero della Chiesa. Il fatto che non sia ancora stata cestinata non fa di essa un documento magisteriale.
Sia come sia. Sono opinioni.
Per la verità sembra essere lei in errore. E lo ammette pure. Ma i due gay sono cattolici?
Li ho conosciuti in occasione di un altro matrimonio e da lì c’è stato un cammino. Se sono cattolici? Diciamo che frequentano per quello che possono…
Prego?
Uno dei due, col lavoro che fa, è spesso impossibilitato a frequentare Messa alla domenica.
E perché? Che lavoro fa?
L’assistente di volo. Se uno fa le trasferte sugli aerei intercontinentali diventa difficile organizzarsi…
Comprendo, vale anche per gli arbitri di calcio e per i pasticceri, se è per questo. Ma il vescovo?
Lo ripeto: massacrate pure me, lasciate fuori il vescovo che non c’entra. Mi assumo io la responsabilità. Doveva rimanere un fatto privato.
Privato? Ma c’è tanto di post entusiastico, di foto, non c’è nulla di privato…
La Cascina ha dato evidenza pubblica: la mia intenzione era questa, abbiamo evitato di farlo in una chiesa e quindi, dovendo scegliere una location abbiamo scelto quel posto perché rimanesse abbastanza intimo. Questa era la mia intenzione, poi la Cascina ha fatto diversamente…non lo sapevo.
Perché è così preoccupato di non coinvolgere il vescovo?
Perché temo che questa cosa possa creargli problemi.
Perché l’ha fatto pur sapendo che questa cosa è contraria alla morale?
Il mio ragionamento è semplice: si tratta di credenti omosessuali che non chiedono un matrimonio, chiedono soltanto che il loro cammino sia posto sotto la benedizione di Dio, il mio discernimento è di accompagnare e salvaguardare la distinzione tra un matrimonio e la benedizione.
Ma quale cammino? Si rende conto che l’unione di due omosessuali è un peccato? Che cosa benedice?
Sappiamo bene che ci sono varie posizioni sul tema, ci sono divergenze e visioni diverse. Ma sono tutte legittime. Anche Paolo era favorevole alla schiavitù e adesso ci siamo evoluti…
Veramente Paolo è stato il primo a trattare gli schiavi da fratelli…
Insomma, il tentativo è di leggere il Vangelo tenendo conto anche di questa realtà. Ma guardi che io al Santuario faccio un lavoro pienamente conforme alla Dottrina cattolica.
Mi compiaccio. Ma cosa c’entra?
Celebro Messa, confesso, porto avanti la pastorale dei pellegrini, faccio accompagnamento spirituale, insomma faccio quelle cose che un prete cattolico normalmente fa. E non dimentichiamo la promozione del culto mariano, su questo quindi non troverà nessuna sbavatura.
Stia tranquillo che non sono mica un ispettore dell’Inail, sono felice per la sua attività pastorale. Ma quindi quella benedizione che cos’è? Un diversivo che si concede per essere più aperto?
Bè, diciamo che nel tempo libero mi concedo anche questi fuori onda.