Benedetta la croce astile più alta del mondo
Ascolta la versione audio dell'articolo
Domenica è stata benedetta dal vescovo di Verona, mons. Pompili, la croce astile più alta del mondo, che sorge presso il Santuario della Madonna della Corona, sul monte Baldo. Un luogo visitato 35 anni fa da Giovanni Paolo II, che appare sulla croce, sotto la figura di Gesù.
Da quest’anno una monumentale croce astile, la più grande del mondo, si alza sopra la valle dell’Adige, nelle vicinanze del santuario della Madonna della Corona (vedi foto in alto, di mons. Pawel Ptasznik). Domenica scorsa, per la solennità del Corpus Domini, è stata benedetta dal vescovo di Verona, mons. Domenico Pompili, che ha sottolineato che ogni croce «è il punto di congiunzione tra il Cielo e la terra». Questi luoghi furono visitati 35 anni fa da san Giovanni Paolo II, che appare sulla croce, sotto la figura di Gesù.
Il Santuario della Madonna della Corona si trova a Spiazzi, una delle località più suggestive dell’alta Italia, sulle pendici del Baldo. Sorge sulla roccia dei monti che lo circondano, a 774 metri sul mare, a strapiombo sulla valle dell’Adige. Già intorno all’anno Mille, nell’area del Baldo, vivevano degli eremiti legati all’Abbazia di San Zeno in Verona e almeno dalla seconda metà del 1200 esistevano un monastero e una cappella dedicata a Santa Maria di Montebaldo. Tra il 1434 e il 1437 Santa Maria di Montebaldo passò di proprietà ai Cavalieri del Santo Sepolcro di Verona, che conservarono la proprietà del Santuario fino all’intervento napoleonico nel 1806. Al XV secolo risale il gruppo della Pietà che viene venerata come Madonna della Corona: la statua in pietra locale dipinta è alta 70 centimetri. Nel 1625, quattro metri sopra la precedente chiesa iniziò la costruzione di un edificio nuovo, più ampio, che si concluse definitivamente nel 1685. La chiesa fu rimaneggiata sul finire del XIX secolo e più volte nel XX secolo. Il 4 giugno 1978 mons. Giuseppe Carraro poté procedere alla dedicazione del nuovo Santuario e del nuovo altare.
Il 17 aprile 1988 fu un giorno particolare per il Santuario della Madonna della Corona: per la prima volta questo luogo mariano fu visitato da un Papa, Giovanni Paolo II. Wojtyla volle incontrare i seminaristi e gli educatori del seminario e dei diversi istituti religiosi della diocesi di Verona. «È significativo - spiegava il Santo Padre - che il nostro incontro si svolga qui, presso la Vergine Addolorata, in questo suggestivo Santuario dedicato alla Madonna della Corona, monumento singolare della fede e della devozione, con le quali nei secoli passati, fino ad ora, il popolo veronese ha saputo stringersi intorno a Maria. Ed è di particolare conforto sapere che in questo Santuario, affidato al seminario diocesano, è radicata una tradizione di preghiera per le vocazioni sacerdotali e religiose, le quali trovano nella Vergine il modello di una risposta generosa alla chiamata di Dio, vissuta con cuore indiviso, fino alla prova suprema del Calvario».
Domenica si è voluto ricordare Giovanni Paolo II con una solenne Messa, con la benedizione della monumentale croce astile e con la ridenominazione della piazza dove allora atterrò l’elicottero con l’illustre ospite: già Piazza Giovanni Paolo II è diventata Piazza San Giovanni Paolo II.
La Messa è stata presieduta da mons. Pompili; concelebravano molti sacerdoti, tra cui il vescovo emerito Giuseppe Zenti, il rettore del seminario, mons. Martino Signoretto, e un ospite da Roma, mons. Pawel Ptasznik, per tanti anni collaboratore di Wojtyla e attualmente cappellano dei polacchi nella diocesi di Roma e presidente della Fondazione Giovanni Paolo II. Proprio mons. Ptasznik ha portato la lettera di mons. Marek Jedraszewski, arcivescovo di Cracovia, che ha espresso la sua gioia per l’installazione della croce «dedicata al nostro amatissimo Papa San Giovanni Paolo II». Mons. Jedraszewski ha ricordato che Wojtyla, da «pellegrino del mondo, ha affidato la propria vita alla Vergine Maria, inserendo nel suo stemma il motto Totus Tuus. Come pastore della Chiesa universale era molto legato a Lei e alla croce del Suo Figlio Gesù». L’arcivescovo di Cracovia ha anche ricordato due importanti momenti della vita del Papa: «All’inizio del suo pontificato, il 22 ottobre 1978, dopo la Messa di inaugurazione Giovanni Paolo II innalzò la croce nel gesto della benedizione del popolo e della Chiesa. Invece alla fine della sua vita, durante l’ultima Via Crucis, abbracciava la croce del Signore. In quel segno della croce, il segno di sofferenza e di vittoria, era inscritta tutta la sua vita».
È grazie all’Associazione “Totus Tuus”, ai vescovi, al rettore e al Comune che si è riusciti a portare in questo luogo la croce astile. Essa è opera dello scultore Andrea Trisciuzzi, presente alla cerimonia, che commosso ha detto: «Ringrazio Dio e quanti mi hanno permesso di vedere la mia opera installata all’ingresso di un così importante santuario». Mons. Pompili ha sottolineato che oggi «tra le più nocive amnesie dell’uomo c’è la perdita della memoria di Dio», per questo motivo diventa importante il significato della croce che «è il punto di congiunzione tra il Cielo e la terra».
Le croci astili devono il loro nome al fatto di essere poste su un’asta e sono usate soprattutto durante le processioni. La croce astile di Spiazzi è stata realizzata da Trisciuzzi tra il 1999 e il 2000, è la più alta del mondo e ha originali particolari iconologici. Come ha spiegato il teologo don Maurizio Viviani, alla base «si trova scolpita una figura umana, piegata su se stessa, penosa, forse disperata. Sullo stelo alcune figure, maschili e femminili, si stanno arrampicando con grande sforzo cercando di raggiungere l’apice. La figura più in alto è riconoscibile e ha il volto di Papa Giovanni Paolo II. Lui è il più vicino al Cristo in Croce, che con il braccio sinistro sembra voler aiutare il Pontefice a raggiungerlo».